domenica 19 febbraio 2017

L'unica cosa di triste in questa vicenda è l'inconsistenza e la scorrettezza della minoranza PD.

L’angoscia della minoranza, una scissione “triste”

Pd
Pier Luigi Bersani arriva alla Direzione del PD al Centro Congressi di via Alibert, Roma, 13 febbraio 2017. ANSA/ ANGELO CARCONI
Speranza, Rossi e Emiliano: la scissione è colpa di Renzi
 
Ufficialmente, la scissione oggi non c’è. Sostanzialmente, c’è. Una giornata particolare, davvero, per la minoranza del Pd. In bilico fra voglia di recidere gli ormeggi e il realismo su una scelta che non si sa quante “truppe” porterà con sé.
La nota serale di Speranza, Emiliano e Rossi spazza via i dubbi. È rottura, addebitata tutta a Renzi. Ma per tutta la giornata è stato un susseguirsi di toni diversi, dalla “controrelazione” di Guglielmo Epifani – a nome di tutta la minoranza – all’intervento, molte ore dopo, di Emiliano – “Siamo a un passo dalla soluzione, ho fiducia in Renzi” – la minoranza del Pd ha parlato lingue diverse.
Il più duro è Bersani. E i suoi, Zoggia, Stumpo, Gotor. Anche Enrico Rossi, tra l’altro molto seccato per le voci su eventuali ripercussioni sulla sua giunta toscana. Mentre il governatore pugliese e Francesco Boccia hanno dato la sensazione di voler trattare sulla data, e insomma di trovare una giustificazione per restare nel partito.
La nota dei “tre del Vittoria” dissipa l’idea di una scissione fra gli scissionisti. I quali tuttavia ancora non annunciano chiaramente l’uscita dal Pd, aspettano ancora chissà quale segnale, un segnale che Renzi a questo punto non può (e non intende) dare.
Martedì infatti la Direzione sarà una riunione abbastanza rapida, per non dire formale: Orfini proporrà i nomi della commissione congressuale e stop. La macchina è partita. Per restare a bordo, servirebbe alla minoranza una capriola: come fare per tornare indietro? Ma soprattutto: come spiegare una scissione perché il Congresso durerà tre mesi e non cinque (come suggerito da Boccia)?
Può darsi che il dado non sia ancora tratto, ma stasera la scissione è praticamente una realtà. Se si limiterà ai bersaniani o coinvolgerà anche Emiliano lo capiremo fra qualche ora. E se raccoglierà forze importanti nella base e nei gruppi parlamentari lo si capirà nelle prossime settimane. Ma è una scissione “triste”, senza l’epica dei grandi fatti politici. A meno che non si torni indietro…

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