sabato 21 febbraio 2015

E un'altra è fatta. Andiamo avanti.

La Grecia e l’accordo per altri 4 mesi di aiuti. Tsipras: “Cancellati gli impegni sull’austerità” 

Il premier greco soddisfatto ringrazia Renzi. Ma in realtà non motivo per esultare
Il premier greco, Alexis Tsipras

21/02/2015
«Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra». Il giorno dopo l’accordo con l’Europa, il premier greco Alexis Tsipras canta vittoria. L’intesa prevede un’estensione degli aiuti ad Atene per quattro mesi. In cambio il governo ellenico lunedì dovrà presentare il piano per il rientro nei parametri. Ma il leader di Syriza è soddisfatto: «Le vere difficoltà sono ancora di fronte a noi, comunque abbiamo raggiunto il nostro principale obiettivo all’interno dell’Eurozona: l’intesa ha cancellato gli impegni sull’austerity dei precedenti governi». Parole destinate a far discutere, soprattutto a Berlino.  

L’ASSE ROMA-PARIGI  
Secondo fonti socialiste europee Italia e Francia nell’Eurogruppo di ieri hanno fatto fronte comune per arrivare all’accordo con la Grecia, bloccando la richiesta di Schaeuble di ulteriore rinvio alla prossima settimana. E oggi c’è anche stata una telefonata tra Matteo Renzi e Alexis Tsipras. Il premier ellenico ha chiamato il presidente del Consiglio per ringraziarlo per il ruolo svolto in queste ore a livello europeo. Ieri Renzi aveva parlato del lavoro di «cerniera» fatto dall’Italia e dal ministro Padoan all’Eurogruppo. 

CHI HA VINTO E CHI HA PERSO  
In realtà Atene non ha troppe ragioni per esultare. Infatti il pesante programma di salvataggio oggi in vigore dovrà essere completato sotto il controllo della Troika, e non ci sono evidenti sconti di consolidamento, né novità quantitative per il calendario di riforme già definito. La verità è che ieri i negoziatori di Alexis Tsipras hanno dovuto cedere. Non poco. Il premier voleva un semestre per trattare ancora, auspicava vincoli ridotti e ampia flessibilità. Ha ottenuto quattro mesi, perché «bisogna fare in fretta», ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Un segnale preciso, il suo. Perché l’intesa mantiene una gabbia piuttosto rigida per l’operato nel nuovo governo ellenico.  

IL “CONTENTINO” A TSIPRAS  
Vero che l’avanzo primario del 2015 sarà inferiore al 3 per cento concordato tre anni fa, tuttavia l’obiettivo per Atene resta al 4,5 nel 2016. Mentre ogni eventuale misura che impatti sul programma dovrà essere discussa con «le istituzioni», nuovo nome della Troika, il club dei controllori formato da Ue, Fmi e Bce. Un contentino semantico per Atene. I greci pagano una diplomazia troppo muscolare che ha irritato i partner di Eurolandia. Prepotente è stata l’offensiva dei ministri portoghese e spagnolo, gli ultimi a cedere anche alla bozza messa sul tavolo alle 18, con tre ore di ritardo e con l’accordo di Varoufakis e Schaeuble.  

CHE COSA SUCCEDERE ADESSO  
Lunedì i greci presenteranno una «prima lista di riforme» e le «istituzioni» lo valuteranno nei giorni successivi, quando il verdetto sarà reso da Dijsselbloem. «Se non passa, cade l’intesa», sentenzia Varoufakis. Però ogni nuovo esborso con cui consentire ad Atene di rinnovare l’immenso debito avverrà solo se il programma di aiuti sarà rispettato. In attesa degli sviluppi, vanno raccontati i massi che il tedesco Schaeuble si è allegramente tolto dalle scarpe. «Sarà difficile per Tsipras spiegare l’intesa agli elettori», ha detto a Eurogruppo chiuso.  

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