Elena Cattaneo, Stamina e «il culto delle staminali che curano»
di Alberto Sofia - 24/12/2013 - Con una lettera alla Stampa, la senatrice a vita ha messo in guardia contro l'attacco al Ssn
La vicenda Stamina? «Rivela le debolezze di un Paese che sta dimenticando quali sono i compiti di un sistema democratico sulla tutela della salute dei cittadini». Con una lettera inviata al quotidiano La Stampa, Elena Cattaneo, la senatrice a vita nominata da Giorgio Napolitano, ha spiegato come quello diDavide Vannoni possa non essere un caso isolato. In futuro potranno essere altri, magari «più titolati, o con staminali fabbricate per essere sicure» a tentare di «ipnotizzare il Paese con il culto delle staminali che curano, senza poterlo dimostrare, per ottenere la loro somministrazione in tutti gli ospedali d’Italia per tutte le malattie del mondo». Lo stesso quotidiano svela come il caso italiano sia soltanto «la testa d’ariete di una lobby di livello internazionale» con l’obiettivo di scardinare le regole sulle sperimentazioni.
STAMINA, ELENA CATTANEO E IL CULTO DELLE STAMINALI CHE CURANO - Cattaneo ha elogiato il quotidiano per aver raccontato la vicenda in modo imparziale: «L’unico eticamente corretto, per quanto doloroso potesse essere per le famiglie che hanno scelto di affidarsi a pericolose illusioni». La senatrice a vita ha poi auspicato che, attraverso l’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato (della quale fa parte, ndr), possa permettere di capire come poter tutelare meglio istituzioni e cittadini contro i raggiri. Cattaneo ha quindi messo in guardia dai rischi futuri e dalle possibili sponde politico-istituzionali che futuri “Vannoni 2.0″ cercheranno. La biologa ha spiegato come il tentativo sarà quello di «derubricare queste cellule da “farmaco”, come la legge europea oggi stabilisce, a “trapianto”, come vorrebbero non pochi speculatori già attivi in Italia e che magari già lavorano anche dentro o con alcune istituzioni». Il motivo?
«Se le staminali in Italia diventeranno «trapianto», automaticamente il «prodotto cellulare-trapianto » sarebberimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale senza necessità che se ne dimostri l’efficacia in quanto un trapianto d’organo è, per definizione, efficace senza che lo si studi attraverso le complesse fasi di sperimentazione clinica richieste per farmaci e cellule manipolate», si legge.
I PERICOLI – Secondo Cattaneo, se questo concetto fosse ritenuto valido, sarebbero gli italiani a pagare. E si avrebbero cellule magari «meglio fabbricate», magari prive di rischi da Hiv o mucca pazza (come, al contrario, sono le infusioni di Stamina, secondo le carte dei Nas), ma egualmente inutili. Cattaneo ha cercato di mettere in guardia contro i «forti interessi commerciali nel mondo» che sono pronti a «colmare il vuoto di speranza sfruttato e alimentato da Stamina». Così il pericolo è quello di trovarsi nuovi Vannoni pronti a proporre le proprie staminali, che rischiano di arrivare in Italia e di venire autorizzati a iniettare le proprie infusioni, prima ancora di avere le necessarie prove: «Prima di qualsiasi valutazione della plausibilità biologica dei procedimenti (quello che noi chiamiamo «il razionale»), saltando la sperimentazione clinica». La scusa sarà sempre la stessa secondo Cattaneo: «Fingere di farlo per il bene del malato. O convinti di ciò, quasi in preda al delirio di poter far credere che per “arrivare prima sull’uomo” sia sufficiente saltare le fasi di studio preclinico e clinico fatte a sua tutela», si legge. Dietro la vicenda resta un giro d’affari rilevante, con costi elevati: «Il conto che Michele De Luca – tra i pochi al mondo ad avere prodotto dimostrazioni di cure con staminali – ha fatto è di 4 miliardi di euro. Significherebbe la fine del Sistema sanitario nazionale». Soltanto per permettere di «iniettare pozioni «ben confezionate» di cose inutili». Meglio “vestite”, propagandate come sicure, ma pur sempre non efficaci.
«STAMINALI TAUMATURGICHE» – Contro i “Vannoni 2.0″ secondo Cattaneo servono istituzioni forti: «Nel mercato planetario della salute, il nostro Ssn è una preda ghiotta per molti venditori di «staminali taumaturgiche». Nella sua lettera ha ricordato come molti scienziati italiani ritengano sia in atto un piano accurato che punta all’Italia. «Basta una politica debole, distratta da altre emergenze, e il gioco sarà presto fatto. L’obiettivo dell’operazione Stamina, secondo molti di noi, è questo, e non è ancora stato definitivamente sventato», ha concluso la senatrice a vita. Anche La Stampa stessa rivela come, dall’Uganda al Messico, il mercato delle staminali spaventi gli scienziati. L’obiettivo di diverse lobby sarebbe proprio quello di promuovere una «deregulation» delle sperimentazioni a base di cellule staminali mesenchimali. Così le definisce Paolo Bianco, uno dei massimi esperti internazionali:
«LeMsc, le chiamano scienziati e uominidelbusiness, chedaanni hanno fiutato l’affare e alimentano il «turismo delle staminali », che promette di tutto, dalla cura di gravi malattie neurodegenerative, al diabete e persino l’autismo. Un business miliardario, «perché per ogni paziente che riceve un trattamento a base cellule staminali idoneo, come il trapianto di midollo, ce ne sono dieci ai quali vengono infuse cellule che non si sa cosa siano e che non possiedono alcuna proprietà terapeutica».
Una truffa ai danni dei cittadini e che si alimenta sulle speranze di tanti pazienti, malati e disperati. Si tratta di un vero “turismo staminale” già diffuso in tutto il mondo: in Messico proliferano le cliniche che propagandano trattamenti miracolosi, ma sono presenti in qualsiasi Paese che allenti le regole per la sperimentazione clinica. Ovunque queste siano assai meno rigide rispetto a quelle imposte negli Stati Uniti dalla Fda (Food and drug administration) e dall’Ema in Europa. Dalla Thailandia alla Cina, dove – spiega la Stampa – a primeggiare è il colosso commerciale Beike, che vende qualsiasi tipo di speranza. Stamina ha cercato di portare avanti anche in Italia la «deregulation». Tanto che Vannoni ha ha sostenuto di poter trasformare, attraverso il suo metodo, le cellule mesenchimali del midollo in cellule neuronali in grado di riparare ogni tipo di danno neurologico. Ovviamente senza alcuna dimostrazione scientifica, come è stato più volte denunciato. Intanto il numero degli indagati a Torino dalla Procura si allunga: il pm Raffaele Guariniello sta puntando anche sulle spese sostenute dalla Sanità, valutando quindi il profilo dell’impegno finanziario profuso dal Ssn per consentire la sperimentazione del metodo Vannoni.
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