Oltre 150 milioni di euro, secondo le stime contenute nell’ultimo rapporto di «Itinerari previdenziali», frutto di meccanismi di assoluto favore del tutto simili a quelli dei parlamentari
Nei giorni scorsi abbiamo parlato delle proposte del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle sulle pensioni per i parlamentari e sui vitalizi, ricordando anche che la proposta dei grillini non abolisce alcun vitalizio mentre quella dei democratici è rimasta seppellita per anni alla Camera e viene riesumata soltanto oggi dopo l’offensiva del M5S. Abbiamo anche segnalato che l’INPS di Boeri nel 2015 in un rapporto intitolato “Non per cassa, ma per equità”, ha proposto di creare un Sostegno di inclusione attiva per gli ultracinquantacinquenni, finanziato attraverso i tagli ai vitalizi di 250mila pensionati d’oro. La proposta dell’INPS pubblicata sul suo sito prevede: un «reddito minimo garantito» di 500 euro (400 € nel 2016 e nel 2017) al mese per una famiglia con almeno un componente ultra 55enne. Piano, finalizzato al reinserimento lavorativo, finanziabile con gli 1,2 miliardi che deriverebbero dalla rimodulazione delle prestazioni assistenziali percepite al di sopra dei 65 anni di età da quel 10% di popolazione che percepisce redditi più elevati, circa 230 mila famiglie.
La vergogna dei vitalizi ai consiglieri regionali
Oggi La Stampa ricorda l’altro pezzo dello «scandalo», ovvero i vitalizi delle Regioni (che pure la proposta Richetti mette nel mirino): oltre 150 milioni di euro, secondo le stime contenute nell’ultimo rapporto di «Itinerari previdenziali», frutto di meccanismi di assoluto favore del tutto simili a quelli dei parlamentari. In tutto le Regioni nel 2015 hanno erogato ben 3538 vitalizi (2583 pensionati diretti e 945 reversibilità), contro i 2116 della Camera ed i 1271 del Senato. L’importo medio si attesta attorno ai 45.245 euro (42.314 euro conteggiando anche le reversibilità), contro gli 81.830 dei deputati e i 68.103 dei senatori.
Paolo Baroni ci ricorda che in questo caso non tutte le regioni sono uguali:
Ci sono infatti forti differenze sia sugli importi dei trattamenti concessi, che spesso si cumulano poi con altri vitalizi ed altre pensioni toccando cifre davvero esagerate, sia come quantità. La Regione «più virtuosa» in questo caso è la Lombardia, dove secondo i calcoli di «Itinerari previdenziali» si contano 44.800 abitanti per ogni vitalizio erogato a fronte di una media nazionale di 17.195. A seguire poi ci sono Lazio (26.055), Emilia Romagna (25.131), Campania (23.497) e Piemonte con 22.586. La Regione «meno virtuosa» è il Molise, dove si conta addirittura un vitalizio ogni 3852 abitanti. A seguire nell’ordine si piazzano poi Sardegna, Basilicata, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, con medie comprese tra 5300-5800 abitanti per ogni assegno.
A pagare gli assegni più ricchi è la Regione Puglia, che ai 159 suoi pensionati stacca un assegno che in media vale 77.987 euro l’anno. Ma anche la Sicilia con 60.293 euro lordi, la Sardegna con 58.236 e la Calabria con 56.053 euro non scherzano. Il più misero invece spetta a 139 ex consiglieri della Toscana, che beneficiano di un vitalizio che in media vale appena 26.660 euro lordi l’anno. Con la proposta Richetti questi vitalizi verrebbero ricalcolati con il metodo contributivo.
Nessun commento:
Posta un commento