Pochi spazi alla mediazione, il Pd resta fermo sul Mattarellum corretto
Martedì forse si adotta il testo base in commissione Affari costituzionali
«La vedo molto dura», dice il dem Gian Mario Fragomeli quando il Corriere gli chiede se sia possibile raggiungere un accordo sulla riforma elettorale. Probabilmente ha ragione, stando a quel che si è visto oggi.
La situazione resta ingarbugliata ma martedì ci potrebbe essere una novità; si riunisce la commissione Affari costituzionali della Camera e forse si adotterà un testo base.
La proposta Fragomeli piace ai grillini, ma solo a loro.
Forza Italia (oggi Silvio Berlusconi ha rilasciato una lunga intervista al Foglio) ribadisce la sua contrarietà a meccanismi che esulino dal proporzionale puro (anche se Salvini coglie la contraddizione di volere, allo stesso tempo, un confronto per coalizioni anziché per liste), e dunque – stante l’avversione di Renzi al Cespugliellum, al quale, come si sapeva, fonti dem ribadiscono il “no” domani in commissione – il «siamo pronti a votare la legge col Pd» pronunciato dall’uomo di Arcore lascia inevasa la domanda: quale legge?
Tant’è che Stefania Prestigiacomo si incarica di fare la glossa alle parole di Berlusconi: pronti a votare? Certo, «se – puntualizza – il Pd considera le proposte di Fi». Cioè il proporzionale puro.
D’altro canto la riproposizione da parte del Pd di un testo con il 50 per cento di collegi uninominali, il 50 per cento di preferenze con sbarramento al 5% non accontenta né Fi né, tantomeno, i ‘cespugli’, che avrebbero la certezza di non tornare sugli scranni parlamentari. Renzi lo ha esplicitamente rivendicato: «Non potremo mai accettare che si arrivi a fare una legge elettorale tutta in soccorso ai piccoli partiti».
Alla fine è il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato che chiarisce i termini della questione: o passa la proposta del Pd, o si rischia di votare con la legge attuale.
Il che, come è emerso anche in questi giorni ma come si dice da un bel po’, rende verosimile un intervento per decreto nell’imminenza del voto, quando sarà.
Rosato tuttavia non esclude che la riforma possa vedere la luce: a suo parere (come aveva detto anche Matteo Richetti due giorni fa) «con la Lega, Ala e i centristi» il consenso ci potrebbe essere. La sua convinzione è che «anche Mdp arriverà sulle nostre posizioni».
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