Perché il MoVimento 5 Stelle ha perso a Roma
di Stefania Carboni - 28/05/2013 - Cronaca di una sconfitta non annunciata, tra momenti di "riflessione" e "l'errore" di aver tenuto lontano la tv. Con Marcello De Vito solo davanti ai cronisti, cercando di spiegare la sua opposizione al Campidoglio e le ombre sulla sua campagna
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“A signorì perché là dentro ci sta il Movimento 5 stelle? Ah, a me me pare che qui finora ne hanno solo quattro”. E’ questa l’ironia del tassista che lascia troupe e persone davanti al Gran Hotel Gianicolo. Quattro le stelle del lussuoso hotel con dentro l’esercito pentastellato. Poche, quelle rimaste, nella testa di chi ieri ha vissuto il dramma di un Marcello De Vito fuori dal ballottaggio. Una agonia già segnata dalle prime proiezioni, quando ancora tra i corridoi dell’albergo si raccomandava “alla prudenza”.
AMARE SORPRESE – Il segnale era chiaro già dall’inizio. La prima proiezione su Roma di Tecnè per Sky indicava Marcello De Vito (Movimento 5 Stelle) al 12,8%, andazzo poi confermato dai primi scrutini. Non si aveva il pretesto di arrivare primi, ma l’illusione dopo Piazza del Popolo era tanta. Sognare come San Giovanni. Sognare come quando nelle ultime settimane di gazebo “l’impressione che i votanti fossero di più c’era”. All’annuncio delle basse percentuali il candidato latiterà per un po’, chiuso nella sala Luz, dove si consulterà di continuo con i suoi. Ogni tanto De Vito spunterà, alla finestra, per fumare. Cercherà di dribblare ai giornalisti che, con il passare dei minuti, insistono sempre più tra il corridoio e le finestre. Cosa non ha funzionato? Eppure la ricetta era sempre la stessa. Anzi è forse questa ad aver creato non pochi problemi a Marcello. Col passare delle ore, dopo il mantra ripetuto dallo staff di comunicazione, qualcuno cerca una analisi. Cercando di capire tutto il possibile fatto finora.
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PERCHE’ PERCHE’ – Roma è “diversa”. Talmente diversa che l’errore fatale di tutti i partiti (MoVimento compreso) è stato quello di sottovalutare la disaffezione verso la politica. Uno tsunami che ha travolto i ragazzi di Grillo convinti invece di raccogliere ancora da quel bacino. Tra di loro c’è qualche muso storto già dal primo pomeriggio: “Non capisco – spiega un attivista – perché la stampa continua a confrontare i dati nazionali e regionali contro il nostro risultato a Roma. Lo facessero anche per gli altri partiti. Noi che siamo partiti da zero, abbiamo fatto una campagna a costi bassissimi. A differenza di altri candidati”. Gli altri in realtà confluiscono in una unica persona: Alfio Marchini. Lui, raggiante, nelle febbrili ore del lunedì sera rilascia interviste soddisfatto delle sue percentuali. Cifre che per un attimo (nelle proiezioni) hanno azzardato superare il candidato pentastellato. Alfio e quegli 600 mila euro spesi. Alfio, l’affronto, che ha usurpato la novità.
PROBLEMA MEDIA – Il filo di amarezza c’è. Di certo, assicurano dall’hotel, non mancheranno spunti di “riflessione” su una campagna che ha malvisto da sempre i talk show. Ora la tv ridiventa utile. Inutile dire che diverse persone (anziane per lo più) durante uno dei tanti tour di De Vito nella Capitale gli hanno raccomandato il tubo catodico. Aspetto però ignorato, che potrebbe aver sfavorito il candidato. Senza contare la “querelle diarie” mal digerita dalla base. I palazzoni si sono riflettuti sul Campidoglio. Ma questa può esser solo una piccola parte della matassa. De Vito durante la conferenza “affossa” un po’ le colpe ai giornali locali, colpevoli di avergli lasciato poco spazio. “E’ stato sempre il candidato dei grillini – spiega un attivista – mai una persona con nome e cognome”. Questa “spersonalizzazione” tanto sbandierata dai media e (forse neanche affrontata dai 5 stelle) non ha giovato all’avvocato.
