Italicum, Renzi non molla: “Avanti su tutto, basta immobilismo”
Matteo Renzi non molla di un centimetro. Nonostante le roventi polemiche degli ultimi giorni, il presidente del Consiglio non ha alcuna intenzione di arretrare sulle riforme. Anzi: attraverso un post su fb, il premier-segretario suona la carica e difende il principio secondo cui la maggioranza prevale sulla minoranza.
Le reazioni
La fiducia sull’Italicum? “Una provocazione grave e inutile”, “incostituzionale”, “una contraddizione in termini” perché “la legge elettorale non è un atto del governo, ma prerogativa del Parlamento”. Così Rosy Bindi – una dei dieci ribelli della minoranza “cacciati” dalla commissione affari costituzionali – in un colloquio con La Stampa. Il voto segreto sul provvedimento, secondo la deputata, rischia di trasformare la partita dell’Italicum in un revival del siluramento di Prodi, consumatosi due anni fa sulla via del Quirinale per mano dei famosi 101 franchi tiratori.
Solo che questa volta i cecchini potrebbero essere più di 101: “Il problema è che con lo scrutinio segreto sul provvedimento ci possono essere altri che rispondono alla chiama e poi con il voto segreto si comportano come i 101 contro Prodi”. Nel caso fosse chiesta la fiducia “non risponderò all’appello”, chiarisce Rosy Bindi, che parla di una nuova fase destinata ad aprirsi nel Pd: “Se non verrà modificata, sarà la legge elettorale il vettore della creazione di un nuovo soggetto politico. Perché se l’Italicum porterà alla mutazione genetica del Pd nel tanto auspicato partito della Nazione, la scissione sarà nelle cose”.
Al momento, però, tra i membri della minoranza Pd imperversa solo una sindrome da separati in casa. E il depennamento di Bersani, Cuperlo e Speranza dal programma della Festa nazionale dell’Unità che si terrà a Bologna dal 21 aprile al 3 maggio, non può che accrescerne l’entità.
Italicum: parlano gli “epurati”
Se da un lato Bersani e D’Attorre – due degli “epurati” – hanno commentato la sostituzione in commissione definendola “una scelta politicamente grave, che mortifica il Parlamento e la dignità dei singoli deputati”, “un fatto senza precedenti”, più sportiva è stata invece la reazione del lettiano Marco Meloni: “Non è un attentato alla democrazia o alla costituzione, è una cosa normale. I parlamentari in commissione rappresentano il gruppo e quando non si condivide un provvedimento ci si toglie reciprocamente dall’imbarazzo”. Per Meloni l’Italicum è un “porcellum modificato”, ma l’esponente della minoranza dem spera ancora “che la legge sia modificata”, “e se c’è un voto di fiducia, vedremo”, dice in un’intervista a Qn. Il nodo restano i capilista bloccati: “L’unica alternativa è fare un referendum. I cittadini devono poter scegliere i propri rappresentanti”.
Rosato (Pd): “Sull’Italicum i numeri ci sono”
Ettore Rosato (Pd) – in un’intervista al Corriere della Sera – ha difeso la decisione del partito di sostituire dieci membri della commissione Affari Costituzionali, che esamina l’Italicum: “Non è un’epurazione, è un meccanismo che ci consente di decidere”, “una decisione legittima e funzionale del gruppo, serve a costruire le condizioni per lavorare uniti senza ledere il diritto di critica”. Ora, aggiunge, “metteremo chi ha dato la disponibilità. Ed è una sostituzione provvisoria”. Rosato si dice sicuro che sulla legge elettorale i numeri ci sono e che “il voto segreto non presenterà sorprese negative”. E sottolinea che le aperture da parte di Renzi “ci sono tutte. Faremo dove è possibile un lavoro emendativo, ma non certo sulla elettività dei senatori. Le competenze di Camera e Senato, la legge attuativa dell’elezione di secondo livello del Senato e la modifica del titolo quinto non sono piccole cose”. Infine rimarca che non c’è “nessuna scissione nell’aria. Non mi piace la rappresentazione di un Pd diviso, siamo molto più uniti di quel che sembra”.
Italicum: Forza Italia, Sel e Lega Nord lasciano la commissione
I lavori sull’Italicum in commissione affari costituzionali proseguiranno senza i componenti di Forza Italia e Lega Nord. “Noi dichiareremo l’inaccettabilità della posizione del Pd di sostituire la propria minoranza in commissione – ha commentato Renato Brunetta, all’indomani della cacciata dei 10 dissidenti dem – Lasceremo al Pd tutta la responsabilità di approvarsi in commissione l’Italicum blindato, a disonore del Partito democratico stesso”. Dopo Forza Italia, anche Sel ha annunciato il suo personale Aventino. Su Twitter, il capogruppo di Sel alla Camera, Arturo Scotto, scrive: “Renzi tratta la commissione come una sezione Pd. La sostituzione è un atto grave. Sel non partecipa a farse. Lasciamo i lavori e ci vediamo in aula”. L’appuntamento è per il 27 aprile.
“Sono sorpreso, non ne capisco la ratio. Mi pare che ci sia la volontà di strumentalizzare, di sottrarsi al confronto e di ricavare qualche beneficio politico in questo passaggio”. Così il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, commenta l’Aventino annunciato dalle opposizioni in commissione alla Camera. E su Forza Italia aggiunge: “Oggi FI fa scelte differenti ma non sul merito della legge e si è chiamata fuori scegliendo una deriva polemica non utile a FI stessa”.
Italicum, ecco chi sono i 10 sostituti scelti da Renzi
Paola Bragantini; Stefania Covello, della segreteria Pd; Edo Patriarca; Stella Bianchi; Maria Chiara Gadda; Giampaolo Galli, ex Confindustria; David Ermini, responsabile giustizia del Pd; Alessia Morani, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera; Alfredo Bazoli; Ileana Piazzoni, ex Sel passata nel Pd. Tutti e dieci andranno a sostituire gli altrettanti ribelli Pd: Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Andrea Giorgis, Enzo Lattuca, Alfredo D’Attorre, Barbara Pollastrini, Marilena Fabbri, Roberta Agostini e Marco Meloni
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