Maxi-fuga dal Movimento 5 Stelle
lasciano sei consiglieri comunali
Grillini azzerati a Empoli, Gambassi e Montelupo, frattura a Montaione: "Partito padronale, ci sentiamo traditi da Grillo e Casaleggio". Nasce la lista "Linea civica". Se ne va anche Massimo Giacomelli, primo consigliere eletto in Toscana: "La fuoriuscita non si fermerà"di Francesco Turchi
EMPOLI. Fuga di massa dei consiglieri comunali dal Movimento 5 Stelle nell'Empolese Valdelsa: "Partito padronale, ci sentiamo traditi da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Il progetto è completamente fallito. Chiediamo scusa ai cittadini che ci hanno dato il voto, ai quali però garantiamo che le idee e i programmi restano e li porteremo avanti". A distanza di appena otto mesi dalle elezioni amministrative, sei consiglieri di Empoli, Gambassi, Montelupo e Montaione lasciano il Movimento e fondano un nuovo soggetto "Linea civica". Si tratta di Umberto Vacchiano, Sabrina Ciolli e Lavinia Gallo, che di fatto, con la loro uscita, azzerano la presenza di grillini in consiglio comunale a Empoli. Con loro anche Simone Capezzoli, candidato sindaco di Gambassi Terme (era l'unico rappresentante 5 Stelle in consiglio) e Gabriella Giugni, consigliere di Montaione, dove invece l'altra grillina e candidata sindaco, Myriam Sacconi resta nel Movimento, così come Lisa Giuggiolini(Fucecchio), Gianni Frizzi ed Elisa Valori (Vinci), Giovanna Palamidessi e Alessandro Raspanti a Cerreto Guidi, Fabio Cibecchini, Franco Spera e Filomena Chimenti a Certaldo, mentre Cristina De Crescenzo(Montespertoli) non ha ancora preso una decisione e potrebbe sposare il progetto di "Linea Civica". Frattura anche nel consiglio dell'Unione dei Comuni dell'Empolese Valdelsa, con la fuoriuscita dal Movimento di Matteo Palanti e Lavinia Gallo, mentre Raspanti, Spera, Giuggiolini, Sacconie Frizzi restano.
Almeno per il momento, comunque, nessun matrimonio imminente con "Percorso Comune", il nuovo soggetto politico nato da consiglieri fuoriusciti dal M55 presentato da Miriam Amato, candidata a sindaco del Comune di Firenze: "Siamo in contatto con tutti i fuoriusciti e siamo aperti al confronto - spiega Matteo Palanti - ma la nostra priorità è l'impegno sul territorio".
"Le elezioni comunali sono state la naturale conseguenza di un impegno continuativo sul territorio e delle battaglie che sempre abbiamo combattuto: ci siamo candidati sotto un simbolo che reputavamo essere la sola alternativa possibile. Tuttavia, eletti a maggio in quello che si dichiarava essere a tutti gli effetti un "non-partito", ci troviamo iscritti a gennaio in quello che a tutti gli effetti si è istituzionalizzato come un partito, per di più padronale e verticistico, con un capo politico, uno statuto vigente diverso da quello a cui avevamo aderito, un Direttorio e un collegio di garanti: una mutazione radicale avvenuta senza la benché minima partecipazione".
"È sintomatico - proseguono - che uno dei gruppi che hanno deciso di dire basta a un sistema di gestione come quello attuale del Movimento 5 Stelle, sia proprio quello di Empoli. A Empoli siamo entrati in consiglio comunale, primi in Toscana, nel 2009 con l'allora consigliere Massimo Giacomelli. Comprendiamo quegli elettori che a maggio hanno dato la loro fiducia solo al simbolo del Movimento 5 Stelle: sappiamo bene che una parte di voti viene solo da lì, e non dai candidati o dai programmi. A queste persone vogliamo dire che la nostra scelta sofferta, e che ci costa molto caro in termini personali e politici, nasce dalla coerenza di cui quel simbolo che hanno votato si era arrogato la titolarità: lasciamo il Movimento perché siamo coerenti a quello che vi avevamo raccontato. Crediamo in un'alternativa possibile, in un modo diverso di gestire i nostri territori nella dignità delle Istituzioni, nella salvaguardia di pilastri fondamentali quali acqua pubblica, mobilità, sviluppo, ambiente, cittadinanza digitale e nella partecipazione delle persone".
