“Dittatori, fascisti, bugiardi”. Insulti contro i grillini per la delibera sulle bancarelle
Il gruppo Pd ha annunciato che scriverà al prefetto per “denunciare la modalità con cui si sono svolte le sedute su questa delibera”
Ancora caos in Aula Giulio Cesare dove la maggioranza M5s ha licenziato il testo per il nuovo regolamento del commercio su area pubblica a Roma con 28 voti favorevoli e 10 voti contrari della minoranza. Al momento del voto in Aula era presenta anche la sindaca Virginia Raggi. All’approvazione è riesplosa la rabbia di alcuni tra commercianti e ambulanti che hanno accolto la notizia con un applauso ironico seguito da urla e insulti verso la maggioranza grillina. “Buffoni” e “fascisti” tra i cori urlati in Aula Giulio Cesare contro il M5s.
I commercianti presenti tra il pubblico hanno interrotto più volte l’intervento in Assemblea Capitolina del consigliere M5s Andrea Coia, firmatario della delibera, costringendolo a interrompersi. “Buffone”, “fuori”, “dittatori”, “bugiardi”, alcune delle urla rivolte insieme a degli insulti alla maggioranza grillina e a Coia.
“È inaccettabile che un consigliere non possa rendere una sua dichiarazione in Aula – ha detto il presidente Marcello De Vito – Invito la polizia locale a identificare e allontanare chi disturba i lavori”, ma i manifestanti sono rimasti tra il pubblico mentre Coia ha ripreso il suo intervento.
Il provvedimento, definito dall’opposizione come una sanatoria sulle bancarelle che favorisce le lobby, è arrivato in Aula dopo che i grillini hanno lavorato su diversi emendamenti per superare i pareri negativi del Segretariato e della Ragioneria capitolina. Ma non è la prima volta che ci sono disordini. L’altro giorno dopo l’apertura dei lavori si sono registrati momenti di tensione tra il gruppo M5S, che aveva esposto cartelli contro le opposizioni, alcune associazioni di venditori ambulanti e i giornalisti, denunciando “bugie” nella narrazione dei contenuti del provvedimento.
Le opposizioni, che martedì avevano presentato centinaia di emendamenti per bloccare i lavori, contestano le multe ribassate per chi commette irregolarità, la sanatoria entro 90 giorni per le licenze da riesaminare e la possibilità di somministrare cibo e bevande nei mercati rionali. Se le nuove norme venissero approvate, le sanzioni per gli ambulanti “infedeli” sarebbero più basse: multe più ridotte, dunque, per chi ad esempio vende merce non prevista dalla licenza, come le bancarelle di fiori che propongono souvenir e bijoux, oppure per chi allestisce i banchi con tavoli e tendoni non a norma.
Tant’è che i dem hanno da tempo ribattezzato la delibera Coia una “SalvaTredicine“ che sana gli abusi e favorisce la nota famiglia romana, finita spesso nell’occhio del ciclone giuridico per le sue attività. Inoltre l’apertura serale dei mercati rionali, con i banchi che potranno trasformarsi in spazi di somministrazione o vendita di cibo caldo, renderebbero – è l’accusa- invivibili i rioni assediati dalla movida”.
“In Campidoglio continuerà l’opposizione ad un regolamento che devasta la città per favorire pochi operatori – accusano i dem – Un’opposizione condotta insieme a tanti cittadini, associazioni e blog, che vogliono vedere un cambiamento vero e non il ritorno a vecchie pratiche consociative”. E il gruppo Pd ha annunciato che scriverà al prefetto per “denunciare la modalità con cui si sono svolte le sedute su questa delibera”.
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