martedì 5 gennaio 2016

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Una nuova sezione di partito? Con librerie, seminari e spazi aperti

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Attesa dei risultati delle amministrative nella sede del Partito Democratico, Roma 31 Maggio 2015. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Per ridare ai partiti il loro ruolo nella società serve una regolamentazione trasparente per finanziamenti, lobby e fondazioni. Ma anche per le candidature
Lo schema della Nazione fondata sui valori della Resistenza attraverso la grandissima forza aggregante dei partiti di massa che hanno dato vita alla nostra Costituzione (la cosiddetta “Repubblica dei partiti”) non esiste più e i partiti oggi non rappresentano il cuore pulsante degli strumenti di partecipazione alla cosa pubblica da parte dei cittadini.
Come potremo recuperare quello spirito che portò la Repubblica dei partiti a partorire un sentimento nazionale intorno alla Resistenza e alla Costituzione?
Secondo me, bisogna assolutamente dare attuazione all’articolo della Costituzione che conferiva ai partiti il ruolo di strumento dei cittadini per concorrere alla formazione delle politiche nazionali. Ricostituire quel sistema per il quale sono i partiti, con regole certe e trasparenza strutturale, a formare la politica nazionale, escludendo quel modo di far politica liquido e inconcludente di cui stiamo diventando ormai indigesti.
Siano i partiti ad essere più presenti nella società, attraverso attività che coinvolgano i cittadini non solo per quanto riguarda le mere attività di elaborazione politica: i partiti devono diventare dispensatori di cultura, sedi di arricchimento personale per i cittadini, luoghi aperti e che offrano spazi anche, perché no, per lo studio, la lettura e attività ricreative. Mi piacerebbe vedere le sedi di partito con delle aule computer, librerie sul modello book sharing, con un angolo bar, aule dove tenere settimanalmente seminari con amministratori locali, economisti e personalità varie della società civile, corsi di lingue straniere, ma anche sulla valorizzazione e la riscoperta del patrimonio artistico, nonché sulle basi del diritto e dell’educazione civica, temi troppo spesso dimenticati e messi da parte a scuola.
Tutto questo passa anche e soprattutto dal riconoscimento della personalità giuridica dei partiti, una chiara legislazione per le strutture sul territorio e degli strumenti di democrazia interna per i processi decisionali. Un sistema di regolamentazione trasparente dei finanziamenti, una legge su lobby e fondazioni che stabilisca i rapporti che i partiti possono instaurare con altri soggetti della società. E lasciatemelo dire, anche per le candidature, dove approdo naturale sarebbero le primarie per legge.
Ho elencato alcune delle cose che andrebbero fatte, e non sono temi secondari. La qualità della nostra democrazia è fondamentale.

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