Il bello del nucleare - Centrale Fukushima, la Tepco rivela: rischio tumore per 2.000 lavoratori
A distanza di due anni dall'incidente avvenuto nell'impianto nucleare, un'indagine interna alla società che lo gestisce ha stabilito che il livello di radiazioni a cui sono stati esposti i lavoratori può provocare il cancro alla tiroide. Il dato sul numero di persone colpite è superiore di dieci volte alla stima precedente
(reuters) TOKYO - Quasi duemila operai che lavorarono nell'impianto di Fukushima, nei giorni e nelle settimane seguite dal disastro nucleare, sono stati esposti a livelli tali di radiazioni che adesso rischiano il cancro alla tiroide. Dopo la crisi nella centrale atomica del marzo 2011, la Tepco, la società che gestisce l'impianto, ha condotto controlli su 19.592 lavoratori. Gli esami - come riporta il quotidiano giapponese Asahi - hanno stabilito che 1.973 operai lavorarono in un ambiente con indici di radiazioni superiori ai 100 millisievert annui (la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni raccomanda livelli inferiori ai 20-100 millisievert). Il dato è superiore di 10 volte alla stima precedente della Tepco sul numero di possibili vittime da cancro e arriva dopo che l'azienda era stata pesantemente criticata per aver fornito dati troppo ottimistici.
Il quotidiano, in particolare, ha obiettato il fatto che sia il ministero della Sanità sia la Tepco hanno per un lungo periodo verificato solo le radiazioni assorbite dal corpo, senza specifici riferimenti alla tiroide in assenza di obblighi specifici delle regolamentazioni nazionali. Solo lo scorso dicembre, la Tepco ha presentato un primo rapporto sulle dosi assorbite, consegnando all'Organizzazione mondiale della Sanità i dettagli su 522 lavoratori, da cui sono emersi 178 con quatitativi oltre i 100 millisievert, fino al picco di 11.800 millisievert.
Come riferimento, l'International Commission on Radiological Protection (Icrp), agenzia impegnata a rafforzare le conoscenze nel campo della radioprotezione, ha peraltro fissato in 20-100 millisievert la fascia già rischiosa per la salute. L'Oms ha disposto, quindi, una rilevazione più dettagliata della contaminazione interna che ha spinto la Tepco a controlli sanitari fino agli attuali 19.592 lavoratori, di cui 3.290 sono propri dipendenti e altri 16.302 lavoratori di aziende partner, ha spiegato un portavoce della utility.
Gli ultimi risultati sono quindi 10 volte più grandi di quelli di dicembre a conferma del fatto che la radioattività assorbita è stata costituita dallo iodio rilasciato nei primi giorni dopo lo scoppio della crisi nucleare causata dal violento sisma/tsunami dell'11 marzo 2011. E non è escluso che le analisi fatte riguardino forse solo la metà di quanti hanno avuto a che fare, più o meno direttamente, con le operazioni di emergenza alla centrale.
L'esperienza di Cernobyl, secondo l'Asahi, ha indicato che la contaminazione della tiroide aumenta il rischio di cancro, anche - in base a ultime ricerche - al di sotto dei 40 anni.
Il quotidiano, in particolare, ha obiettato il fatto che sia il ministero della Sanità sia la Tepco hanno per un lungo periodo verificato solo le radiazioni assorbite dal corpo, senza specifici riferimenti alla tiroide in assenza di obblighi specifici delle regolamentazioni nazionali. Solo lo scorso dicembre, la Tepco ha presentato un primo rapporto sulle dosi assorbite, consegnando all'Organizzazione mondiale della Sanità i dettagli su 522 lavoratori, da cui sono emersi 178 con quatitativi oltre i 100 millisievert, fino al picco di 11.800 millisievert.
Come riferimento, l'International Commission on Radiological Protection (Icrp), agenzia impegnata a rafforzare le conoscenze nel campo della radioprotezione, ha peraltro fissato in 20-100 millisievert la fascia già rischiosa per la salute. L'Oms ha disposto, quindi, una rilevazione più dettagliata della contaminazione interna che ha spinto la Tepco a controlli sanitari fino agli attuali 19.592 lavoratori, di cui 3.290 sono propri dipendenti e altri 16.302 lavoratori di aziende partner, ha spiegato un portavoce della utility.
Gli ultimi risultati sono quindi 10 volte più grandi di quelli di dicembre a conferma del fatto che la radioattività assorbita è stata costituita dallo iodio rilasciato nei primi giorni dopo lo scoppio della crisi nucleare causata dal violento sisma/tsunami dell'11 marzo 2011. E non è escluso che le analisi fatte riguardino forse solo la metà di quanti hanno avuto a che fare, più o meno direttamente, con le operazioni di emergenza alla centrale.
L'esperienza di Cernobyl, secondo l'Asahi, ha indicato che la contaminazione della tiroide aumenta il rischio di cancro, anche - in base a ultime ricerche - al di sotto dei 40 anni.
1 commento:
Per chi crede ancora al nucleare.
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