Il Fatto e il problema del M5S con gli esperti
Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano di oggi scrive un corsivo molto interessante sul MoVimento 5 Stelle e sul pericolo di finire in ostaggio degli esperti in vista della formazione del governo a 5 Stelle per la campagna elettorale prossima ventura. Feltri in premessa spiega che i grillini hanno un personale politico così poco esperto che per essere credibili come forza di governo devono coinvolgere tecnici dispessore.
Ma gli esperti hanno tre difetti:
1)se sono bravi, di solito hanno già collaborato con la politica e quindi hanno un’etichetta di partito che lirende incompatibili col M5S
2) se sono politicamente “vergini”tendono a essere troppo fumosi e poco praticabili (vedi Domenico De Masi)
3) gli stessi leader dei Cinque Stelle non hanno le competenze per distinguere i bravi dai ciarlatani, i rigorosi (l’immunologo Guido Silvestri) da aspiranti guru o ciarlatani in cerca di un pubblico. Se per una serie di coincidenze il tecnico individuato è adeguato al ruolo – Marcello Minenna assessore a Roma – si pone subito il problema che la sua competenza lo rende non controllabile, il rapporto è troppo squilibrato, l’asimmetria di competenze indebolisce il ruolo della dirigenza politica.
Feltri con lucidità spiega che l’unico rimedio a questa “trappola” è alzare il livello degli eletti e dei rappresentati del M5S nelle istituzioni. Altrimenti si rischia molto:
L’alternativa alla dipendenza dai tecnici sarebbe trasformare il Movimento in un partito vero, dotarlo di un think tank interno, raccogliere richieste ed elaborare politiche. Ma questo sembra incompatibile con la democrazia diretta online. Il rischio è che un governo Cinque Stelle possa contare solo su due tipi di ministri: politici impreparati o tecnici preparati ma politicamente poco omogenei, quindi poco legittimati e a costante rischio epurazione.
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