UN UOMO SOLO – Il candidato vaga da solo per ore in albergo. Con lui i ragazzi del Movimento capitolino ma nessun parlamentare di rilievo in vista. Fino alle 8 nessuno è passato per fare un saluto. “Roberta (Lombardi ndr) è una amica – racconta ai giornalisti – mi ha accompagnato durante la campagna. Non ho nulla da rimproverare”. Marcello continua a stringere il microfono davanti ad una platea di cronisti e le loro domande sempre più incalzanti. Lo fa da solo. Minimizzando i danni del voto, minimizzando le riflessioni che ci saranno da fare, restando fedele alla linea. “Per il Movimento Cinque Stelle il calo c’è stato ma non è stato drammatico. Non siamo scontenti del risultato che abbiamo ottenuto. Si tratta di proiezioni che devono essere confermate, si parla di un 13-14 per cento”. De Vito come un kamikaze. Solo, davanti a tutti. Puro fino alla fine. Fino a quando Non solo “ognuno voterà secondo la sua coscienza”. Come ribadito dall’addetto comunicazione Stefano Zaghis. Ognuno vale uno. De Vito, però, assicura che lascerà scheda nulla: “Perché Pd e Pdl sono la stessa cosa”. E tutti gli altri? Il candidato in conferenza stampa ha lasciato intravedere l’ipotesi di una consultazione on line. Scegliere on line su quale candidato confluire. Come per le Parlamentarie.
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LE CRITICHE – “Regola numero uno in questi casi: parlare d’altro. Volpone…”. I lettori del blog accusano il comico genovese di non aver voluto accordi col Pd e il no davanti alle comparsate in tv. “Beppe, Roma è un brutto segnale – scrive ad esempio Nino – digli a quei 4 str… che abbiamo mandato in Parlamento di cambiare attitudine: che rispettano i patti e si mettano a lavorare. Seriamente. Ricordagli che sono dei miracolati di San Grillo!”. “Il vaffa… di Grillo non è eversivo – secondo Sandro – è solo sciocco e populista se non seguito da azione politica. La batosta che sembra annunciarsi è solo figlia della boria”. Tutte queste frasi echeggiano nella testa di De Vito davanti ai collegamenti tv. A ricordarle l’inviato di turno. Lui continua a tenere una calma d’acciaio. A rassicurare che ascolterà “la base”. Sono le nove non si vede nessuno all’orizzonte. Ora si entrerà in Campidoglio. Ma stavolta non ci saranno apriscatole. “C’è materia da riflettere certo -aggiunge un fedelissimo sul forum – ma non è niente di grave: sti scarti ce li avremo sempre. Fino a quando l’organizzazione sarà questa. Fino a quando possono essere candidati tutti. Fino a quando il m5s non sarà impermeabile. Fino a quando insomma il M5S non diventerà un partito. Ma visto che non ci vuole diventare, è la natura di un movimento; quindi dobbiamo adattarci a questo.
e rimboccarci le maniche per rendere sempre meno sensibili gli scarti di voti tra le varie elezioni”. Sul forum grillino i commenti sui risultati finali arriveranno a sedici pagine. “Invece di dire…”lasceremo la più ampia libertà di voto…è forse meglio una pausa di riflessione…” suggerisce Marco. Fermarsi prima di parlare. Come avrebbe (forse) dovuto fare Vito Crimi quando davanti ai risultati di Roma, non sa e non commenta. Una stilettata al cuore che arriva davanti al candidato in collegamento tv. De Vito prova ancora a divincolarsi. Solo. Davanti ad un microfono. E’ forse questo l’errore dei 5 stelle?
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