Tutta la verità sul M5S raccontata da un deputato grillino
Un articolo dell’ex deputato grillino, Samuele Segoni, che incredibilmente è stato quasi ignorato dalla rete, ci spiega con dovizia di particolari come funziona il M5S, quale sia veramente il loro obbiettivo politico e, soprattutto, gli interessi milionari che girano attorno al "BRAND M5S"
Solitamente non ci interessiamo di politica italiana lasciando questo oneroso compito a persone “più esperte di noi”. Questa volta vogliamo fare una eccezione per il Movimento 5 Stelle o M5S che dir si voglia perché riteniamo che quanto scritto sul suo blog dal deputato ex grillino ora al gruppo misto, Samuele Segoni, valga veramente la pena di essere analizzato per capire come ragionano Grillo e Casaleggio e come impongano i loro ragionamenti ai cosiddetti “cittadini” in Parlamento.
Nell’articolo, intitolato “FAQ” Samuele Segoni fa una specie di auto-intervista o, se volete, elenca una serie di domande alle quali fornisce delle risposte (da qui il titolo Frequently Asked Question). Saltiamo a piè pari tutta la parte che riguarda i soldi è andiamo al nocciolo della questione (comunque un coda all’articolo trovate il link al post originale). A un certo punto l’ipotetico intervistatore pone alcune domande veramente utili per capire il M5S. Noi abbiamo selezionato le più importanti.
Domanda - Come sono cambiati gli obiettivi e l’azione politica/comunicativa del M5S?
Risposta – La mission politica del M5S è diventata l’autoconservazione come forza d’opposizione dura e pura, si punta a selezionare eletti fedeli (e grati) a prescindere, sono stati “prodotti” nuovi leader e sono stati allevati dei seguaci invece che delle teste pensanti. Il M5S è considerato e gestito come un BRAND (detto da dei big del M5S, non da me). Ed il successo del M5S viene misurato in base al traffico sulle nostre pagine internet. Questo vale sia a livello generale (gestione del M5S da parte della Casaleggio Associati) che a livello particolare per i singoli portavoce, che sono in competizione per il numero di “like” e di “follower” su Facebook e Twitter.
Commento: prima di tutto emerge la gestione quasi totalitaria del M5S da parte della Casaleggio Associati ma soprattutto emerge il tipo di gestione, quella di un “BRAND” cioè di un marchio da gestire in maniera manageriale. Le teste pensanti, che non sono tante nel M5S, vengono messe da parte e persino isolate per far posto ai “fedeli e obbedienti soldatini” che prendono ordini dalla Casaleggio Associati e agiscono di conseguenza. Come BRAND il M5S ha successo solo se porta traffico (e quindi denaro) sulle pagine del blog di Grillo e dei tanti blog ad esso associato.
Domanda – C’è democrazia interna nel M5S?
Risposta – No. Le grandi decisioni calano dall’alto. Non c’è rispetto delle minoranze interne, c’è un atteggiamento volto a stroncare qualsiasi voce critica con qualsiasi mezzo.
Commento: questo lo si era capito da un po’, ma detto da un grillino fa un certo effetto anche perché da questa domanda partono tutta una serie di altre domande e risposte che ci danno un quadro preciso della gestione del Movimento 5 Stelle sin dall’inizio della sua storia politica, e non è per niente come la racconta Grillo.
Domanda – Il M5S è diventato un partito?
