Il Colle inferocito, il governo in imbarazzo, mezzo Parlamento che ne chiede le dimissioni. Roberto Calderoli prova a difendersi, ancora, dopo il polverone sollevatodall'insulto rivolto al ministro Kyenge, paragonato a un orango. "Ho fatto una premessa al comizio, cioè il mio amore per gli animali, sottolinea Calderoli in un'intervista al Corriere della Sera. Lì - sbagliando, lo ammetto - ho esplicitato un pensiero: citare l'orango era un giudizio estetico che non voleva essere razzista. Mi lasci spiegare. Io - prosegue Calderoli - ho una mia forma mentis: quando conosco una persona, faccio paragoni estetici con un animale. Per tutti". E via quindi con una raffica di associziaoni. Letta? "Un airone". Alfano? "Un po' rana..." Il ministro Cancellieri?: "Mi dà l'idea di un San Bernardo, che è pacioso ma sa anche mordere".
A chi invoca un suo passo indietro, in quanto vicepresidente del Senato, Calderoli replica: "Da vicepresidente del Senato io rispondo del mio comportamento in Senato. Ho un duplice ruolo: istituzionale e politico. Mi muovo di conseguenza. Se non va bene, si metta la regola che chi ha un ruolo in un partito non può fare il vicepresidente del Senato". E ancora: "l giorno che dovessi pronunciare una frase sconveniente in Senato, sarò il primo a dimettermi. Ciò che accade fuori lo giudicano il mio partito e soprattutto gli elettori".
Sulla sponda governativa, sempre al Corriere della Serail ministro replica duramente all'esponente leghista. "Non mi rivolgo alla persona ma alla carica istituzionale che ricopre, per invitarlo a fare una riflessione profonda. Da queste sedie rappresentiamo l'Italia, parlaimo a nome dei cittadini . E le parole hanno un peso".
Le richiesta di dimissioni non è diretta, ma il messaggio che la Kyenge lancia, a domanda diretta, è chiaro: "Preferisco non esprimermi. Dico, però, che se non è in grado di tradurre un disagio in un linguaggio anche duro, ma corretto, bisogna forse dare l'incarico a chi è capace".