lunedì 16 febbraio 2015

Povera Italia in quali mani siamo finiti. Mandiamo a casa questi incapaci.

Riforme, i Cinque Stelle non si dimettono più

16/02/2015 - di 

Il perché lo spiega Michele Giarrusso: «Avrebbe avuto senso se insieme a noi si fosse dimessa tutta l’opposizione ma nessuno è disposto a staccarsi dalla poltrona»

Riforme, i Cinque Stelle non si dimettono più
Il Movimento Cinque Stelle scende dall’Aventino ed allontana l’idea delle dimissioni dei parlamentari in risposta alle riforme costituzionali. La conferma arriva da uno dei cinque «coordinatori» del Movimento, Carla Ruocco, ripresa dal Messaggero: «Non pensiamo a gesti estemporanei, noi abbiamo chiesto un confronto sui nostri temi».
 Vincenzo Livieri - LaPresse
Vincenzo Livieri – LaPresse

NON CI DIMETTIAMO PERCHÉ GLI ALTRI NON LO FANNO -

Secondo il senatore a cinque stelle Michele Giarrusso, l’idea delle dimissioni in blocco, maturata nel corso della seduta fiume della notte scorsa, «Avrebbe avuto senso se insieme a noi si fosse dimessa tutta l’opposizione ma evidentemente in questo Parlamento nessuno è disposto a staccarsi dalla poltrona». Allora visto che non si dimettono gli altri non si dimettono neanche i 5 Stelle. Carla Ruocco però non chiude le porte ad eventuali future barricate: «è chiaro che se il governo non ci ascolta e il Parlamento viene completamente esautorato allora è meglio risparmiare i soldi che i cittadini spendono».

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«RENZI? È IL NIPOTINO DEL DUCE» -

Certo i pentastellati speravano di avere una sponda con la minoranza del Partito Democratico. Insieme avrebbero lavorato ai fianchi la maggioranza sul tema delle riforme. L’evoluzione della situazione politica ha però cambiato, e di molto, le carte in tavola. Continua Giarrusso, parlando del Pd: «quello che è successo con la Costituzione è un fatto grave. Hanno una maggioranza larga? Vero ma solo grazie ad una legge dichiarata incostituzionale». Grillo, sul suo blog, condivide l’idea forzista di una «deriva autoritaria» parlando di «golpe bianco». A tal proposito, secondo Giarrusso: «Renzi è il nipotino del Duce, come Mussolini si prepara ad andare in Libia, sa bene che a 350 chilometri dalle coste italiane c’è il petrolio».

«LE VIOLENZE DELL’ISIS? NE MUOIONO PIÙ SULLE STRADE» -


Giarrusso non sembra neanche spaventato dalla minaccia dell’Isis in Libia e le violenze dello Stato Islamico in quel paese: «Ne muoiono di più nei weekend per gli incidenti stradali sulle autostrade italiane…». E sempre sull’Isis Giarrusso chiede ai ministri competenti, Pinotti e Gentiloni di riferire in Aula «prima di assumere decisioni dal carattere unilaterale e in violazione dei principi costituzionali». I parlamentati pentastellati delle commissioni Esteri e Difesa, parlando di Isis, hanno diffuso un comunicato in cui già da ora chiudono le porte ad un intervento militare in Libia:
«La storia ­ci insegna che la guerra in passato ha sempre contribuito ad alimentare il terrorismo e l’attuale scenario mediorientale, con l’insorgere di nuove e pericolose organizzazioni terroristiche come lo Stato islamico, ne è la più chiara e nitida dimostrazione»

MATTARELLA L’ULTIMA CARTA -

Al Movimento Cinque Stelle resta una sola carta, quella di Mattarella, ben apprezzato dai grillini per aver usato un volo Alitalia per recarsi a Palermo anziché un volo di Stato. Non c’è ancora un appuntamento in agenda ma certo i cinque del direttorio vogliono andare al Quirinale per trovare un rapporto con il successore di Napolitano. In tutto questo continua la raccolta di firme per il referendum anti-euro così come prosegue la campagna elettorale per le Regionali. Nel 2013 il M5S aveva preso il 25 per cento alle politiche, ma è anche vero che in passato le consultazioni locale sono andate male, molto male. (Photocredit copertina Roberto Monaldo / LaPresse)

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