L'Espresso in edicola fa le pulci alla situazione economica e alle scelte editoriali della società di comunicazione che si occupa (anche) di Grillo
Questa settimana il numero de L’Espresso in edicola si occupa di Fratello Governo e Sorella Lobby, ovvero di tutti i collegamenti con i poteri forti del MoVimento francescano di Beppe Grillo. In un servizio di Luca Piana invece si riepilogano i conti della Casaleggio Associati, l’impresa creata da Gianroberto Casaleggio e ora seguita da Davide, che fa bella mostra di sé nel saio di San Francesco sulla copertina de L’Espresso.
Sono doverose due premesse. La prima è che l’ultimo documento disponibile è relativo al 2015, ormai un po’ datato. La seconda è che Casaleggio, quando gli è stato chiesto, non ha mai rivelato se nei conti dell’azienda affluiscono i soldi della pubblicità che gli inserzionisti effettuano sul blog di Grillo e su altri siti collegati al partito. Messi in chiaro questi punti, per l’azienda il 2015 è stato un anno davvero negativo. Il fatturato è sceso a 1,1 milioni di euro, rispetto agli 1,5 milioni del 2014 e ai due del 2013.Il bilancio non spiega quale sia la scomposizione dei ricavi dell’azienda, che pubblica anche libri. C’è solo una breve nota, che dà due diverse informazioni. La prima spiega che «la società svolge prevalentemente l’attività di consulenza informatica strategica». La seconda che il 2015 «è stato un anno impegnativo per la società, a causa di alcuni modelli editoriali on line dimostratisi di difficile sostenibilità economica con il modello pubblicitario e dai quali nel 2016 si è deciso di disinvestire».
Su cosa sta disinvestendo la Casaleggio? Sui siti già messi all’indice qualche tempo fa da Buzzfeed come portatori di notizie-bufala e propaganda putiniana. E a questo proposito, in pochi hanno notato che dopo aver pesantemente richiamato Buzzfeed sulla vicenda i contenuti da quei siti non vengono più ripostati, come prima, dalla pagina facebook di Beppe Grillo:
Quali siano questi «modelli editoriali» non si dice, anche se non dovrebbe trattarsi dei siti più conosciuti, TzeTze, La Fucina, La-Cosa, che restano attivi e collegati societariamente con la Casaleggio Associati. La nota prosegue sostenendo che «l’area consulenziale legata alla definizione di strategie di rete originali per i clienti risulta molto apprezzata da parte delle società».I nomi dei clienti non vengono citati, mentre c’è una piccola novità rispetto al 2014: l’investimento di qualche migliaia di euro per acquistare una quota in una start up californiana che fa algoritmi, chiamata Soshoma. Alla fine, grazie a una drastica riduzione del costo del personale e delle altre spese, la perdita del 2015 è stata limitata a 123 mila euro, in calo rispetto ai 151 mila del 2014.
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