venerdì 19 luglio 2013

Anche questi tre grandi statisti e esponenti politici di primo piano. Come avremmo fatto a vivere senza questi soggetti. Povera Italia.


Fede, Mora e Minetti condannati

Nel processo "Ruby bis": 7 anni per i primi e cinque per l'ex consigliere regionale della Lombardia

19 luglio 2013
Venerdì 19 luglio la quinta sezione penale del tribunale di Milano, presieduta da Annamaria Gatto, ha condannato in primo grado Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, imputati di induzione e sfruttamento della prostituzione nel processo cosiddetto “Ruby bis”. Mora e Fede sono stati condannati a 7 anni e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici, mentre Minetti ha ricevuto una condanna a 5 anni di reclusione e 5 anni di interdizione. Il giudice ha stabilito anche l’invio degli atti del processo in Procura, perché venga valutata l’ipotesi di falsa testimonianza nei confronti di Berlusconi, Ghedini, Ruby e altre persone comparse come testimoni nel processo.
Più nel dettaglio, le condanne sono state emesse per i seguenti reati, come spiega il Corriere:
L’ex agente dei vip è stato condannato per induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile. A Mora sono state però concesse le attenuanti generiche per il comportamento tenuto durante il processo e per aver partecipato a buona parte delle udienze: per questo alla fine la condanna è stata equivalente a quella stabilita per Fede. Emilio Fede è stato condannato per favoreggiamento e induzione alla prostituzione delle ragazze maggiorenni, mentre è stato assolto dall’induzione e dal favoreggiamento della prostituzione di Ruby. Gli è stato invece contestato il reato di favoreggiamento della prostituzione minorile. Nicole Minetti è stata condannata per favoreggiamento alla prostituzione delle maggiorenni, assolta, per non aver commesso il fatto, per l’induzione alla prostituzione delle maggiorenni e assolta, per non aver commesso il fatto, per quanto riguarda il favoreggiamento e induzione alla prostituzione di Ruby.
La vicenda è la stessa per cui, il 24 giugno scorso, l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado dallo stesso tribunale di Milano a 7 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, perché riconosciuto colpevole di concussione per costrizione e prostituzione minorile.
Il 31 maggio scorso l’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Piero Forno e dal sostituto Antonio Sangermano (gli stessi che, con l’aggiunta di Ilda Boccassini, rappresentavano l’accusa nel processo a Berlusconi), ha chiesto per i tre imputati la condanna a sette anni di carcere, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e una multa di 35 mila euro.
L’accusa
Il “processo Ruby bis”, come il processo a Silvio Berlusconi, riguarda complessivamente 34 ragazze che, secondo la ricostruzione dell’accusa, sono state coinvolte in un sistema di prostituzione durante alcune serate nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore, in provincia di Monza. Il processo è cominciato nel novembre del 2011.
Sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, durante quelle serate alcune ragazze venivano pagate per “mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici” nell’ormai celebre sala discoteca della villa San Martino dell’ex presidente del Consiglio, ma soprattutto restavano per la notte e avevano rapporti sessuali con Berlusconi, che retribuiva in seguito con somme di denaro o altri beni (le celebri “Olgettine” si chiamano così perché abitavano in una serie di appartamenti di via Olgettina, non lontano da Milano Due). Il ruolo di Fede, Mora e Minetti in queste vicende sarebbe stato quello di organizzare le serate, selezionare le ragazze (nel caso di Fede e Mora anche grazie alle loro conoscenze nel mondo dello spettacolo) e portarle ad Arcore.
Tre ragazze che parteciparono a quelle serate, cioè Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil, si sono costituite parte civile nel processo e sono testimoni importanti dell’accusa (altre due ragazze si erano costituite parte civile ma hanno poi ritrattato la loro posizione); Fadil, in particolare, ha chiesto un risarcimento di 2 milioni di euro per danni morali e d’immagine. Molte udienze del processo sono consistite in lunghe serie di testimonianze – alcune decine – che hanno fornito ricostruzioni contrastanti delle serate, negando o confermando le attività sessuali che coinvolgevano Berlusconi.
Le feste furono numerose, e a tredici di quelle, tra la metà di febbraio e i primi giorni di maggio del 2010, partecipò anche Karima El Mahroug detta “Ruby Rubacuori”, allora minorenne. Il ruolo di Ruby è molto importante perché nel suo caso il reato di induzione alla prostituzione avrebbe l’aggravante della minore età (sarebbe nata il 1 novembre del 1992, secondo la ricostruzione del Fatto Quotidiano).
Perché un altro processo?
La decisione di separare la posizione di Silvio Berlusconi è stata presa dai pubblici ministeri di Milano che indagavano sul caso già a febbraio del 2011, ed aveva l’obbiettivo di chiedere il giudizio immediato per l’ex presidente del Consiglio e abbreviare così i tempi. Nei confronti di Mora, Fede e Minetti si è proceduto invece con il rito ordinario.
Gli imputati
Tutti i tre imputati si sono dichiarati più volte innocenti. Emilio Fede, 83 anni, è stato per vent’anni il direttore del TG4 prima di essere licenziato all’inizio del 2012. Nicole Minetti ha 28 anni ed è nota per essere stata l’igienista dentale di Silvio Berlusconi – oltre che per alcune, brevi apparizioni televisive – ed è stata consigliere regionale della Lombardia per il Popolo della Libertà tra il 2010 e il 2012. Il 58enne Lele Mora, conosciuto anche presso il grande pubblico per la sua attività di manager nel settore dello spettacolo e per i suoi rapporti con il fotografo Fabrizio Corona, è attualmente affidato ai servizi sociali dopo essere stato condannato a marzo 2012 per bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale nel fallimento della sua società LM Managements.

1 commento:

Unknown ha detto...

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