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PONTE DI LEGNO - Sgomberare gli alberghi coi migranti e una grande manifestazione contro il governo a Firenze, il 12 novembre. Eccolo qua il Salvini in versione ferragostana, che - se possibile - sposta la Lega più a destra del solito. La playlist che anticipa l'intervista-comizio a Ponte di Legno è tutta un programma: il tormentone dell'estate "Andiamo a comandare" e Vasco Rossi con "C'è chi dice no", ovvio riferimento al referendum costituzionale.

Salvini sale sul palco con la maglietta della polizia addosso: "Quando saremo al governo polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le città". Suona un po' minaccioso, anche perché il segretario della Lega parla di "pulizia etnica controllata e finanziata", quella che - dice lui - stanno subendo gli italiani, oppressi dai "clandestini". I quali, aggiunge, "vanno fatti lavorare per ripagare il prezzo della nostra ospitalità, come fanno in Austria". Chi la pensa diversamente è un "italiano smidollato".

La versione da pugno duro di Salvini continua: "Basta con le buone maniere: lo propongo a tutti gli amministratori della Lega, andiamoci a riprendere un albergo in ogni regione e lo restituiamo agli italiani". E per quanto riguarda gli albergatori, "vadano pure in fallimento".

Le "zecche", i lavavetri, i mendicanti, gli immigrati in fila all'ospedale: sono i mali principale della società: "Prendiamo un bel furgone, li carichiamo lì e li molliamo in mezzo al bosco a 200 chilometri, così ci mettono un po' a tornare". La base leghista che riempie il palazzetto dello sport è in visibilio.

L'intervistatore - anche lui amatissimo dal popolo lumbard, il giornalista e conduttore tv Paolo Del Debbio - alza la palla e Salvini schiaccia: sull'Islam chiede un commento sulla proposta del dirigente musulmano Hamza Piccardo di "legalizzare" la poligamia, il segretario del Carroccio se la prende con Laura Boldrini, bersaglio fisso: "Mette il becco su tutto e su questo non dice nulla?!".

Poi si passa alla politica delle alleanze. "Chi vota sì al referendum non può stare con noi", riferimento all'Ncd. Dopo, "chi si allea con noi firmi col sangue che la legge Fornero la abroghiamo. E magari la ex ministro la mandiamo in esilio". Ancora, flat tax al 15 per cento. Infine, l'Europa: "Ad oggi Forza Italia la governa con Renzi. E quindi, o entro un anno ci si mette al tavolo e si riprendono in mano i trattati e si riscrivono oppure salutiamo tutti e ci riprendiamo in mano le chiavi del nostro paese".

Si passa a Stefano Parisi. Parte qualche fischio dalla platea. Salvini allarga le braccia: "Poco tempo fa abbiamo perso le elezioni a Milano con lui candidato. Vediamo cosa vuole fare. Non mi interessa se parla con Alfano. E poi mi chiedo perché ha passato la campagna elettorale a dire di non essere 'lepenista', come se fosse un insulto". Insomma, è una bocciatura. Anche perché poi Salvini chiede alla platea chi vuole allearsi con Fi alle prossime elezioni, e su due-tremila persone alzano le mani in venti.

Il leader della Lega, nonostante i moniti di Umberto Bossi con il quale resta la divergenza, non desiste sull'idea di allargarsi al sud: "Hanno clima stupendo, mare stupendo, vino stupendo e politici di merda". Finora l'impresa non è riuscita ma "se penso alla Toscana dove abbiamo eletto il primo sindaco, allora tutto è possibile".

Come un anno fa Salvini annuncia una grande manifestazione contro il governo: stavolta "a casa sua", sabato 12 novembre.

Alla fine c'è anche lo spazio libro cuore: Salvini chiama sul palco tutti i ragazzini under 18, "siete il nostro futuro e noi lottiamo per
voi". Uno di loro ha il cappellino alla rovescia. "Ascolti Fedez?". "No". "Bravo!". Ad un altro bambino di otto anni: "Cosa hai capito dalla serata?". Lui: "Che la mia mamma mi vuole bene". Applausi, "siamo il partito dell'amore".