'Not in my name', i musulmani italiani contro la violenza
Manifestazioni a Milano e Roma: «L'Isis è un cancro». Foto.
21 Novembre 2015
La folla in piazza San Babila per la manifestazione anti-terrorismo 'Not in my name', organizzata dalle comunità islamiche italiane.
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Giornata di manifestazioni e cordoglio, in Italia. Mentre a Venezia arrivava la salma di Valeria Solesin, la ricercatrice uccisa al Bataclan, Milano e Roma ospitavano le manifestazioni delle comunità islamiche, pronte a gridare 'Not in my name', non nel mio nome, contro l'Isis e il terrorismo, a una settimana di distanza dagli attacchi di Parigi.
IN CENTINAIA SOTTO LA PIOGGIA. «Un cancro dell'umanità», così, dal palco di piazza Santissimi Apostoli a Roma, l'imam di Firenze Izzedin Elzir, presidente dell'Unione delle comunità islamiche (Ucoii), ha apostrofato lo Stato islamico.
Centinaia di persone che si sono assiepate poco a poco in piazza nonostante la pioggia che ha colpito la Capitale.
Mentre a Milano e in altre città si svolgevano iniziative analoghe, anche queste, come quella nella Capitale, senza grandi numeri, ma dal messaggio forte.
OSSERVATORE ROMANO: «RISPOSTA CHIARA». 'Not in my name', non nel mio nome, lo slogan e hashtag diffuso su internet. La risposta a chi invocava una condanna dell'Isis da parte dei musulmani italiani. «Risposta chiara», secondo l'Osservatore romano, il giornale del Vaticano. «Assieme possiamo battere il terrorismo», ha detto Elzir, «abbiamo superato la paura e lo choc: obiettivo dei terroristi è farci vivere nella paura».
A Roma c'erano marocchini, egiziani, siriani, bengalesi, senegalesi e persone di altre nazionalità, molti con il doppio passaporto, a raccolta per condannare le stragi in Francia, ma anche in Mali e ovunque.
E distinguere l'Islam dagli stragisti. Uomini e donne, alcuni col vestito tradizionale e il velo, diversi bambini, striscioni come 'Non siamo noi il nemico' e il coro 'No all'Isis, noi ci siamo'. E poi bandiere della pace.
IN CENTINAIA SOTTO LA PIOGGIA. «Un cancro dell'umanità», così, dal palco di piazza Santissimi Apostoli a Roma, l'imam di Firenze Izzedin Elzir, presidente dell'Unione delle comunità islamiche (Ucoii), ha apostrofato lo Stato islamico.
Centinaia di persone che si sono assiepate poco a poco in piazza nonostante la pioggia che ha colpito la Capitale.
Mentre a Milano e in altre città si svolgevano iniziative analoghe, anche queste, come quella nella Capitale, senza grandi numeri, ma dal messaggio forte.
OSSERVATORE ROMANO: «RISPOSTA CHIARA». 'Not in my name', non nel mio nome, lo slogan e hashtag diffuso su internet. La risposta a chi invocava una condanna dell'Isis da parte dei musulmani italiani. «Risposta chiara», secondo l'Osservatore romano, il giornale del Vaticano. «Assieme possiamo battere il terrorismo», ha detto Elzir, «abbiamo superato la paura e lo choc: obiettivo dei terroristi è farci vivere nella paura».
A Roma c'erano marocchini, egiziani, siriani, bengalesi, senegalesi e persone di altre nazionalità, molti con il doppio passaporto, a raccolta per condannare le stragi in Francia, ma anche in Mali e ovunque.
E distinguere l'Islam dagli stragisti. Uomini e donne, alcuni col vestito tradizionale e il velo, diversi bambini, striscioni come 'Non siamo noi il nemico' e il coro 'No all'Isis, noi ci siamo'. E poi bandiere della pace.
Cicchitto, Casini, Camusso e Virzì sul palco
(© Ansa) Il deputato Pd Khalid Chaoqui in piazza a Roma per 'Not in my name'.
Sul palco rappresentanti delle comunità islamiche e politici e sindacalisti italiani - Pierferdinando Casini, Fabrizio Cicchitto, Susanna Camusso - ma anche il regista Paolo Virzì. «Non ci piegheremo agli assassini», ha scritto nel suo messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
LETTERE DA GRASSO E BOLDRINI. Lettere anche dai presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini, che ha ricevuto gli organizzatori. «Il messaggio è chiaro: il terrorismo non può continuare a colpire in nome dei musulmani», ha detto il segretario del Centro islamico della Grande Moschea di Roma Abdellah Redouane, «tutto il mondo ci ascolti».
