venerdì 20 settembre 2013

Un altro regalo che ci ha fatto il nostro grande statista.

Alitalia diventa francese?

di  - 20/09/2013 - Air France aumenterà il capitale a precise condizioni. Un altro grande successo di Silvio Berlusconi, che qualche anno fa regalò i debiti al pubblico creando la famosa (e inutile) cordata "salva italianità"

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La compagnia francese si trova nella sgradevole situazione di dover spendere per salvare Alitalia, mentre in patria taglia posti di lavoro e costi con la mannaia.

ALITALIA
L’INDISCREZIONE - Air France-KLM “deve decidere lunedì prossimo sulla sua partecipazione o meno a un aumento di capitale in Alitalia. Il gruppo è pronto a salire fino al 50%”, scrive il quotidiano francese La Tribune, addentrandosi poi nell’analisi di un rapporto travagliato da due compagnie che hanno un difetto in comune: perdono soldi. Secondo i commentatori francesi che si sono espressi a seguito dell’annuncio, nel consiglio di amministrazione di Air-France non c’è grande consenso per la proposta e bisognerà attendere che sia formalizzata per saggiarne la consistenza
TAGLI OVUNQUE - La mail inviata ai dipendenti Alitalia qualche giorno fa spiega bene la tendenza: «A seguito della razionalizzazione / ottimizzazione del network, che comporterà una consistente riduzione di attività di volo sulla base Torino e, conseguentemente, la necessità di intervenire sul dimensionamento dell’organico ivi presente, Le chiediamo di esprimere la Sua preferenza per una delle altre basi operative del Gruppo, inviando una mail entro lunedì 30 settembre. Cordiali saluti».  Alitalia taglia, lo fa da quando è sotto le insegne dell’italianità di CAI e chi ha investito ora è chiamato ad aumentare il capitale, perché i tagli non bastano e la compagnia perde più di mezzo milione di euro al giorno.
10% DI POSTI IN MENO - Air France-KLM non fa tanto di diverso, il piano per il taglio di 8.000 posti in tre anni in fase d’attuazione sarà rivisto fino a quota 12/15.000 posti in meno, il 10% della forza lavoro, secondo i conti che è stato possibile astrarre dalle dichiarazioni dell’altro ieri del presidente d’Air France KLM, Alexandre de Juniac. La compagnia francese ha troppi dipendenti, da tre a quattro volte di più impiegati negli aeroporti del concorrente di riferimento Lufthansa ed è rimasta a guardare l’esplosione dele compagnie low-cost, questi sono i difetti, o gli errori di gestione, che gli esperti imputano alla compagnia, che peraltro ha debiti in abbondanza. I tagli servono proprio a un’operazione urgente volta a tagliare i debiti di almeno due miliardi (sono circa sette) in tre anni e fanno parte di un menù vario che comprende anche investimenti nel low cost e razionalizzazioni a tutti i livelli.
IL BARATRO DEI DEBITI - Ma anche Alitalia si trova nuovamente a fare i conti, a distanza di 3 anni dalla sua nascita, con gravi problemi di perdite e la liquidità in cassa inizia a scarseggiare. Nonostante le forti riforme introdotte nella compagnia, Alitalia ha perso in tre anni 735 milioni di euro ottenuti in seguito alla ricapitalizzazione del 2009. Air France, che nel 2009 aveva offerto 1,7 miliardi di euro per assorbire la compagnia e i relativi debiti oggi detiene il 25% della compagnia e l’opzione per impadroniersene, ma non sembra intenzionata a salire oltre il limite del 50% che le imporrebbe l’OPA sulla totalità delle azioni.
SERVONO SOLDI - A giugno Alitalia aveva bisogno di 300 milioni di euro, e più o meno attorno a questa dimensione ci si attende che i soci mettano mano al portafogli e ricapitalizzino l’azienda, anche se all’orizzonte non c’è l’ipotesi di un pareggio di bilancio ed è difficile anche l’intevento del governo, che già aveva gentilmente offerto alla compagnia un robusto sostegno, ormai speso.Per salire a una quota prossima al 50% e risparmiare così le tasche degli altri soci, Air France-KLM chiederà comunque una contropartita, su tutte un maggiore controllo sulla gestione della compagnia e sulle decisioni strategiche, in pratica di diventare quasi del tutto padrona di Alitalia senza liquidare i soci italiani, ai quali rimarranno consolazioni relative e comunque la minaccia di futuri aumenti di capitale non tanto remoti nel tempo.
BUTTA MALE - In questo modo Air France si avvicinerebbe all’acquisto di Alitalia spendendo meno di quanto non fosse disposta a spendere nel 2009, ma oggi i tempi sono cambiati e anche quel meno oggi sembra essere troppo, una spesa che la compagnia francese, sostenuta dai contribuenti francesi, non si potrebbe permettere e una scommessa strategica che forse non vale la pena, nonostante il valore intrinseco del mercato italiano, sul quale Lufthansa si sta facendo largo con sapienza sfruttando la crisi di Alitalia.
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