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Cinque minuti al telefono per ribadire a Trump la fermezza della Francia nel rifiutare nuovi negoziati che mettano in discussione gli accordi di Parigi. E poi una sfida frontale durante il discorso pubblico all'Eliseo. Emmanuel Macron ha preso in mano la situazione dopo l'annuncio dato dal presidente Usa del ritiro americano dalla piattaforma internazionale sul clima. Il neo-eletto capo di Stato transalpino ha detto al suo collega di Washington che "gli Stati Uniti e la Francia continueranno a lavorare insieme, ma non sul tema del clima". E la linea dello scontro è diventata ancora più evidente quando, parlando in inglese e rivolgendosi agli americani che dissentono dalla posizione della Casa Bianca sull'accordo di Parigi, il presidente francese ha "scippato" la frase cult di Trump - "Make America great again" - rilanciandola in chiave ecologica:"Make our planet great again".

"Ingegneri, scienziati americani che lavorate sul clima - ha detto Macron - vi lancio un appello. Venite a lavorare in Francia, con noi". In precedenza, parlando in francese, aveva affermato di "rispettare la decisione sovrana" di Trump definendola però "un errore per l'interesse del suo popolo e per il futuro". Concetti cribaditi anche in inglese, rivolto direttamente agli americani: "la Francia crede in voi, il mondo crede in voi. Siete una grande nazione, vi siete schierati contro l'ignoranza e l'oscurantismo. Ma sul clima non ci sono piani B, perché non c'è un pianeta B".

Dal punto di vista operativo, la linea della fermezza si tradurrà in un  asse tra Ue e Cina per portare avanti comunque le linee guida dell'accordo rigettato ora da Trump. A trainare il programma sarà il triangolo tra Parigi, Berlino e Roma, con i tre leader che in una dichiarazione congiunta hanno ribadito che gli accordi sottoscritti non possono essere rinegoziati.