m5s, Grillo "stronca" Chiara Appendino: "No ai sindaci candidati premier"
Con la sindaca di Torino esclusa dalla corsa per Palazzo Chigi si rafforza l'ipotesi del candidato "esterno" al m5s
Di Marco Zonetti
Beppe Grillo stronca i sogni di gloria di Chiara Appendino. Sì, non sarà lei la candidata premier per il m5s, ed è lo stesso "capo politico" del Movimento a dichiararlo, in uno dei suoi soliti post scriptum sul suo blog (che fra i pentastellati equivalgono a veri e propri editti sovrani). "Ci tengo a ribadire" scrive Grillo, "che nel M5S vige una regola chiara e semplice: ogni portavoce eletto porta a termine il suo mandato e durante il suo svolgimento non può candidarsi a svolgere altre cariche"."Le votazioni per il candidato premier e per i candidati in Parlamento" aggiunge risoluto, "escluderanno, come da regolamento, tutti i portavoce M5S che stanno svolgendo un altro mandato. Chi ha iniziato a fare il sindaco nel 2016 continuerà a farlo fino al 2021. Rispettiamo sempre gli impegni presi con i cittadini", puntualizza il leader M5S, forse per convincere prima di tutto se stesso.
Esclusi quindi dalla corsa alla candidatura i sindaci pentastellati attualmente impegnati nel loro mandato, e in primis Chiara Appendino, che molti davano per papabile sostituta di Luigi Di Maio, il cui "glorioso destino" pare irrimediabilmente appannato.
La notizia ha fatto storcere il naso ai tanti detrattori di Di Maio in seno al m5s, che avevano sperato nella candidatura della Appendino (che, dal canto suo, si dice sperasse in segreto di togliersi la spada di Damocle dell'amministrazione di Torino, nel momento in cui non potrà più vivere delle rendite lasciatele dall'amministrazione di Piero Fassino).
Una notizia, quella data da Grillo, che sembra inserirsi nella linea di condotta tracciata da Davide Casaleggio: quella di liberarsi delle zavorre del passato, degli attivisti storici, dei supporter della prima ora, per volgere lo sguardo a professionisti della "società civile".
Gli stessi fino a oggi malvisti dalla pletora dei fans sfegatati del m5s, che vedeva negli "zero tituli" la salvezza del Paese e che sosteneva che chi aveva rovinato l'Italia aveva la laurea. Ovvero, quello che ha più o meno detto il mai laureatosi Di Maio a Harvard.
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