Risposta – Non proprio. Ultimamente ha preso alcune peculiarità dei partiti, ma le ha stravolte e peggiorate ulteriormente. Faccio alcuni esempi. C’è un vertice ma non si sa chi è: il Duo Grillo-Casaleggio, alcuni parenti, la Casaleggio Associati, lo Staff di Grillo, i gestori delle pagine, i parlamentari del “cerchio magico”… non si capisce il confine tra tutte queste entità, le decisioni calano dall’alto all’ultimo momento e non si sa bene chi ha impartito gli ordini: ci si adegua e basta. C’è una base, ma non si sa chi è: in teoria dovrebbero essere gli iscritti certificati, in pratica sul territorio chiunque può aprire un meetup nel suo comune, anche se ce ne è già un altro. Se si tratta di mettere in difficoltà un personaggio scomodo con delle votazioni, si possono materializzare dal nulla una serie di “attivisti” mai visti in quell’ambito che fanno numero e sbilanciano le decisioni. Ci sono i capibastone, ma non si sa chi sono. Ultimamente si era palesata anche la presenza sui territori di personaggi di fiducia dei vertici del M5S che impongono il proprio volere (dicendo che è quello dello “staff”), procedendo con epurazioni, allontanamenti, faide e guerre intestine. Ultimamente è emersa anche la figura delle “sentinelle”: persone che hanno il compito di segnalare allo staff o ai capibastone tutte le voci fuori dal coro e tutti i movimenti degni di nota. Non c’è rispetto per le minoranze: in ogni posizione di rilievo vengono messi solo e soltanto fedelissimi.
Commento: questa è una delle parti più interessanti dalle quali si evince con chiarezza che i deputati grillini obbediscono agli ordini dall’alto e nemmeno si sognano di ragionare con le proprie teste o di prendere iniziative per conto loro. Chi lo fa viene isolato ed allontanato. Samuele Segoni non dice con chiarezza che a tirare i fili sia la Casaleggio Associati ma lo si può facilmente intuire. Addirittura disegna un M5S peggio dei partiti.
Domanda – La struttura opaca e disorganizzata del M5S è voluta o è un caso? E quali son i motivi?
Risposta – E’ studiata e programmata con cura. Davide Casaleggio addirittura se ne è vantato in un libro. Questa opacità è funzionale a diversi aspetti:
- In una situazione di perenne caos e disorganizzazione è facile fare in modo che la base non riesca ad organizzarsi e che il controllo rimanga saldo nelle mani dei vertici. È provato che qualsiasi tentativo dei territori di organizzarsi per scambiare idee e dati è stato stroncato violentemente dai vertici: l’uso di Liquid Feedback, la piattaforma Toscana, Airesis, la piattaforma ligure ecce cc…
- In una situazione di perenne caos ed emergenza è facile imporre le direttive dall’alto. Bere o affogare…
- Si possono prendere decisioni per tutti senza assumersi nessuna responsabilità. Non sapendo qual è la catena di comando ed i flussi delle informazioni e delle direttive, nessuno paga in caso di errori. Mentre nel PD Bersani è stato sostituito con Renzi a causa degli scarsi risultati, nel M5S tutti continuano a comandare nell’ombra.
Commento: anche qui siamo di fronte a una rivelazione davvero importante perché si evidenzia come Casaleggio mantenga volontariamente tutto il Movimento nel caos per poterlo meglio controllare. E chi, anche sul territorio, prova a cambiare questo stato di cose viene brutalmente allontanato.
Domanda – Qual è stata e come è cambiata nel tempo la linea politica del M5S?
Risposta – I volponi che fin dall’inizio hanno preteso di decidere ed imporre la linea politica del gruppo parlamentare avevano le idee chiare. Inizialmente il piano era: “entriamo in Parlamento a marzo 2013, non facciamo assolutamente niente tranne denunciare in maniera dura ed eclatante scandali e malefatte e fare azioni virali sul web, tanto ad ottobre 2013 con l’interdizione di Berlusconi la maggioranza entrerà in crisi ed andremo a votare, gli indecisi ci voteranno e vinceremo”. Era il modello “#scatoletta di tonno”. Ci fu detto di non perdere tempo con emendamenti, mozioni e proposte di legge ma di fare solo interrogazioni perché era lo strumento per eccellenza dell’opposizione. Come ampiamente previsto da chi come me si opponeva ad un simile approccio, col cavolo che si andò alle votazioni. Tuttavia la linea non cambiò molto, si continuò a dire che le proposte non interessano alla gente, che si doveva puntare a ottenere reazioni di pancia e che si doveva comunicare via web. Il programma politico era “#vinciamonoi” e “#tuttiacasa”. Ci furono le europee e fu un fallimento totale: noi perdemmo 3 milioni di voti, vinsero gli altri, Renzi invece di andare a casa si accomodò ancora più saldamente e comodamente sulla poltrona. Adesso la linea politica è “via le merde dal M5S”: dobbiamo allontanare le voci critiche, ci teniamo solo chi ha una fede cieca e si forma una piccola forza d’opposizione nelle istituzioni e un piccolo esercito di invasati sul territorio. Molto facile da gestire sia da un punto di vista pratico che politico.
