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ROMA. La posizione del Movimento 5 Stelle sui finanziamenti alle scuole private è cambiata. E non di poco. Sarà che alla marcia Perugia- Assisi ci saranno anche dei frati cappuccini. Sarà che le proteste dei vescovi hanno sempre più presa sul M5S "di governo". A guardare nelle pieghe del programma sulla scuola - in votazione dalla settimana prossima - le cose non sono infatti come apparivano al principio.
Il primo giorno, nel presentarne le linee generali, il blog di Beppe Grillo ripeteva quello che per i suoi seguaci è un mantra da sempre: i finanziamenti dello Stato devono andare alla scuola pubblica, per i problemi di edilizia scolastica, di offerta formativa. Perché siamo uno dei Paesi Ue che meno spende per l'istruzione.

Con la presentazione del quesito specifico, però, il giorno dopo la dura presa di posizione di Avvenire, si scopre un risvolto del tutto nuovo. Quando parla di eliminare i finanziamenti alle private, il Movimento esclude i nidi e le scuole materne, perché - si legge - "per questa fascia d'età (0-6 anni) le scuole private paritarie nella maggior parte dei casi suppliscono alla mancanza di scuole pubbliche statali sul territorio e rappresentano una scelta obbligata per le famiglie". È, da sempre, la tesi di chi difende i fondi alle scuole private. Sposata a sorpresa da chi sul blog non ha mai fatto di queste distinzioni (in un post del 2014, il deputato Luigi Gallo parlava della sua proposta di legge affermando di voler esonerare dallo stop ai finanziamenti solo i nidi). "Nelle scuole dell'infanzia e nei nidi c'è il 60 per cento degli alunni che frequentano le scuole paritarie - spiega oggi il deputato Gianluca Vacca - negli anni ci siamo accorti che era necessario tutelare quella fascia d'età. Non si tratta di scuola dell'obbligo, ma di un servizio sociale che potrebbe venire a mancare".

Nega che sia un tentativo di venire incontro ai vescovi, Vacca, anche se gli atti parlamentari presentati in passato non hanno mai fatto distinguo. Il filo di dialogo con la Chiesa continua a essere fondamentale, anche se - a differenza di due anni fa - nel logo della marcia Perugia- Assisi quest'anno non compare un Grillo versione San Francesco, ma un Prometeo che promette di regalare il fuoco agli uomini. Fuoco che nella versione M5S è la legge sul reddito di cittadinanza. Oggi parlamentari e attivisti marceranno per 19 chilometri con delle torce in mano. Nel 2015 c'era anche Gianroberto Casaleggio, sottobraccio al figlio Davide. C'era
un direttorio unito, prima dei fatti di Roma. Adesso c'è un Movimento diverso, che punta alle prossime elezioni e parla di "governabilità", non più di "rappresentanza", sperando che sulla legge elettorale il Pd fallisca. E torni a bussare alla sua porta.