martedì 6 ottobre 2015

Ma i giornalisti possono proprio scrivere quello che vogliono?

Caso Crocetta: la procura chiede il giudizio immediato per i giornalisti Messina e Zoppi

I due cronisti hanno sempre ribadito di aver ascoltato l'intercettazione in cui il Governatore e il suo medico Tutino parlavano di Lucia Borsellino. L'avvocato ha richiesto una perizia su tutte le intercettazioni dell'inchiesta 



Caso Crocetta: la procura chiede il giudizio immediato per i giornalisti Messina e Zoppi
Lucia Borsellino, Matteo Tutino, Rosario Crocetta
La procura di Palermo chiede al gip il giudizio immediato per i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi, autori dell'articolo sull'intercettazione tra il Governatore siciliano Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino in cui si parla dell'allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino. Il medico, accusato di falso, truffa e peculato, secondo quanto ricostruito dai due giornalisti, avrebbe detto a Crocetta che «Lucia Borsellino va fatta fuori. Come il padre». L’intercettazione è stata smentita dalla procura di Palermo che ha così indagato Messina e Zoppi per calunnia e pubblicazione di notizie false e esagerate.

I due giornalisti hanno sempre ribadito di aver ascoltato la registrazione. Secondo il codice di procedura penale il gip dovrebbe decidere entro cinque giorni, ma su questa indagine pende ancora un'altra richiesta, fatta al gip dai due indagati, e cioè l'incidente probatorio con il quale veniva chiesta una perizia su tutti gli audio dell'inchiesta, anche su quelli che la procura ha indicato come non utilizzabili, ma che per la difesa, invece, potrebbe contenere una frase «dello stesso tenore di quella riportata dai giornalisti». A questa richiesta la procura, però, ha espresso parere negativo. I pm non vogliono far ascoltare ai periti tutte le intercettazioni. Ma la decisione spetta al gip.

Secondo l'avvocato Fabio Bognanni la richiesta di giudizio immediato per i due giornalisti «potrebbe essere un auspicio per avere finalmente un gip assegnatario del fascicolo...». Il difensore di Messina e Zoppi spiega infatti che a distanza di due mesi sembra che questa richiesta non trovi ancora un giudice che la voglia trattare: «Già prima dell'estate avevamo chiesto un incidente probatorio, ma il gip assegnatario, Agostino Gristina, si era spogliato del fascicolo. E questo non è stato più assegnato a nessun altro gip». L'avvocato Fabio Bognanni spiega di avere presentato lo scorso 10 agosto la memoria difensiva per i due giornalisti, e di avere chiesto al gip il 18 agosto l'incidente probatorio. Ma il giudice assegnatario, Agostino Gristina, «si era spogliato del fascicolo», spiega Bognanni. E da allora il fascicolo «non è stato assegnato a nessun altro Gip».

Senza attendere questa decisione del giudice, la procura adesso decide di accelerare e saltare l'udienza preliminare chiedendo al gip di emettere un decreto di giudizio immediato. Una scelta precisa, possibile quando l'accusa ritiene "evidente" la prova del reato. Insieme alla richiesta di giudizio immediato i pm hanno depositato una breve memoria in cui si ricostruisce il caso, i verbali di interrogatorio dei testimoni sentiti - circa una decina tra cui l'ex assessore Lucia Borsellino - un giornalista de La Sicilia e carabinieri del Nas. Agli atti del gip anche alcune intercettazioni di conversazioni dei due indagati e le relazioni dei carabinieri che hanno indagato sulla vicenda.

Ma perché la contestazione della calunnia? Il primo ad essere iscritto per questo reato è stato Messina. Secondo l'accusa il giornalista, dopo le polemiche suscitate dalla pubblicazione della notizia e, soprattutto, dopo la smentita della Procura, sarebbe andato da un ufficiale del comando provinciale dei carabinieri di Palermo al quale avrebbe rivelato che a parlargli dell'intercettazione era stato l'ex capo del Nas, Mansueto Cosentino, ora in servizio in Lombardia. L'ufficiale fece immediatamente una relazione di servizio ai pm. Cosentino, subito dopo, è stato interrogato ed ha negato di avere mai rivelato la notizia a Messina. Da qui l'accusa di calunnia e rivelazione di notizie false. Zoppi, invece è stato indagato per calunnia a conclusione di un interrogatorio al quale è stato sottoposto, in cui avrebbe parlato di Cosentino.

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