Uomo sposa cane. Nessuna differenza rispetto ai matrimoni gay

Fine 2010. Toowoomba, sud-est del Queensland, Australia. Nel Laurel Bank Park, alla presenza di una trentina di amici, Joseph Guiso sposa Honey. Il suo cane. Guiso, ragazzo del luogo, cinque anni fa adottò un cucciolo di labrador, una femmina che chiamò Honey. L’animale ha oggi proprio cinque anni, e il ragazzo, reputato da tutti religioso, finalmente non si sentirà, ha detto, più in colpa per vivere con la sua compagna al di fuori del matrimonio. Guiso decise la location dopo aver visto un matrimonio (classico) nello stesso parco; disse al cane: “Quelli potremmo essere noi”. “Lei (Honey) non disse nulla”, racconta, (davvero?) “quindi lo presi come un sì”. Nei voti, Guiso legge: “Sei la mia migliore amica, e rendi più bella ogni parte delle mie giornate”. Sostiene, poi, che non sia un’unione di sesso ma figlia di puro amore. La luna di miele si svolgerà in uno dei parchi della città.
Joseph e Honey
Joseph e Honey

Di fronte a queste notizie si può solo alzare le mani. Il problema non è il ragazzo, i matti ci sono sempre stati, bensì il fatto che oggi non sia rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Non vorrei sembrare un profeta, ma l’avevo detto. Non solo io, ma la maggior parte di chi si oppone ai matrimoni gay sostiene che, dopo l’omosessualità, anche tutte le altre perversioni verranno sdoganate. Con la scusa che “è sempre amore”, tanto cara ai gay, anche incestuosi, poligamici e zoofili, ora pretenderanno il diritto di unirsi legalmente in matrimonio. D’altra parte, perché no? Sono perversioni vietate, ma anche l’omosessualità tempo fa era un reato, e in alcuni paesi lo è ancora. Presto, novelli Guiso faranno le loro manifestazioni per l’amore libero, e, visto che la Chiesa condannerà questa pratica, i movimenti di sinistra saranno costretti a sostenerla. Sempre in funzione anticlericale e anticattolica, anche la lobby LGBT combatterà al fianco degli zoofili, per far ottenere anche a loro il diritto di esprimere liberamente il loro amore. Se non lo faranno, però, i vari innamorati dei propri animali si riterranno traditi, e diranno che è in atto una crudele “zoofobia”. Non è così impossibile, perché un matrimonio del genere l’avevamo preventivato, ed è con amara soddisfazione che adesso possiamo dire “Ve l’avevamo detto”. Con che coraggio, ora, gli omosessualisti si opporranno? Se il loro è vero amore, perché impedire a un uomo che ama il proprio cane di poterlo sposare? Sarebbe da veri zoofobi. In effetti, si potrebbe istituire una “Giornata mondiale contro la zoofobia”, da affiancare a quella LGBT, e magari anche uno “Zoo Pride”. In Olanda i matrimoni pedofili sono già in dirittura d’arrivo, e presto anche gli incestuosi alzeranno la voce. Il futuro è un mondo senza regole, in cui ogni legge naturale viene sacrificata sull’altare di una società soffocata dall’odierno politically correct gay-friendly. È a questo che porta la sottomissione agli omosessualisti: il rifiuto delle regole della natura, del concetto stesso di Natura. A quanto pare, anche il cosmo può risultare omofobico, nella forma attuale. L’Arcigay potrebbe indire una protesta per pretendere che, d’ora in poi, nascano individui con organi sessuali a caso, per avere più varietà. Ma c’è poco da scherzare. Gli omosessualisti rideranno di quello che scrivo, ma non si rendono conto del processo che hanno innescato con la pretesa dell’accettazione della loro mostruosa perversione.