sabato 10 ottobre 2015

La differenza tra la destra e la sinistra? Eccola.

Luigi Brugnaro sindaco di Venezia: "Klimt all'asta per fare cassa"

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JUDITH II SALOM

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Venezia pensa alla vendita 'dell'argenteria' di casa per risanare le casse del Comune, ma l'idea che si possa arrivare a mettere all'asta alcuni pezzi dei musei civici, come un Klimt e uno Chagall, fa scoppiare la polemica. "Penso sia solo una battuta o più comprensibilmente una mezza minaccia per chiedere più risorse al Governo in vista della stabilità", dice il ministro Dario Franceschini all'agenzia Ansa, commentando l'ipotesi di cessione di opere d'arte delle collezioni pubbliche per risanare i bilanci di Cà Farsetti.
Il sindaco della città, l'imprenditore Luigi Brugnaro, non conferma, ma non esclude neppure che si arrivi a tanto. Brugnaro esce allo scoperto per commentare notizie di stampa in proposito, che davano come possibili, tra le altre, le alienazioni di capolavori come la "Judith II Salomè" di Klimt, e il Rabbino di Vitebsk di Chagall, custoditi nel museo civico di Cà Pesaro. Soltanto il primo potrebbe avere un valore di circa 70 milioni. "Non è stata decisa alcuna cessione di opere d'arte di pregio - precisa Brugnaro - Sarà necessario procedere ad una verifica attenta e puntuale del patrimonio a disposizione, ma al momento non esiste alcun elenco".
Tuttavia il sindaco puntualizza che "la situazione di bilancio di Venezia è nota a tutti, per cui certamente c'è la volontà di fare un approfondimento in questo senso. In mancanza di altre risorse, la necessaria salvaguardia della città potrebbe anche dover passare attraverso la rinuncia ad alcune opere d'arte cedibili perché non legate, né per soggetto né per autore, alla storia della città". Il Comune di Venezia, passato anche per il commissariamento del dopo-Mose, ha sforato ripetutamente il patto di stabilità, e nel 2015 prevede un 'rosso' in bilancio di 64 milioni di euro.
Solo pochi giorni fa Brugnaro aveva lanciato un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, denunciando che "Venezia sta cadendo a pezzi", e che solo per la manutenzione ordinaria la città dei Dogi richiede 40 milioni all'anno. In un dossier presentato dal sindaco ai parlamentari veneziani, qualche giorno fa, si faceva riferimento alla necessità di una "valorizzazione del patrimonio mobiliare attraverso la vendita e monetizzazione di opere d'arte di natura pittorica che, ai sensi del D.Lgs 42/2004, non pregiudicano l'integrità delle collezioni esistenti".
Un processo che però non si presenta facile. Sull'ipotesi di un'asta dei quadri dei musei per fare cassa, il ministro Franceschini osserva che "le norme del Codice Beni Culturali per evitare lo smembramento delle collezioni pubbliche e garantire la pubblica fruizione delle singole opere, chiudono il dibattito". "Un dibattito - conclude - che, visto dall'estero, farà altro male alla credibilità italiana".

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