sabato 4 marzo 2017

I fuoriusciti dal PD vorrebbero fare quelli di sinistra. Peccato che per anni non sono stati in grado di portare il PD nei partiti socialisti europei (lo ha fatto Renzi). E a quanto pare il PSE li considera di destra. W l'Italia, paese nel quale va tutto al contrario.

SE NE SONO ACCORTI ANCHE IN EUROPA
Altro che rivoluzione socialista, i socialisti europei proprio non vogliono averci nulla a che fare e prendono le distanze.
Il PSE chiuda la porta in faccia al neonato Movimento Democratici e Progressisti per bocca del suo leader, Serger Stanishev. La motivazione è categorica, non c’è spazio in Europa per chi mina l’unità dei progressisti.
"Secondo noi la decisione di alcuni membri del Pd di lasciare il partito è un errore storico [...] Dispiace vedere criticato uno dei più avanzati progetti politici che è stato finora un modello di successo per diverse ragioni: la fusione e la sinergia fra culture politiche democratiche, l'apertura alla società civile e la pratica delle primarie molto partecipate. 
Vedere tutto questo messo in discussione per un conflitto interno è molto difficile da capire dal di fuori [...] Non ci può essere spazio nella nostra famiglia per forze politiche che minano l'unità del nostro movimento".
Sul Massimo D’Alema invece il giudizio del leader socialista è pesantissima:
"È da molti mesi che vediamo che si comporta con una totale mancanza di lealtà politica nei confronti del Pd e anche nei confronti del Pse. Spesso abbiamo avuto l'impressione che il suo approccio critico fosse dovuto principalmente a dei risentimenti personali".
Il neonato movimento di Roberto Speranza, Enrico Rossi e Arturo Scotto rimane isolato in Europa dove sono visti come “paria”.

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