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OSLO - Nobel per la Pace 2015 al "National Dialogue Quartet" tunisino per il suo contributo decisivo nella costruzione di una democrazia pluralistica dopo la rivoluzione cosiddetta dei "gelsomini".

Il Nobel per la Pace al Quartetto del Dialogo nazionale tunisino - L'annuncio

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Un premio politico a diverse associazioni umanitarie e confederazioni sociali, in un momento delicato per la democrazia del Paese, stretta tra i dissidi interni - tra il partito al governo, Nidaa Tounes, del presidente Essebsi, che si è complimentato per il premio alla strada del dialogo, e Ennahda, il partito islamico - e le vittime di stragi e attentati terroristici, come quello al Museo del Bardo nel marzo scorso a quello di giugno sulla spiaggia del resort a Sousse, nel golfo di Hammamet.
Nobel per la Pace alla democrazia tunisina con il "Quartetto per il dialogo"
Il segretario generale dei sindacati dei lavoratori, Houcine Abbassi, la Presidente dell'associazione degli imprenditori, Wided Bouchamaoui

Nobel per la Pace alla democrazia tunisina con il "Quartetto per il dialogo"
A sinistra il presidente della Lega per i diritti umani, Abdessattar Ben Moussa, e il presidente dell'ordine degli avvocati Fadhel Mahfoudh

Il quartetto, creatosi nel 2013, riunisce più gruppi che hanno svolto un ruolo "di mediatori nel portare avanti il processo di sviluppo democratico tunisino" dopo la primavera araba, come è scritto nel manifesto redatto dal professore di Scienze politiche Hamadi Redissi. Le organizzazioni sono il sindacato generale tunisino (UGTT, Union Générale Tunisienne du Travail), la confederazione industriale e del commercio (UTICA, Union Tunisienne de l’Industrie, du Commerce et de l’Artisanat), lega dei diritti umani (LTDH, La Ligue Tunisienne pour la Défense des Droits de l’Homme), e l'ordine degli avvocati (Ordre National des Avocats de Tunisie). "Ci aspettavano questo premio nel 2014, ed invece siamo arrivati secondi. Ma tutto arriva. Questa volta abbiamo vinto. Ne siamo fieri. Sono anche felice per la Tunisia", ha detto il segretario generale dei sindacati dei lavoratori, Houcine Abbassi.


Il premier Matteo Renzi e Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica europea, si congratulano su Twitter. E il presidente francese, Francois Hollande, ha detto che è "un incoraggiamento a sostenere la Tunisia: è un bell'esempio che viene dato, anche per la lotta contro il terrorismo".

Il premio è stato annunciato da Kaci Kullman Five, la presidente del Comitato norvegese per il Nobel, prima donna in questo ruolo, che consegnerà il riconoscimento a Oslo il 10 dicembre. I nomi dei papabili in questi giorni erano stati già contestati. Angela Merkel, per esempio: la Cancelliera era citata tra le favorite in ragione della sua mediazione nel conflitto in Ucraina e anche per avere aperto le porte suo Paese ai migranti arrivati in Europa. Una circostanza, quest'ultima, che ha determinato però un calo della sua popolarità in Germania. I suoi stessi concittadini, interpellati in un sondaggio, avevano bocciato la candidatura.

L'anno scorso il Nobel 2014 era andato all'indiano Kailash Satyarthi per la sua lotta contro il lavoro minorile, e alla pachistana Malala Yousafzay, che due anni fa, a 14 anni, fu quasi uccisa dai talebani contrari al suo impegno a favore dell'istruzione femminile.

Il pioniere, nel 1901, fu Jean Henri Durant, che ricevette il premio per aver inventato e fondato la Croce Rossa, organizzione che bissò il successo con un Nobel nel 1944. Il premio è andato anche a Unicef, a Medici senza frontiere, a Amnesty International. Nel 1907, unico italiano: Ernesto Teodoro Moneta, giornalista e patriota presidente della Lega lombarda per la pace.

Nel 1964 lo ricevette Martin Luther King per la sua lotta mondiale contro il razzismo. Nel 1973 il premio andò a Henry Kissinger, l'allora segretario di Stato americano, per le trattative di pace del dopo Vietnam, non senza polemiche. Madre Teresa di Calcutta nel 1979 mise d'accordo tutti: il suo impegno umano e misericordioso contro la povertà in India la rese celebre nel mondo, e potrebbe renderla santa nella Chiesa al prossimo Giubileo. Nel 1993 fu la volta di Nelson Mandela per la sua lotta all'apartheid in Sudafrica. I premi che hanno fatto discutere negli ultimi anni invece sono stati assegnati al Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e all'Unione Europea.