mercoledì 17 agosto 2016

Sono proprio belli da vedere questi grillini incapaci e incompetenti. La politica con loro è andata al cimitero.

I consiglieri regionali ricordano che avevano chiesto un tetto da 150mila euro a Zingaretti. Nelle chat c'è chi contesta lo stipendio triplicato di Romeo. E FdI annuncia un esposto alla Corte dei Conti per la nomina di Raineri. Intanto dubbi anche su un ex PD che avrà compiti di "verifica dell'attuazione del programma"...
ALESSANDRO D'AMATO
Mentre tra gli attivisti c’è chi difende l’indifendibile, i consiglieri del MoVimento 5 Stelle alla Comune e alla Regione non sembrano raggianti per gli stipendi dello staff di Virginia Raggi. Nel mirino ci sono gli del capo di Gabinetto (193mila euro annui) e del capo della segreteria politica del sindaco (120mila euro,il triplo di quanto guadagnava come funzionario comunale). Carla Romana Raineri Salvatore Romeo finiscono così nella polemica politica proprio mentre un esposto alla procura e alla Corte dei Conti mette sotto accusa la nomina della prima.

Gli stipendi dello staff di Virginia Raggi fanno litigare il M5S

L’intervista al Messaggero del capogruppo M5S in Regione Lazio, David Porrello, che, pur rispettando la scelta della Raggi, ricordava che i pentastellati avevano chiesto a Zingaretti di porre un tetto ai compensi dei dirigenti di 155 mila euro (la Raineri invece ne prende quasi 200mila),ha causato una reazione furbescamente stizzita negli uffici del Campidoglio. «La Regione è una cosa, il Campidoglio è un’altra», ripetono nel refrain doppiopesista i consiglieri comunali M5S. Domani ci sarà un’altra tranche di nomine (forse tornerà la Raggi dalle ferie per garantire il numero legale in giunta) e si rischia una conseguente ondata di polemiche: il dg di Ama (che non sarà Roberto Cavallo: «Mi avevano chiesto prima di fare l’assessore, poi di guidare l’Ama. Io ho risposto no: sono compiti in cui oltre alla competenza serve un impegno a tempo pieno, che non posso assicurare. Però sono pronto a dare una mano sulla differenziata: Roma è un patrimonio di tutti») sarà nominato senza un bando, mentre, scrive sempre Il Messaggero, «con un compenso di 40mila euro annui, una attivista del Movimento 5 Stelle di Ostia sarà chiamata a fare parte dello staff dellaRaggi per seguire i rapporti con il Municipio X (commissariato per mafia)».
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Gli stipendi dello staff della Giunta Raggi (Il Messaggero, 17 luglio 2016)
Sulla Raineri il problema è procedurale: la magistrata è stata nominata in base all’articolo 110 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL)e non in base all’articolo 90, che ha un tetto massimo di stipendio pari a 170mila euro. Ma se l’articolo 110 fornisce la possibilità di discrezione sul compenso, dall’altra parte per l’assunzione bisogna ricorrere a un bando pubblico: infatti i capi di gabinetto a Milano e a Torino sono stati nominati in base all’articolo 90: per questo Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia ha annunciato che presenterà esposti in Procura e Corte dei Conti.

I dubbi tra i consiglieri M5S

Ma la parte più interessante della questione sono i dubbi che serpeggiano tra i consiglieri M5S, riportati oggi dal Messaggero in un articolo a firma di Mauro Evangelisti:
Alcuni stanno parlando delle loro perplessità e del loro mbarazzo sulla chat WhatsApp interna del movimento. Poi, certo, in chiaro, sulle pagine Facebook si mostrano tutti fedeli alla linea e condividono il post in cui M5S Roma risponde agli attacchi. ia chiaro: la tesi difensiva dei 5 Stelle non è fuori dal mondo, se si prendono le cifre complessive di quanto è stato speso per gli staff dai predecessori emerge che la Raggi sarà più oculata. In particolare, Marino aveva una spesa annua di 5,3 milioni di euro all’anno, Virginia Raggi promette di fermarsi a 5, anzi si sta lavorando per un colpo a sorpresa, un conto complessivo a 4,7.
Poi, certo: Marino aveva 12 assessori, la Raggi 9. Vissero tutti felici e contenti? No. Prima di tutto, il malumore, quello che corre sulle chat riservate, quelle frasi che Ferrara definisce «semplici richieste di informazioni», riguarda soprattutto il capo della segreteria politica, Salvatore Romeo. «Stiamo parlando di un attivista che lavora come funzionario al Comune di Roma – racconta un insider del Movimento 5 Stelle -, per la sua fedeltà al Movimento è stato scelto come capo della segreteria politica dalla Raggi, il suo stipendio è stato così triplicato, sfiorando i 120 mila euro lordi. Ecco, qui si sta andando contro tutti i nostri principi, perché la militanza non deve dare benefici economici. Che senso ha chiedere allora ai parlamentari M5S di tagliarsi lo stipendio?». Dubbi anche per lo staff “importante” di Frongia, il vicesindaco, che pure ha solo la delega dello sport.
Mentre Mauro Favale su Repubblica racconta della polemica che coinvolge Andrea Mazzillo, già mandatario della campagna elettorale della sindaca ed ex esponente del Partito Democratico:
A far discutere sono, piuttosto, le nomine di staff della sindaca, da Salvatore Romeo, capo della segreteria politica della Raggi (funzionario capitolino con uno scatto di stipendio da 40 a 105 mila euro) e Andrea Mazzillo che avrà compiti di «verifica dell’attuazione delle linee programmatiche», come recita la delibera. Su quest’ultimo (che guadagnerà poco meno di 90.000 euro) avrebbe alzato la voce il capogruppo del M5S in Aula Giulio Cesare, Paolo Ferrara, critico per il passato di Mazzillo, già esponente del Pd di Ostia, candidato col centrosinistra nella lista civica di Walter Veltroni.
Ferrara, anche lui di Ostia, avrebbe contestato la nomina di Mazzillo (da tempo vicino alla Raggi, suo mandatario elettorale durante la campagna vittoriosa della sindaca), accusato di essere vicino ai Dem che hanno governato il municipio commissariato per mafia un anno fa. I malumori interni, inoltre, riguardano anche le nomine dello staff del vicesindaco Daniele Frongia che si è dotato di due figure parametrate allo stipendio di dirigenti. Sempre a proposito di stipendio, il vice della Raggi precisa che quando era stato indicato come capo di gabinetto, la sua retribuzione prevista «ammontava a una cifra ben al di sotto della soglia dei 100mila euro lordi all’anno».
Intanto è in uscita la dirigente Laura Benente, capo delle risorse umane del Campidoglio che ha negato a Marra una firma per una trasferta a Bruxelles. Al suo posto arriva Gianluca Viggiano.

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