La triste “inchiesta” del Fatto caduta subito nel dimenticatoio
Annunciate esplosive rivelazioni su Marco Carrai, e invece nulla è successo
La mitomania fa brutti scherzi: si pensa di essere al centro del mondo, e intanto il mondo (che non s’è accorto di nulla) procede tranquillamente sulla sua strada senza neppure dire ciao.
“Dopo l’inchiesta del Fatto – scrive oggi il Fatto in prima pagina – rinviato il summit sulla cybersecurity”. Quale inchiesta, quale summit?
Lunedì il giornale di Marco Travaglio ha pubblicato un documentato elogio di Marco Carrai. Il titolo vorrebbe scandalizzare e indignare, secondo i collaudati canoni della macchina del fango: “La rete occulta di 007 Carrai: fondi esteri, spioni e faccendieri”.
Ma l’articolo – chiamarla “inchiesta” sarebbe un’esagerazione persino per gli standard del Fatto – non soltanto non contiene nulla di “occulto”, di riservato o di nascosto, ma finisce con l’edificare un vero e proprio monumento all’imprenditore toscano, che è stato capace di costruire in Lussemburgo una società che investe in start up in Israele (il paese oggi all’avanguardia nell’innovazione tecnologica) e che, meritatamente, genera profitti.
Non ci sono fondi esteri nascosti né spioni né faccendieri, ma uomini d’affari che fanno il loro mestiere nel pieno rispetto della legalità. Può darsi che al Fatto non piaccia chi ha successo e produce innovazione, benessere e ricchezza, o magari chi lavora con le aziende israeliane: ma questo, come dire, è un problema loro. Gli sfigati invidiano sempre quelli che ce la fanno.
Purtroppo per il Fatto, l’“inchiesta” è caduta nell’indifferenza generale – salvo naturalmente il grillino di turno che, senza sapere bene di che cosa stesse parlando, ha denunciato, di nuovo nell’indifferenza generale, un “quadro inquietante” – e il “summit” al Quirinale si è svolto tranquillamente in un clima di serena collaborazione.
Del resto, l’idea che Mattarella prenda sul serio i titoli del Fatto potrebbe persino configurare il reato di vilipendio del Capo dello Stato.
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