Movimento 5 stelle, i dissidenti siciliani pronti a fondare un partito
L'ex Venturino pensa a una nuova formazione. Che accolga i deputati delusi. E dialoghi col Pd. Frattura in giunta a Parma.
di Maurizio Zoppi
Che al suo interno ci sia da tempo una certa agitazione è cosa nota. Ora, però, il Movimento 5 stelle (M5s) sembra essere realmente sul punto di spaccarsi.
Dopo i pessimi risultati raccolti alle ultime elezioni amministrative e le voci di una possibile scissione dei «cittadini» dissidenti al Senato, alcuni fuoriusciti stanno lavorando in Sicilia a una nuova formazione politica.
VENTURINO GUIDA LE OPERAZIONI. Il regista di questa operazione è il vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana (Ars), l'ex grillino Antonio Venturino, cacciato dal Movimento per una questione di emolumenti e definito da Beppe Grillo, senza troppi giri di parole, un «pezzo di merda». «Il M5s continua a sbagliare, ormai non ha più nulla da comunicare alla gente», ha sbottato Venturino. «Perderanno le amministrative anche qui in Sicilia». Dove, è il ragionamento del vicepresidente dell'Ars, «non è merito di Grillo o Casaleggio se i 15 parlamentari a Cinque stelle controllano con attenzione i lavori del governo Crocetta. Loro pensano che il partito sia formato da marionette». Secondo Venturino, «le persone vogliono risultati concreti; attraverso il dialogo, il confronto, [ma] Grillo non vuole confrontarsi con nessuno».
CAMPANELLA E CURRÒ IN PARTENZA. La nuova creatura politica è in «lavorazione», pronta a prendere forma solo dopo il 9 e il 10 giugno (quando Catania e Messina sono attese al voto per le amministrative). Al suo interno potrebbero rientrare alcuni deputati grillini, su tutti Francesco Campanella e Tommaso Currò («Parliamo spesso al telefono», ha raccontato Venturino, «a loro ho esposto la mia idea politica»), oltre ai militanti di Rivoluzione civile, il partito (sciolto) di Antonio Ingroia, e a una serie di dissidenti del Partito democratico siciliano. Proprio al Pd Venturino guarda per aprire una nuova fase di dialogo.
La nuova formazione non ha ancora un nome. Ma una cosa è certa: «Non avrà un leader alla Grillo».
NUTI: «CHI VUOLE PUÒ ANDARSENE». E mentre l’ombra della scissione tormenta anche il Movimento 5 stelle del Lazio - il flop di Marcello De Vito a Roma e l’esclusione dai ballottaggi in tutte le città capoluogo hanno spinto un gruppo di parlamentari e senatori a preparare la via d’uscita dal movimento per avvicinarsi al Pd - i vertici ostentano tranquillità.
«Queste diaspore nel partito sono soltanto delle dicerie», ha fatto muro il vicecapogruppo vicario Riccardo Nuti. «Chi vuole crearsi un nuovo partito o vuole approdare al Pd, comunque, è libero di farlo. Sicuramente noi non incateneremo nessuno al nostro movimento». Alcuni nel M5s sembrano averlo preso in parola.
Dopo i pessimi risultati raccolti alle ultime elezioni amministrative e le voci di una possibile scissione dei «cittadini» dissidenti al Senato, alcuni fuoriusciti stanno lavorando in Sicilia a una nuova formazione politica.
VENTURINO GUIDA LE OPERAZIONI. Il regista di questa operazione è il vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana (Ars), l'ex grillino Antonio Venturino, cacciato dal Movimento per una questione di emolumenti e definito da Beppe Grillo, senza troppi giri di parole, un «pezzo di merda». «Il M5s continua a sbagliare, ormai non ha più nulla da comunicare alla gente», ha sbottato Venturino. «Perderanno le amministrative anche qui in Sicilia». Dove, è il ragionamento del vicepresidente dell'Ars, «non è merito di Grillo o Casaleggio se i 15 parlamentari a Cinque stelle controllano con attenzione i lavori del governo Crocetta. Loro pensano che il partito sia formato da marionette». Secondo Venturino, «le persone vogliono risultati concreti; attraverso il dialogo, il confronto, [ma] Grillo non vuole confrontarsi con nessuno».
CAMPANELLA E CURRÒ IN PARTENZA. La nuova creatura politica è in «lavorazione», pronta a prendere forma solo dopo il 9 e il 10 giugno (quando Catania e Messina sono attese al voto per le amministrative). Al suo interno potrebbero rientrare alcuni deputati grillini, su tutti Francesco Campanella e Tommaso Currò («Parliamo spesso al telefono», ha raccontato Venturino, «a loro ho esposto la mia idea politica»), oltre ai militanti di Rivoluzione civile, il partito (sciolto) di Antonio Ingroia, e a una serie di dissidenti del Partito democratico siciliano. Proprio al Pd Venturino guarda per aprire una nuova fase di dialogo.
La nuova formazione non ha ancora un nome. Ma una cosa è certa: «Non avrà un leader alla Grillo».
NUTI: «CHI VUOLE PUÒ ANDARSENE». E mentre l’ombra della scissione tormenta anche il Movimento 5 stelle del Lazio - il flop di Marcello De Vito a Roma e l’esclusione dai ballottaggi in tutte le città capoluogo hanno spinto un gruppo di parlamentari e senatori a preparare la via d’uscita dal movimento per avvicinarsi al Pd - i vertici ostentano tranquillità.
«Queste diaspore nel partito sono soltanto delle dicerie», ha fatto muro il vicecapogruppo vicario Riccardo Nuti. «Chi vuole crearsi un nuovo partito o vuole approdare al Pd, comunque, è libero di farlo. Sicuramente noi non incateneremo nessuno al nostro movimento». Alcuni nel M5s sembrano averlo preso in parola.
Mercoledì, 29 Maggio 2013
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