"Sapevamo già in partenza che c'erano alcuni deficit di democrazia interna e trasparenza. Speravamo tuttavia che un Movimento in crescita, politicamente e nelle istituzioni, avrebbe saputo col tempo rimediare alle diverse mancanze riscontrate. Questo non è successo e anzi, il tempo, se possibile, ha peggiorato le cose. Oltre le espulsioni sempre più sommarie, la scelta di un Direttorio con listino bloccato, l'assenza di una qualsiasi linea politica chiara a livello nazionale e la formazione di un collegio di garanti scelti tra i fedelissimi, riteniamo che il punto più insanabile di tutti, e che segna la rottura di ogni possibilità di dialettica interna per operare un cambiamento da dentro il Movimento, sia proprio il Regolamento fatto ratificare dalla rete degli iscritti la vigilia di Natale. Questo annulla ogni possibilità di confronto democratico interno e di scelte condivise. Chi si è costruito un partito personalistico e padronale improntato alla democrazia di ratifica e non alla democrazia costruita dal basso, può tenerselo. Noi abbiamo troppo a cuore la democrazia per rimanere nel 5 Stelle".
"Lo stesso giorno in cui il nuovo regolamento è stato posto in votazione, abbiamo inviato un documento a Grillo, Casaleggio e ai parlamentari per chiedere alcuni chiarimenti. Abbiamo posto delle domande, come ultimo tentativo di ricercare il senso della nostra permanenza nel Movimento 5 Stelle. A quelle domande non è mai giunta una risposta. Anche la gestione delle primarie online per le Regionali di questi giorni ha dimostrato la totale assenza di una linea politica chiara e di un reale interesse per il territorio. Le votazioni sono avvenute senza rispettare la conformazione delle circoscrizioni, si sono tenute in poche ore e senza preavviso (come invece sancito dal Regolamento approvato la vigilia di Natale) e in molti collegi, come quello dell'Empolese-Valdelsa, ad esempio, mancano addirittura le donne per coprire le quote rosa".
In tutto questo, teniamo a dire però che la rete creata fra i vari Comuni, gli impegni presi coi cittadini e i contenuti dei programmi con cui ci siamo presentati alle elezioni amministrative, sono reali, e proprio perché intendiamo salvare la credibilità e la funzionalità di quelle idee e di questa rete reale e non virtuale di persone, usciamo dal Movimento 5 Stelle formando una nuova lista di ampio respiro e inclusiva denominata "Linea Civica", alla cui base restano i programmi elettorali di maggio e la nostra opposizione costruttiva. La nostra porta resta aperta a tutte quelle energie nuove che continuano a sentire il bisogno profondo di un cambiamento radicale".
Massimo Giacomelli, anche lui attivista del nuovo soggetto “Linea civica” è stato il primo grillino a mettere piede in un consiglio comunale in Toscana. Era il 2009 e alle elezioni amministrative, come candidato sindaco di Empoli, raggiunse il 4,8%: "Ma quel migliaio di voti – sottolinea con orgoglio – fu in buona parte merito mio, più che del Movimento, che era agli inizi". Poi dice la sua sugli ultimi eventi: "La fuoriuscita dal Movimento non si fermerà. Altri consiglieri dell’Empolese Valdelsa sono pronti a lasciare. C’è chi ancora spera in un cambiamento di rotta, ma alla fine ci seguirà. Ma quel migliaio di voti – sottolinea con orgoglio – fu in buona parte merito mio, più che del Movimento, che era agli inizi". Giacomelli spiega il graduale allontanamento: «Da mesi avevo forti dubbi sulla gestione del Movimento da parte di Grillo e Casaleggio. Ho deciso di aspettare, per non far pensare che la mia fuoriuscita venisse associata a una spaccatura interna al gruppo di Empoli. Con il passare del tempo, in tanti hanno condiviso i miei dubbi, anche in altri Comuni del circondario. Perché - rispetto al 2009 - non sono cambiato, continuo a portare avanti le solite idee, con coerenza: ma nel frattempo è cambiato Beppe Grillo».
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