mercoledì 22 febbraio 2017

Quel tirapugni fasciogrillino. Parla Emanuele Fiano

Roma
Un momento della carica della polizia durante la manifestazione dei tassisti e degli ambulanti davanti la sede del Pd a Roma, 21 febbraio 2017. Nella foto, a terra, il portavoce di 'Roma ai Romani' Giuliano Castellino, e un altro manifestante con il pugno di ferro evidenziato dal cerchietto rosso. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Parla il promotore della legge contro la propaganda fascista
 
Tirapugni, bombe carta, lanci di bottiglie di vetro e negozi con le saracinesche abbassate: che film è andato in onda ieri a Roma?
Un film brutto, da anni bui, con scene che non avremmo voluto rivedere mai più ma che invece riaffiorano come fotogrammi di un passato che non è mai diventato una terra straniera. Tutto è in quel tirapugni che oggi campeggiava nelle prime pagine dei quotidiani.
Cosa intende?
Che i diritti dei lavoratori nulla c’entrano con un’arma che volendo può uccidere qualcuno. Quanto accaduto ieri è la raffigurazione plastica di quello che può sempre succedere in italia quando c’è sfruttamento politico di un disagio sociale. Nel corso di due manifestazioni che chiedevano una risposta pratica dalla politica, domande alle quali il ministro Delrio ha puntualmente risposto, si sono infiltrati e aggiunti degli squadristi di chiaro segno fascista, più o meno organizzati, riconducibili a gruppi di estrema destra, come è stato poi rilevato dai fermi di polizia. In altri casi si è trattato di cani sciolti che hanno promosso una piccola strategia della tensione molto simile alle manifestazioni dei forconi di qualche anno fa.
Lei è promotore della legge contro la propaganda fascista: che effetto le fanno i saluti romani sotto la sede del Pd ?
Se la mia proposta fosse già legge questi gesti sarebbero considerati reato e come tale verrebbero puniti. Il saluto romano è un simbolo e come sempre chi esprime i segni del fascismo ha molta dimestichezza anche con la violenza che abbiamo visto raffigurata nelle scene da guerriglia urbana di ieri. La rabbia sociale va risolta e non fomentata. C’è una differenza profonda tra protesta e ricatto sulla pelle dei cittadini, un rappresentante delle istituzioni dovrebbe conoscerla.
Eppure la sindaca Raggi era in piazza al fianco del manifestanti.
Un sindaco deve risolvere i problemi della città e non agitare la rabbia: non si è mai visto un primo cittadino che invece di ricercare le migliori soluzioni per tutti i cittadini- penso a chi ieri aveva un’urgenza e si è trovato senza possibilità di spostarsi- fomenta il caos.
Pezzi del Movimento Cinque Stelle nella stessa piazza con Forza Nuova: è il fasciogrillismo?
E’ lo stare insieme di due partiti che sono pronti ad esaltare qualsiasi manifestazione di rabbia sociale, anche se infiltrate da squadristi di estrema destra, salvo poi prendere le distanze dalle violenze, ma solo quando queste si sono ormai verificate.
Certo che Grillo ha fatto un bel passo indietro: per una vita ha difeso il diritto dei cittadini dalle rendite di posizione, una per tutte la guerra contro le compagnie telefoniche e se oggi deve scegliere di prendere posizione tra Uber e i tassisti con la licenza si schiera con questi…
E’ lo stacco tra palco e realtà. Grillo si comporta oggi come quelli che criticava prima quando era un comico da cabaret: ha smesso di mettere al centro i cittadini utenti, ha messo da parte la maschera da vendicatore del consumatore beffato.
Di Maio ha detto che Raggi era in piazza anche per chiedere ai tassisti di riprendere il servizio.
Di Maio, come spesso gli succede, non ha letto la mail di cosa è successo ieri…

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