Sondaggi, Renzi resiste nonostante tutto. Pd al 37%. M5S al 19. Lega al 14
Stragi di migranti e caos alla Camera nelle votazioni per la riforma costituzionale sembrano non penalizzare il partito di Renzi. Mentre il centrodestra è sempre più in affanno. Forza Italia crolla al 13%. Ecco tutti i numeri a confronto
Pd oltre il 37%. Movimento 5 Stelle al 19. Lega Nord vicina al 14. Forza Italiaal 13. Quella appena trascorsa è stata decisamente una settimana di calma piatta sotto l’aspetto del consenso di partiti e del loro appeal elettorale. I sondaggi dei più noti istutiti demoscopici impegnati a monitorare regolarmente le intenzioni di voto degli italiani, indicano infatti negli ultimi giorni percentuali di preferenze potenziali molto vicine a quelle già indicate ad inizio febbraio. In sostanza è come se dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica non vi fosse stato più alcun sussulto capace di spostare consenso: né le ultime stragi di migranti, nè la bagarre alla Camera nella votazione alla riforma costituzionale, sembrano aver condizionato negativamente i partiti a sostegno della maggioranza.
SONDAGGI: IL PD DOPPIA IL M5S – A parlare chiaro è la media dei sondaggi realizzati tra il 4 e il 17 febbraio da dieci diversi autori: Demos&Pi, Swg, Ipr Marketing, Ixè, Emg Acqua, Lorien Consulting, Ipsos, Euromedia Research , Piepoli e Datamedia. Il Partito Democratico (dopo aver ripreso quota ad inizio mese per l”effetto Mattarella‘) si attesta ora al 37,6% oscillando tra il 37% di consenso indicato da Datamedia (interviste del 16-17 febbraio) al 38,7% segnalato da Swg (9-11 febbraio). Il Movimento 5 Stelle, dopo gli exploit delle Politiche 2013 e delle Europee 2014, continua a mantenersi vicino al 20% con una media del 18,8%, esattamente la metà rispetto al Pd, e un picco del 20,2%, indicato da Ipsos. In uno scenario simile, insomma, il partito di Matteo Renzi non avrebbe difficoltà a portare a casa il premio di maggioranza, visto l’ampio divario con le altre formazioni.
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SONDAGGI: FI IN PICCHIATA – Continuano, nvece le difficoltà del centrodestra, che vede da alcune settimana la Lega Nord catturare più simpatie (e probabilmente anche voti) del partito di Silvio Berlusconi. Il Carroccio negli ultimi 7 giorni ha ancora rosicchiato un decimo di punto raggiungendo il 14% netto di preferenze potenziali, mentre Forza Italia è scesa ancora di due decimi, al 13,2%. Ciò significa che, in caso di elezioni con un modello elettorale Italicum, recentemente passato al Senato, con premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, né gli azzurri, né le camicie verdi, sarebbero in grado di insidiare i pentastellati per andare eventualmente al ballottaggio con il Pd. Per loro sarebbero quindi determinanti le fusioni in liste unitarie. Potrebbero essere, ad esempio, preziosi gli accordi con il Nuovo Centordestra di Angelino Alfano, possibile alleato di Forza Italia, o con Fratelli d’Italia, più vicino alla Lega di Salvini che al Pdl di Berlusconi. Ncd e Udc insieme si aggirano intorno al 3,9, poco sotto il 4,4% ottenuto alle Europee dello scorso maggio. Fratelli d’italia resiste al 3,1% E Sel, infine al 4%. Poco da fare per tutti gli altri. Rifondazione Comunista (mai oltre l’1,3%), Italia dei Valori, Verdi e Radicali, secondo i sondaggisti non si avvicinano mai oggi alla soglia di sbarramento che l’Italicum dovrebbe far calare al 3%.
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