sabato 28 dicembre 2013

Grillo sempre più generale Pound e sempre meno democratico. I grillino diversi? No, peggiori.

Il «metodo Grillo» contro l’Unità Pioggia di attacchi e insulti sul blog

su Parole Povere
Autore: Toni Jop
 
Data:2013-12-28
Scontato come uno scampolo di fine Natale, ecco Grillo tornare sui suoi passi preferiti, quelli che hanno a che fare con i suoi capricci autarchici, e attaccare l’Unità. Direttamente, questa volta, dopo aver impiombato Maria Novella Oppo, storica firma di questa testata. Ieri si è lasciato andare sul suo blog a una pippona dedicata ai contributi pubblici che aiutano questo quotidiano di sinistra a restare a galla, nel mare della carta stampata. Scatenando un putiferio di insulti al giornale, tra le centinaia di commenti postati sul blog dai suoi fan.
Dice Grillo che siamo terzi nella graduatoria dei succhiasangue, ci racconta come «il volo del calabrone dell’Unità», perché metteremmo alle corde alcune leggi della fisica. Insomma, non dovremmo volare, secondo lui, e invece si vola, solo grazie al denaro pubblico che Grillo stima una indebita interferenza nella legge di gravità.
Non si chiede se abbia un senso questo andar contro le leggi naturali, non si chiede se abbia avuto un senso fin qui garantire l’affaccio in edicola a l’Unità e ad altre degne testate nazionali e locali. A lui non interessa. Ha un solo dio: la legge di mercato, a questa dedica sacrifici e riverenza. Chi può sopravviva, chi ce la fa se lo merita, chi no, sparisca dalla circolazione. Peccato non prosegua nella sua riflessione affondando la sua spietata coerenza nel marshmallow sociale di oggi: converrebbe dire a milioni di giovani senza lavoro e senza risorse di andare a farsi impiccare, questa volta sulla base di un programma politico preciso e non più sulle ali di una deprimente casualità combattuta, a parole, solo per motivi elettorali spaventosamente evidenti. La stessa logica di Berlusconi: un bel ritorno alla natura e alle logiche di sopravvivenza, un tuffo carpiato tenebrosamente romantico nella piscina del premoderno non inquinata dalla «sovvenzione» illuminista. Qui torna, appena può, da anatomo-patologo di fama.
Così, annota come i bilanci de l’Unità siano in rosso e progressivamente mentre le vendite si riducono. E conta i dirigenti (uno: sarà troppo?), gli impiegati (che pure ospitano i poligrafici ma lui non lo sa) e i giornalisti che sono 61. Lo fa disperare questa vita appesa al contributo pubblico, come se la sua arte comica non fosse stata appesa per lunghi anni alle parcelle sborsate dalla Rai con il decisivo contributo delle casse dello Stato e del canone pagato dai cittadini. Ma l’Unità è l’Unità, è un giornale di sinistra, lo è sempre stato e ha un conto da regolare con la sinistra, un conto personale che accolla sulle spalle dei suoi incauti seguaci, prontissimi a rinverdire analisi sfiancate sul fatto che percependo questa testata del denaro pubblico non dovrebbe tirare la volata, rappresentandone le pulsioni e le contraddizioni, alla sinistra, ma tutto e tutti, altrimenti tradisce l’«imparzialità dell’informazione». Veleno puro iniettato dal «metodo Grillo» nelle coscienze piegate di questa Italia a sua volta piegata dalla crisi, dove i pensieri vengono rettificati, le azioni si sognano dirimenti come un rasoio, le logiche ricondotte alla spietatezza, appunto, di una natura esemplarmente interpretata dal mercato. Si presuppone che l’informazione sia comunicazione della Verità e questa Verità, grassa come un vitello d’oro, non può che premiare Grillo, Casaleggio, i loro Cinque Stelle parlamentari, sindaci, consiglieri. Altrimenti non è Verità.
Infatti, l’Unità è terza nella graduatoria della distribuzione dei contributi pubblici all’editoria, ma il torvo dickensiano padrone del Movimento apre le danze proprio con questa testata: perché, annuncia, da qui e sul blog nasce un trecking nel perfido mondo delle testate assistite. Non ha aperto una riflessione sui motivi che lo hanno convinto a negare sempre al suo Movimento la piattaforma web nella sua disponibilità, sganciandolo dal cordone ombelicale con cui lo trattiene nei propri territori, ingrassandone i profitti. Ha preferito glissare su questo, il testimone della Verità, ha deciso che doveva fare come il caimano con il quale divide ferocia, strumentalità, senso del potere: doveva attaccare l’Unità.
In prima battuta lo aveva fatto Berlusconi, che aveva inserito questo giornale nella lista nera dei suoi nemici, perché a Berlusconi l’Unità non ha concesso nulla, per anni, attaccandone i principi ispiratori, la deriva anti-costituzionale e anti-italiana, la cultura premoderna. Tocca a Grillo, stessa strada, stessa osteria.

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