sabato 20 maggio 2017

Le dimissioni del consigliere M5S cha aveva «dimenticato» la sua società offshore a Malta

Malta Files

Si tratta del toscano Enrico Cantone, coinvolto nell'inchiesta de L'Espresso 

«Malta, l’isola del tesoro». Sarà questo il titolo dell’inchiesta de L’Espresso in edicola domani sull’elenco dei cittadini italiani che hanno aperto nello Stato del Mediterraneo un a società off-shore per beneficiare dei suoi vantaggi fiscali. Nella lista, secondo le prime anticipazioni, ci sono politici, uomini di spettacolo, industriali e personaggi legati in qualche modo alla criminalità organizzata.
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IL NOME DEL CONSIGLIERE M5S COINVOLTO NELL’INCHIESTA SUI MALTA FILES

Tra gli altri nomi, il settimanale fa anche quello di Enrico Cantone, consigliere regionale della Toscana, esponente del Movimento 5 Stelle. O meglio, ex consigliere, visto che lunedì 15 maggio ha annunciato con un post su Facebook le sue dimissioni.
Secondo quanto scritto sui social network, Cantone si sarebbe «disinteressato» delle due società aperte a Malta, «travolto dal suo impegno politico». Una sorta di dimenticanza, quindi, che gli avrebbe impedito anche di denunciare la cosa al Fisco e alla Regione al momento del suo insediamento come consigliere. «Ne ho parlato con i miei colleghi e con i miei familiari – ha scritto Cantone – e abbiamo concordato, in ossequio ai principi del MoVimento, un mio passo indietro».

A «ricordare» all’esponente del Movimento 5 Stelle l’esistenza di queste due società, potrebbe essere stata la mail che la redazione de L’Espresso gli aveva inviato lo scorso 11 maggio, in cui si chiedeva conferma al consigliere dell’esistenza delle due società con sede a Malta, la Cr Holding e la Carsins Eu. Qualche giorno dopo, Cantone avrebbe risposto, scrivendo che le due società erano state costruite «per possibili nuovi affari per scambi commerciali con la Libia e la Tunisia». La sera stessa, però, sono arrivate le sue dimissioni. 
L’inchiesta in uscita domani sui Malta Files è destinata a far discutere. Tra gli oltre 500mila nomi di coloro che gestiscono società offshore nell’isola, infatti, ci sono moltissimi italiani, la nazione più rappresentata in questo elenco. Questo perché il governo di La Valletta ha stabilito che, a determinate condizioni, la tassa sui profitti delle imprese scende dal 35% al 5%. Una sorta di «Panama» europea, insomma, nella cui rete è caduto più di qualche nome noto.
(FOTO: account Twitter de L’Espresso)

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