EDITORIALE
Quel vizio grillino della doppia morale
Gli M5s si indignano per Barani. Ma il leader ritwitta insulti omofobi a Vendola.
di Paolo Madron
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03 Ottobre 2015Share on facebook
La senatrice grillina Barbara Lezzi giustamente si indigna, e con foga invita il malcapitato a scusarsi e il presidente Grasso a prendere provvedimenti.
Il malcapitato è Lucio Barani, ex socialista arruolatosi poi con le truppe berlusconiane, e approdato di recente con i transfughi verdiniani di Maiala (omen, nomen), acronimo derivante dalla fusione tra il Movimento italiano degli Italiani all'Estero e l'Ala, l'Alleanza Liberalpopolare per le Autonomie.
UNA FELLATIO MIMATA. Barani, in piena bagarre per la riforma del Senato, con Palazzo Madama trasformato in un ring dove i contendenti se le suonavano a colpi di insulti e citazioni pecorecce, rivolto alla rappresentante del Movimento 5 Stelle avrebbe mimato il gesto di un rapporto orale, come a volerla invitare a fare un uso della bocca altro rispetto al proferir parola.
Usiamo il condizionale perché il rubizzo senatore ha giurato e spergiurato che con le sue movenze voleva significare tutt’altro. A dirimere la controversia ci penseranno i competenti organi di Palazzo Madama magari, come accade per le manifestazioni sportive, visionando più volte l’episodio alla moviola. Dopo di che sapremo se si tratta di mossa intenzionale o di scellerato fraintendimento. Per amor di cronaca, alcuni dei testimoni non hanno dubbi a sposare la prima interpretazione: trattasi di mimesi di fellatio, quindi l’indignazione delle donne grilline destinatarie di quell’oscenità è sacrosanta.
OMOFOBIA SUL TWITTER DI GRILLO. Accade però che quasi in contemporanea alla raffinata performance del Barani, il sommo capo dei 5 stelle retwittasse gli altrettanti raffinati post contro Nichi Vendola che qui riproduciamo: e che come oscenità compete a buon diritto con il gesto dell’esponente di Maiala.
Il malcapitato è Lucio Barani, ex socialista arruolatosi poi con le truppe berlusconiane, e approdato di recente con i transfughi verdiniani di Maiala (omen, nomen), acronimo derivante dalla fusione tra il Movimento italiano degli Italiani all'Estero e l'Ala, l'Alleanza Liberalpopolare per le Autonomie.
UNA FELLATIO MIMATA. Barani, in piena bagarre per la riforma del Senato, con Palazzo Madama trasformato in un ring dove i contendenti se le suonavano a colpi di insulti e citazioni pecorecce, rivolto alla rappresentante del Movimento 5 Stelle avrebbe mimato il gesto di un rapporto orale, come a volerla invitare a fare un uso della bocca altro rispetto al proferir parola.
Usiamo il condizionale perché il rubizzo senatore ha giurato e spergiurato che con le sue movenze voleva significare tutt’altro. A dirimere la controversia ci penseranno i competenti organi di Palazzo Madama magari, come accade per le manifestazioni sportive, visionando più volte l’episodio alla moviola. Dopo di che sapremo se si tratta di mossa intenzionale o di scellerato fraintendimento. Per amor di cronaca, alcuni dei testimoni non hanno dubbi a sposare la prima interpretazione: trattasi di mimesi di fellatio, quindi l’indignazione delle donne grilline destinatarie di quell’oscenità è sacrosanta.
OMOFOBIA SUL TWITTER DI GRILLO. Accade però che quasi in contemporanea alla raffinata performance del Barani, il sommo capo dei 5 stelle retwittasse gli altrettanti raffinati post contro Nichi Vendola che qui riproduciamo: e che come oscenità compete a buon diritto con il gesto dell’esponente di Maiala.
Non è la prima volta che Grillo e qualcuno dei suoi si lascia andare a commenti sessisti o omofobi. C’è insomma nel movimento un irresistibile richiamo alla volgarità, una reiterata tendenza a combattere l’avversario politico colpendolo nella sua fisicità (il povero Brunetta ne sa qualcosa) o prendendo di mira le sue tendenze sessuali.
LA SPIEGAZIONE: «È STATO LO STAFF». Il post è stato poco dopo cancellato, e qualcuno si è subito affrettato a dire che il retweet non veniva dalla mano del capo ma da qualcuno dello staff che gli cura la comunicazione. Il quale, immaginiamo, verrà subito rimosso dall’incarico e cacciato con ignominia. Con tanto di scuse da parte di Grillo, visto che un capo risponde in solido di quel che fanno i suoi sottoposti.
Ci piacerebbe che Barbara Lezzi indirizzasse la stessa giusta veemenza con cui si è scagliata contro Barani verso il collega di partito che ha avvallato le gravi offese al leader di Sel. Altrimenti bisognerà dedurne che la doppia morale, retaggio della tradizione comunista, ha contaminato anche la loro pur breve storia politica.
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