Tesseramento Pd, scoppia il caso Puglia. I renziani: la federazione di Lecce è nelle mani di D'Alema (DOCUMENTO)
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Può finire a “carte bollate”, aveva minacciato Michele Emiliano ai tempi in cui chiedeva il Congresso del Pd. Ora il Congresso c’è, ma si preparano anche le carte bollate. Con un surplus di veleno. Perché stavolta la guerra sul tesseramento 2016 cade nella cornice dell'inchiesta Consip e corre sul confine labile della scissione, chi sta dentro e chi sta fuori dal Pd, chi se n’è andato con gli scissionisti e voterà Orlando, chi resta per votare Emiliano, i renziani che sono sempre più in trincea a difendere il fortino. E così dopo il caso Napoli, infuria il caso Puglia, terra del governatore e candidato Emiliano. I renziani stanno preparando le carte, in queste ore le segreterie provinciali e regionali stanno facendo conti e ragionamenti. Ma sulla federazione di Lecce una lettera è già arrivata al Nazareno. Eccola qui per Huffington Post (versione integrale in fondo all'articolo).
Lecce, si legge, si sta “caratterizzando come l’unica federazione in Italia dove gli ‘scissionisti’ restano a loro comodo alla guida del Pd condizionandone indisturbatamente l’attività interna”.
Ecco qui il passaggio più significativo del documento firmato da Alessandra Giammarruto, componente della segreteria regionale pugliese:
- nei circoli commissariati (circa 20): le tessere nella maggior parte dei circoli non sono state neppure consegnate. Ne è stata accolta la disponibilità avanzata da componenti della direzione regionale ad occuparsene;
- nei circoli gestiti da segretari aderenti a 'Consenso': sono diversi i segretari che hanno manifestato pubblicamente nelle iniziative che si stanno svolgendo in provincia l’idea di lasciare il partito (non ora ma a giugno a conclusione del congresso e delle amministrative) che hanno volutamente gestito in modo del tutto discrezionale il tesseramento locale, inibendo la partecipazione e costringendo molti compagni, anche per il semplice rinnovo, ad optare per il tesseramento on line e/o ad iscriversi a circoli di comuni limitrofi;
- a Lecce Città: nella stessa città capoluogo non è stato istituito alcun ufficio adesioni, non è mai stata data pubblicità dei giorni dedicati al tesseramento cittadino. Anche qui alcuni hanno optato per il tesseramento on line altri sono stati indirizzati presso la sede provinciale a ritirare la tessera personale. Diverso trattamento è stato riservato al consigliere comunale Sergio Signore al quale sono state consegnate 200 tessere.
È un atto di accusa contro il segretario provinciale Salvatore Piconese, reo di aver partecipato al lancio dell’associazione dalemiana "Consenso" a Lecce il 17 febbraio scorso – con tanto di video dell’intervento “pubblicato sulla pagina Facebook di Consenso” – ma anche per aver ospitato proprio nella sede del Pd “una riunione organizzativa di Consenso presieduta dal consigliere regionale Ernesto Abaterusso alla presenza del Segretario provinciale, di componenti della segreteria nonché della direzione provinciale ad essi riferibili”. Riunione avvenuta il “25 febbraio scorso”, quando avrebbe dovuto esserci “la massima mobilitazione” per l’ultimo weekend del tesseramento chiuso ieri. La missiva indirizzata al vicesegretario Lorenzo Guerini, al presidente Matteo Orfini, alla segreteria regionale e alla commissione nazionale di garanzia chiede di intervenire.
Si avvi la procedura per il commissariamento o sospensione per tutta la durata del congresso dei poteri del Segretario provinciale di Lecce.
Si propone la nomina di un triumvirato a rappresentanza delle 3 mozioni congressuali nazionali (eventualmente integrata qualora dovessero essere depositate ulteriori candidature) che sostituisca le funzioni del segretario di modo da garantire durante la fase congressuale l’agibilità politica ed organizzativa necessaria anche a sostegno del duro lavoro che dovrà svolgere la Commissione provinciale per il congresso.
Carte bollate. “È vero che alla fine le primarie sono aperte, ma la fase iniziale del Congresso è riservata agli iscritti – segnalano dal Nazareno – E qui c’è il problema di chi sta già con un piede fuori dal partito o che aveva anche dichiarato di voler uscire, ma non lo fa per votare Emiliano, posticipando a dopo la decisione a seconda del risultato…”. In altre parole il rischio è di inquinamento tra dentro e fuori, quasi una continuazione della guerra tra chi ha votato Sì al referendum e chi ha votato No, Renzi e gli anti-Renzi.
Perché sempre lì siamo: al 4 dicembre. Nel Pd già temono che si materializzi di nuovo quel fantasma: tutti uniti contro Renzi. Paradossalmente al quartier generale renziano hanno storto il naso quando sono arrivate le previsioni di alcuni sondaggisti sulla partecipazione alle primarie. Addirittura c’è chi prevede 4 milioni di votanti. Tantissimi, ai livelli delle primarie dell'Unione vinte da Romano Prodi nel 2005. Ma proprio nei circoli vicini a Renzi, proprio lì dove si spera nelle primarie aperte come arma per vincere anche a dispetto del Pd, di essere contenti e fiduciosi, si teme il rischio “inquinamento”. Qualcuno in Transatlantico la traduce così: “Se la partecipazione sarà così alta, significa che magari anche i grillini andranno ai gazebo per votare per Emiliano e sbarazzarsi definitivamente di Matteo…”.
Non a caso, tornando al caso Lecce, nella lettera di denuncia interna si fa notare anche che “durante la campagna referendaria, come noto a tutti la Federazione di Lecce è stata il comitato permanente delle ragioni del No. Sia formalmente che sostanzialmente”.
Ma la Puglia ribolle non solo a Lecce. Anche nella Bat, la provincia che mette insieme Barletta-Andria-Trani, ci sono casi che i renziani considerano sospetti. “Stiamo acquisendo la documentazione proprio in queste ore – ci dice Elena Gentile, eurodeputata – ma certo si può già dire che è sospetto il tesseramento online di mille iscritti solo a Barletta, città di centomila abitanti. Stiamo cercando di capire da quante carte di credito sono state pagate le tessere: una per ogni tessera o a pacchetto? Vogliamo vederci chiaro, per incoraggiare chi si vuole avvicinare al Pd, per il bene di tutti i candidati”.
Ecco il documento in versione integrale:
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