venerdì 20 febbraio 2015

Riceviamo e pubblichiamo.

Ruby, Marysthell Polanco scrive a Boccassini: vuole confessare su Ruby. Berlusconi in panico: se parla è finita

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POLANCO

Adesso Silvio Berlusconi ha paura davvero. È l’inizio del crollo giudiziario. Perché per la prima volta i giudici di Milano, sul sexgate, hanno per le mani una potenziale “pentita”. Una che può negoziare la sua salvezza in cambio di una “confessione” su Berlusconi. E non una qualunque. Il sospetto che ha agitato le notti solitarie dell’ex premier ad Arcore è diventata una certezza: Marjsthell Polanco, una delle ragazze delle serate ad Arcore, ha scritto nei giorni scorsi una lettera indirizzata al pm Ilda Boccassini nella quale chiede di essere sentita sul caso Ruby. Ha voglia di parlare, una delle reginette del bunga bunga, custode finora di segreti inconfessabili su peccati (e forse reati) nelle cene eleganti. La lettera, sinistra in sé per Berlusconi, ha un altro particolare anch’esso sinistro: da quanto si è saputo, la lettera reca come indirizzo del mittente la casa di Aris Espinosa, altra olgettina delle notti di Arcore. Altra che sa.
È panico ad Arcore: “Se parla la Polanco, è finita. Fi-ni-ta”. Ecco perché Silvio Berlusconi passa la giornata a provare a capire cosa può succedere: “Così non l’ho mai sentito, aveva una voce dall’oltre” racconta chi lo ha sentito. Perché la Polanco è uno snodo fondamentale nei vari filoni processuali legati alle olgettine: Ruby 1, Ruby ter, processo Tarantini a Bari. Pare che gli avvocati di Berlusconi, che in procura hanno fonti e interlocutori, lo abbiano rassicurato: “Almeno Marjsthell non sarà arrestata”. Ma certo è un’informazione che non basta a rasserenare un umore plumbeo. Perché comunque la Polanco parlerà. Ed è anche l’anello debole della catena delle olgettine, visto che l'ex fidanzato fu arrestato perché trovato in possesso di dodici chili di cocaina e condannato a otto anni di carcere. È cioè la “ragazza” che a questo punto avrebbe tutto l’interesse ad essere collaborativa con i giudici. Nelle considerazioni catastrofiste e complottiste ad Arcore c’è pure chi nota un timing perfetto tra fine del Nazareno e nuova “valanga di fango in arrivo”, che certo non aiuta a parlare di Berlusconi come di un padre della patria. 
Si sente in trappola, Berlusconi. Perché il pentimento delle olgettine è il tassello che mancava ai giudici: “Finora – spiegano fonti vicine al dossier – i giudici hanno seguito la pista dei soldi, provando a dimostrare che Berlusconi paga le ragazze. Ma la traccia dei soldi non basta. Devi comunque provare il nesso tra pagamento e falsa testimonianza per il Ruby ter”. È questo nesso che potrebbe provare la Polanco: la confessione che le ragazze erano pagate per “mentire”. Il che renderebbe praticamente certo il rinvio a giudizio sul Ruby ter, dove Berlusconi è indagato per corruzione in atti giudiziari e dove, secondo l’ipotesi dell’accusa, avrebbe cercato di falsare gli esiti processuali addomesticando le testimonianze di molti degli invitati alle feste. Ma il “pagamento” rischia di impattare pure sul Ruby 1, su cui la Cassazione si pronuncerà il 10 marzo. Nel senso che, visto che la sentenza di Appello si fonda su false testimonianze, sarebbe possibile per la Cassazione rimandarlo in Appello.
Insomma, dalla bocca della ragazza può uscire la prova, anzi, la Prova. E c’è già chi evoca il modello tangentopoli, quando durante il “rito ambrosiano” i ladri di polli venivano liberati con la confessione si garantivano la libertà purché fornissero elementi sui tesorieri dei grandi partiti o sui grandi leader. Finora il controllo delle ragazze ha funzionato in questi anni. Secondo i pm grazie ai pagamenti. Ora alcune di loro sembrano particolarmente inquiete. Quattro in particolare, soprattutto dopo l’ultima perquisizione: oltre alla Polanco, Barbara Guerra, Iris Berardi, Alessandra Sorcinelli. Potrebbe esserci un effetto a catena. Anche perché Berlusconi non può più pagare, altrimenti la sua posizione processuale rischia di peggiorare. Fino all’inizio del processo Ruby ter, Berlusconi aveva candidamente ammesso di dare alle partecipanti alle cene eleganti una paghetta di 2500 euro al mese: “Povere ragazze, hanno perso lavoro e fidanzato”. Poi però, nel 2013, iniziato il processo, fece sapere che le paghette erano interrotte, perché era iniziato il processo per corruzione di testimoni. E la paghetta avrebbe compromesso la sua posizione processuale. Secondo i pm Gaglio e Siciliano, coordinati dal procuratore aggiunto Pietro Forno, i pagamenti sarebbero continuati. Ed è questo alla base delle perquisizioni di 22 dei 45 indagati del Ruby ter di qualche giorno fa. E, se continuasse a pagare, si aprirebbero scenari inquietanti. Dice un catastrofista di corte: “Nel momento in cui viene rinviato a giudizio sul Ruby ter, un pagamento può rappresentare la reiterazione del reato. Il che giustificherebbe una misura cautelare”.
E adesso può succedere davvero di tutto. Perché la Polanco apre un altro file. Assieme a Barbara Guerra, oltre ad essere indagata nel Ruby ter, è testimone in un altro processo chiave per Berlusconi, quello Tarantini a Bari, che riguarda le feste a Villa San Martino e a palazzo Grazioli del 2008 e 2009. Il nesso che attribuisce un ruolo decisivo alle ragazze lo spiega Gianni Barbacetto sul Fatto, in uno di quegli articoli che Niccolò Ghedini sottolinea con l’evidenziatore: “I pm milanesi dell’indagine Ruby 3 potrebbero chiedere ai magistrati di Bari i verbali delle deposizioni di Guerra, Visan e Polanco davanti ai giudici del processo tarantini: le loro dichiarazioni sotto giuramento potrebbero confermare - o smentire – le accuse loro rivolte a Milano. D’altra parte, i giudici baresi, per ‘proteggere’ il loro processo, potrebbero chiedere atti di Milano che provano pagamenti di Berlusconi e possibili inquinamenti probatori. Milano e Bari sono diventati tribunali dai destini incrociati”. Per il destino di Berlusconi: “Se la Polanco parla – ripetono ad Arcore - è finita”.

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