Commento: questa è senza dubbio una delle parti più interessanti dell’articolo di Samuele Segoni perché evidenzia con chiarezza che il vero intento del M5S non è (o non era) quello di fare proposte e di favorire il cambiamento ma era solo quello di “non fare assolutamente nulla”, solo opposizione attraverso emendamenti ma nessuna vera proposta o azione politica utile a migliorare il Paese. Non solo, nel tempo la politica del M5S è diventata una sorta di “politica di mantenimento della ideologia iniziale”, cioè pur di mantenere la “linea politica” iniziale si epura chi prova ad alzare la voce e fa proposte volte al miglioramento del Paese. Insomma, a Grillo, Casaleggio e tutti gli altri del “cerchio magico” non interessa nulla del Paese Italia, gli interessa unicamente mantenere un rigido controllo sul Movimento 5 Stelle e su tutto l’indotto (leggi interessi) che esso porta.
Domanda – E le speranze di governo?
Risposta – Nella migliore delle ipotesi, se mai ci sono state, sono state abbandonate. Più facile fare opposizione: senza nessuna responsabilità si può dichiarare qualsiasi cosa ed anzi più si sparano grosse e più i flussi web aumentano.
Commento: altra parte veramente interessante perché evidenzia come al M5S non interessi assolutamente governare il Paese, al contrario di quanto affermano, ma che preferiscono semplicemente fare opposizione in quanto molto più facile e, probabilmente, perché una politica del genere non necessita di menti pensanti ma solo di soldatini o, per usare un termine tanto caro a Grillo, di ebetini pronti a obbedire agli ordini dall’alto.
Domanda – Perché il web è così importante per il M5S?
Risposta – Secondo me lo staff di Grillo ha verificato che ci sono i click anche senza voti. I click sono importanti perché portano molti soldi dalla pubblicità. Alcuni esperti che abbiamo consultato ci hanno fatto un conto approssimativo e hanno stimato l’incasso nell’ordine di qualche milione di euro all’anno. Da qui si capisce anche l’ossessione di comunicare generando campagne virali sul web, di snobbare TV e giornali, di adottare strategie comunicative basate sul “incredibile! Per sapere cosa è successo clicca qui!”.
Commento: e qui casca l’asino. Il web per Grillo e Casaleggio non è importante perché genera “democrazia dal basso” ma perché porta soldoni sonanti, porta click sul blog anche se i voti non ci sono. Quindi poco male se il M5S perde decine di migliaia di voti, l’importante è che porti click sul blog. Tutto questo vale (per i gestori) milioni di euro l’anno.
Riassumendo in poche parole: il M5S non è un movimento politico o un partito ma solo un BRAND che come tale va spremuto il più possibile. Non c’è e non c’è mai stata alcuna volontà di governare o di migliorare il Paese ma solo quella di mantenere intatto il BRAND. La cosiddetta “democrazia dal basso” serve solo a racimolare click sul blog e non a stabilire la linea politica del Movimento 5 Stelle e chi prova a dissentire o a fare proposte politiche diverse da quelle di Grillo e Casaleggio, cioè a rovinare il BRAND, viene allontanato senza tanti problemi. Qualcuno dirà: sono tutte cose che si sapevano. Vero, ma dette da uno che nel M5S ci ha creduto e che c’è stato dentro assumono una valenza diversa, non quella della supposizione ma quella della certezza.
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