martedì 21 aprile 2015

Fanno la melina perché hanno capito c he se si vota l'Italicum poi si può andare a votare.

Italicum. Matteo Renzi tira dritto: la gente è con me. E lancia la contraerea di comunicazione

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RENZI

Ripensamenti? Nemmeno l’ombra. Nemmeno di fronte alle polemiche per la sostituzione dei dieci componenti di minoranza in commissione Affari Costituzionali alla Camera. Nemmeno di fronte alla possibilità, sempre viva e presente, di dover approvare l’Italicum con voto di fiducia. Matteo Renzi tira dritto: vuole la sua legge elettorale prima delle regionali. L’obiettivo è a portata di mano, ragiona il premier con i suoi, e non c’è nulla che possa fermare una macchina già avviata. Alla base di tanta determinazione c’è la convinzione che gli elettori non ne possono più di sentir parlare di legge elettorale, vogliono che il capitolo sia chiuso e non si scaldano affatto per battaglia della minoranza Dem. Sono questi i pensieri che portano il presidente del Consiglio ad avviare con i suoi una battaglia comunicativa sull’Italicum, fatta anche di seminari con esperti (domani il primo alla Camera) e iniziative sui territori per spiegare l’Italicum e smontare le accuse della minoranza. E’ questo il piano che oggi lo porta davanti a Facebook per scrivere il suo post ultimativo sull’Italicum. Eccolo:
Da anni diciamo che è una priorità cambiare la legge elettorale. Il PD ne ha discusso durante le primarie, in assemblea nazionale, in direzione, ai gruppi parlamentari, ovunque. La proposta – che è stata sempre votata a stragrande maggioranza – è stata approvata anche dal resto della maggioranza e dai senatori di Forza Italia. Fermarsi oggi significherebbe consegnare l'intera classe politica alla palude e dire che anche noi siamo uguali a tutti quelli che in questi anni si sono fermati prima del traguardo. Ma no, noi non siamo così. È tempo di decidere, dunque. Perché ci hanno insegnato che quando si vota all'interno di una comunità si rispettano le decisioni prese assieme. Chi grida oggi allo scandalo perché alcuni deputati sono sostituiti in Commissione dovrebbe ricordare che questo è non solo normale ma addirittura necessario se crediamo ai valori democratici del rispetto della maggioranza: si chiama democrazia quella in cui si approvano le leggi volute dalla maggioranza, non quella in cui vincono i blocchi imposto dalle minoranze. Avanti, su tutto! Oggi in Consiglio dei Ministri via libera a tre decreti della delega fiscale a partire da quello sulla fatturazione elettronica. E poi Libro Bianco della Difesa al Quirinale, lavoro sul ddl scuola in Commissione dopo una lunga discussione coi parlamentari PD mentre procede al Senato la riforma della PA e cresce l'attesa per Expo. Può piacere o meno, ma dopo anni di immobilismo l'Italia si è rimessa a correre. E noi ci siamo, pronti ad ascoltare tutti, ma senza farci fermare da nessuno.
Dunque, avanti tutta. In Prima commissione a Montecitorio va in scena l’Aventino delle opposizioni contro l’Italicum. Il ministro Maria Elena Boschi è lì per seguire i lavori e fa spallucce. “Le opposizioni hanno poca dimestichezza con le regole della democrazia, non capisco il loro atteggiamento", dice la titolare delle Riforme. “Il confronto c’è stato per 13 mesi in commissione, ora è tempo di decidere”. Anche a costo di porre la questione di fiducia sull’Italicum, operazione delicata, finora osata solo nel 1953, su quella che fu battezzatta la ‘legge truffa’. Renzi potrebbe rifarlo, ma “non è il caso di parlarne in commissione”, specifica Boschi. E se Forza Italia chiederà che il voto finale sul provvedimento sia segreto, come ha annunciato il capogruppo Renato Brunetta in commissione, significa che c’è “una qualche forma di imbarazzo rispetto a non votare una legge elettorale identica a quella votata dallo stesso gruppo al Senato", dice Boschi.
Nessun tentennamento. Anzi. L’artiglieria renziana è tutta schierata per sbaragliare le critiche. Con il loro Aventino le opposizioni fanno "cagnara", dice il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini. "C'è molta strumentalità - continua - La voglia di fare cagnara intorno a questo passaggio non credo sia un servizio al lavoro parlamentare né al Paese. Se altri decidono di fare altre scelte, sta nella loro facoltà. Dopo di che questa linea che alcune forze stanno seguendo e altre stanno subendo, cioè di sottrarsi al confronto, non porta da nessuna parte. “Sulla legge elettorale trionfano i paradossi – dice il senatore Andrea Marcucci - In Senato Forza Italia votò lo stesso testo oggi rifiutato alla Camera. La minoranza Pd non voleva fare la riforma anche con Berlusconi ma non ha problemi a fare opposizione a braccetto con Brunetta. L'obiettivo ancora una volta è non fare nulla". 
E poi c’è chi lavora per organizzare seminari che spieghino meglio la riforma elettorale, una vera e propria opera di “formazione tematica”, come l’ha definita lo stesso Renzi tempo fa. Rientra in questo obiettivo il seminario organizzato per domani a Montecitorio dai deputati Dario Parrini, segretario del Pd in Toscana ed esperto di sistemi elettorali, e Marco Di Maio, membro dell’ufficio di presidenza del gruppo. Titolo: “Per una democrazia decidente: la nuova legge elettorale”. A tessere le lodi dell’Italicum ci saranno i costituzionalisti Stefano Ceccanti e il politologo Roberto D’Alimonte. E’ la prima tappa di quella che nella cerchia del premier viene definita “operazione verità sull’Italicum”, un’iniziativa che dal seminario a Montecitorio si estenderà nei circoli e nelle città per “sfatare i luoghi comuni” sulla nuova legge elettorale. Perché su queste tematiche Renzi è convinto: “La gente è con me”.

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