giovedì 2 marzo 2017

C’è Romeo e Romeo. E i grillini tornano forcaioli

Politica e Giustizia
©Claudio Bernardi/Lapresse
Roma, 22 febbraio 2013 - Piazza San Giovanni
La pioggia non ferma la calata dei grillini in piazza San Giovanni per il comizio di chiusura della campagna elettorale del leader dei cinquestelle. L'intervento di Beppe Grillo previsto per le 21,00.
nella foto: grillini in piazza SanGiovanni
Due inchieste scuotono la politica. Anche la reazione del M5S è duplice
 
In questi giorni le inchieste della magistratura stanno scuotendo la politica. Protagonisti – loro malgrado – delle indagini, anche i partiti. I casi balzati agli onori della cronaca sono due.
L’inchiesta Consip
Questa inchiesta parte da una indagine su alcuni appalti miliardari, con relative tangenti. Le indagini hanno portato all’arresto dell’imprenditore campano Alfredo Romeo. Ma la vicenda riguarda anche altri come il generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, l’ex ministro Luca Lotti e ad essere chiamato c’è, tra gli altri, Tiziano Renzi, il padre dell’ex Presidente del Consiglio Matteo. Tra le prove esaminate dai magistrati, c’è una intercettazione telefonica in cui due degli indagati parlano del fatto di avere contatto Tiziano Renzi. Inoltre, è stato trovato un “pizzino” con un elenco di nomi e di cifre, tra cui una che dice: “30 mila euro a T.”. Lettera che potrebbe essere l’iniziale di Tiziano, ma anche di qualsiasi altra cosa. Per questo i magistrati hanno deciso di mandare un invito a comparire a Tiziano Renzi che ha chiesto di essere ascoltato.
Il Caso Raggi, Marra e Romeo
La vicenda ha impegnato per molti giorni tutti i media ed è partito con l’arresto dell’ex braccio destro della sindaca Raffaele Marra. Si tratta del caso giudiziario e politico che coinvolge Virginia Raggi, sindaca di Roma, Salvatore Romeo, ex capo della segreteria di Raggi, e l’ex capo del personale del comune arrestato con l’accusa di corruzione lo scorso dicembre. Virginia Raggi è indagata per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico per le modalità della nomina di Renato Marra – fratello di Raffaele, che era vicecapo della Polizia Municipale – a capo del dipartimento Turismo del comune di Roma. A complicare le cose (per la Raggi) c’è stata anche la vicenda delle polizze vita: Romeo ne aveva fatte due a favore della sindaca: una da 3000 euro con scadenza nel 2019, una senza scadenza da 30 mila euro. Queste fatte prima della vittoria della Raggi alle elezioni. Una terza è poi stata fatta a dicembre scorso, da 8000 euro.
Questi sono i fatti con le dovute differenze tra un’inchiesta e l’altra. Comunque fa riflettere l’atteggiamento incoerente del movimento Cinquestelle che, abbandonato il giustizialismo del tutti a casa degli albori, è diventato garantista difendendo la sindaca Raggi per poi ritornare alla gogna per il caso Consip. E dire che per quel giustizialismo a priori hanno preso voti e sono stati eletti ma certo applicarlo a se stessi è più doloroso.
La premessa che è bene ricordare è una: la responsabilità penale è personale. Se anche Tiziano Renzi dovesse tra qualche anno essere riconosciuto colpevole, questo non vuol dire che Matteo Renzi ne sapesse qualcosa.
Eppure sui social network il passo dei grillini è breve. Le accuse a Renzi di essere in qualche maniera coinvolto nella vicenda si sprecano. Anche Beppe Grillo sul suo blog ha lanciato sotto l’hashtag #RenziConfessa cinque domande (illazioni?) a Renzi.
Tra le dichiarazioni odierne spicca quella della senatrice Paola Taverna “Insomma dal Giglio Magico al Crisantemo Appassito il passo è breve… ma è breve anche il tempo che divide il paese da nuove elezioni. Oh Romeo, Romeo perchè sei tu Romeo…”. E poi attacca: ” Questa sarà stata la frase che ieri, nelle redazioni di molti quotidiani, avrà turbato le coscienze di quelli che, loro malgrado, dovevano rassegnarsi a fare informazione. Sì, hanno arrestato proprio quel ‘Romeo’, amico di papà Renzi, coinvolto nell’indagine che riguarda l’appalto più grande d’Europa (2,7 miliardi) e che vede indagato anche il Ministro Lotti”.
E’ bene ricordare anche le dichiarazioni della senatrice sulle vicende romane. “Io di leggere cose su Virginia Raggi non ne posso più, basta, veramente a questa donna, hanno contato anche i tre capelli bianchi in più che le sono venuti da quando è stata eletta” aveva puntualizzato Taverna spiegando anche il suo stato d’animo.  “Anche oggi apri il giornale, e Berdini e la chat e la Raggi. E che palle! Basta”.
E poi come non rammentare anche le posizioni di Luigi Di Maio. Due anni Di Maio si scagliava contro “una certa elite intellettualoide italiana” e spiegava: “Per me ai politici non va applicata la presunzione di innocenza. È facendo i garantisti con i politici che abbiamo rovinato lo Stato Italiano. Altro che presunzione di innocenza. Io per questa gente vedo solo presunzione di indecenza”.
Eppure i forcaioli pentastellati che inneggiano alla macchina del fango riscoprono la moderazione quando gli scandali colpiscono i loro, mettendo in atto con maestria distinguo e giustificazioni ad hoc.
Un doppiopesismo diffuso che è sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi siano le conclusioni a cui arriveranno i magistrati nelle inchieste citate, il dato di fatto è che: è vero, quando si parla di politica e giustizia, per i grillini uno vale uno.

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