venerdì 20 settembre 2013

Grillo è la fotocopia di Berlusconi


Le offese a Boldrini, molto poco rivoluzionarie

su Parole Povere
Autore: Toni Jop
 
Data:2013-09-20
Dev’essere l’aria di sinistra che lo rende feroce. Fatto sta che Beppe Grillo non ha mai usato tanta violenza nemmeno nei confronti di Berlusconi. Anzi, mentre con il caimano è sempre stato un po’’gattone – probabile solidarietà di classe – con Laura Boldrini ha proprio perso le staffe, benché le ostilità con la presidente della Camera non siano iniziate ieri.
Sul solito blog, il padre padrone dei Cinque Stelle ha dedicato al suo attuale primo bersaglio queste belle parole: «Oggetto di arredamento del potere». Colpo grosso. Ma lui sta facendo la rivoluzione e la rivoluzione non è un tavolino biedermeier. Quindi, via libera all’onda di passione che tende a riconnettere la base dei fans della ghigliottina, i gruppi parlamentari e lo staff dei suoi aiutanti.
L’attacco a Laura Boldrini piace a tutti i livelli dell’edificio grillino, utilissimo in un momento di difficoltà. Poiché non si può prescindere dal quadro in cui questa ferocia abbastanza incomprensibile pretende di lasciare il segno. E il quadro è deciso dall’uscita di scena, almeno dal fronte istituzionale, proprio di Berlusconi. La novità sbilancia il piano di gioco di Grillo, lo costringe a sortite faticose per tappare le falle di un presente in cui, tanto per cambiare, lui non ha alcun ruolo: è forse Grillo il dio che sta cacciando il piccolo cesare di Arcore dall’olimpo?
Forse è lo strenuo lavoro dei parlamentari che da lui dipendono il motore di questa «liquidazione»? Macché. Del resto, al furibondo “Beppe” Silvio serviva lì dov’era, ben vivo e vincente, stretto nell’abbraccio con il Pd delle larghe intese: solo questa disposizione dei soggetti gli avrebbe garantito di armare una campagna elettorale senza procurarsi ernie mentali, rinunciando ai colpi di teatro. Tra l’altro, non può nemmeno accusare il Pd di aver salvato Berlusconi, perché, a dispetto dei suoi desideri, così non è stato.
Di conseguenza, alla demolizione della sinistra deve pensare lui, in prima persona, e Laura Boldrini può servire come bersaglio.
Formalmente, non le perdona di aver rappresentato l’istituzione senza un occhio di riguardo per i suoi quando son saliti sui tetti della Camera o per altre sciocchezze che sta gonfiando a dismisura davanti al suo pubblico.
«Tratta i nostri rappresentanti come degli scolaretti», lamenta paterno mentre spera che i suoi fans dimentichino la fantastica scelta di andare alle elezioni con il Porcellum.
Ma intanto svela di che pasta sia fatta la sua rivoluzione.

1 commento:

Unknown ha detto...

Sono proprio dei cafoni.

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