«La comunità islamica è unita nell'orrore e nella denuncia del terrorismo», così l'imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis), « fedeli sono anche preoccupati di essere confusi con certe realtà». «TERRORISTI BASTARDI E FANATICI». Alla stampa l'invito da più parti a usare cautela. «Non sono un terrorista e sono geloso di questo Paese dove vivo dal 1989», ha detto un 60enne marocchino. «Questi terroristi sono bastardi e fanatici», ha affermato una ragazza con il velo intorno al volto, «noi musulmani non siamo così».
Gli oratori sono solo uomini, come i leader delle comunità. «Non abbiamo paura di nessuno», ha detto il deputato italo- marocchino del Partito democratico Khalid Chaouki, che aveva sollecitato la manifestazione. «Solo la pace è santa», ha affermato il presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo.
«NO AL TERRORISMO, SÌ ALLE MOSCHEE». Alcune centinaia i manifestanti anche in piazza San Babila, a Milano, per il presidio organizzato dal Coordinamento associazioni islamiche Milano e Monza-Brianza (Caim) e da altre 87 sigle. «No al terrorismo sì alle moschee», ha detto il coordinatore, Davide Piccardo, «con il riconoscimento delle moschee ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti. Questa escalation ci preoccupa».
Ha polemizzato sulla scarsa affluenza alla manifestazione il vicepresidente del Consiglio comunale di Milano Riccardo De Corato: «Avrebbero dovuto riempire lo stadio di San Siro e invece si sono presentati in quattro gatti». Altre iniziative si sono svolte a Firenze, Bolzano e Senigallia, la città di Laura Appolloni e Massimiliano Natalucci, la donna rimasta ferita e scampata con il suo amico alla strage del Bataclan a Parigi. Con quella del 20 novembre a Palermo, nel Paese si è sentita finalmente la voce dell'islam italiano.
LETTERE DA GRASSO E BOLDRINI. Lettere anche dai presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini, che ha ricevuto gli organizzatori. «Il messaggio è chiaro: il terrorismo non può continuare a colpire in nome dei musulmani», ha detto il segretario del Centro islamico della Grande Moschea di Roma Abdellah Redouane, «tutto il mondo ci ascolti».
«La comunità islamica è unita nell'orrore e nella denuncia del terrorismo», così l'imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis), « fedeli sono anche preoccupati di essere confusi con certe realtà». «TERRORISTI BASTARDI E FANATICI». Alla stampa l'invito da più parti a usare cautela. «Non sono un terrorista e sono geloso di questo Paese dove vivo dal 1989», ha detto un 60enne marocchino. «Questi terroristi sono bastardi e fanatici», ha affermato una ragazza con il velo intorno al volto, «noi musulmani non siamo così».
Gli oratori sono solo uomini, come i leader delle comunità. «Non abbiamo paura di nessuno», ha detto il deputato italo- marocchino del Partito democratico Khalid Chaouki, che aveva sollecitato la manifestazione. «Solo la pace è santa», ha affermato il presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo.
«NO AL TERRORISMO, SÌ ALLE MOSCHEE». Alcune centinaia i manifestanti anche in piazza San Babila, a Milano, per il presidio organizzato dal Coordinamento associazioni islamiche Milano e Monza-Brianza (Caim) e da altre 87 sigle. «No al terrorismo sì alle moschee», ha detto il coordinatore, Davide Piccardo, «con il riconoscimento delle moschee ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti. Questa escalation ci preoccupa».
Ha polemizzato sulla scarsa affluenza alla manifestazione il vicepresidente del Consiglio comunale di Milano Riccardo De Corato: «Avrebbero dovuto riempire lo stadio di San Siro e invece si sono presentati in quattro gatti». Altre iniziative si sono svolte a Firenze, Bolzano e Senigallia, la città di Laura Appolloni e Massimiliano Natalucci, la donna rimasta ferita e scampata con il suo amico alla strage del Bataclan a Parigi. Con quella del 20 novembre a Palermo, nel Paese si è sentita finalmente la voce dell'islam italiano.
(© Ansa) "L'Isis è un cancro del corpo islamico". Uno degli striscioni in piazza Santissimi Apostoli a Roma per la manifestazione 'Not in my name'.
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