SPRECHI
Editoria, contributi pubblici per 64 milioni buttati
Lo Stato ha distribuito fondi a 13 testate. Che non ne avevano diritto. E ora li vuole indietro.
di Gabriella Colarusso
L'Avanti, il quotidiano diretto fino al 2011 dal faccendiere Valter Lavitola, coinvolto in diverse indagini giudiziarie e attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale, deve restituire allo Stato più di 22 milioni di euro.
Il Nuovo Riformista 4 milioni e 900 mila;Libero più di 15 milioni; La provincia quotidiano poco meno di 5 milioni e mezzo: 5.491.495,31 euro.
E questo solo per citare gli importi più significativi (leggi il documento integrale).
13 GIORNALI COINVOLTI. Il dipartimento per l'Editoria, diretta emanazione della presidenza del Consiglio, ha infatti annullato i contributi pubblici, o una parte di essi, erogati a 13 testate giornalistiche in un arco di tempo che va dal 1998 al 2011, e ha dato mandato all'avvocatura dello Stato di avviare le azioni necessarie a recuperare i crediti: i giornali non erano in possesso dei requisiti necessari per ricevere i finanziamenti o sono accusati di aver violato le norme di legge che regolano il sostegno all'editoria.
La decisione è stata presa in seguito agli accertamenti svolti dalla guardia di finanza che ha scandagliato bilanci e documenti delle testate sottoposte al controllo, rilevando numerose irregolarità.
64 MILIONI INDEBITAMENTE PERCEPITI. In tutto, si parla di un tesoretto di oltre 64 milioni di euro (64.347.348,53), che però lo Stato italiano potrebbe non riuscire a recuperare per intero.
Innanzitutto perché, con alcuni dei giornali coinvolti, i contenziosi giuridici sono ancora in corso.
Libero, Roma, Linea, La provincia quotidiano hanno infatti presentato ricorso contro il provvedimento di annullamento dei contributi emanato dal dipartimento e fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva - Palazzo Chigi potrebbe a sua volta impugnare una eventuale sentenza di primo grado favorevole ai giornali coinvolti - non si sa se e quanto deve essere restituito allo Stato.
LA RESTITUZIONE IN FORSE. In secondo luogo perché molte delle società editoriali sottoposte ai raggi X dalle Fiamme gialle hanno bilanci in rosso che rendono improbabile la restituzione di somme così ingenti o sono al centro di complicate indagini giudiziarie.
Il Nuovo Riformista 4 milioni e 900 mila;Libero più di 15 milioni; La provincia quotidiano poco meno di 5 milioni e mezzo: 5.491.495,31 euro.
E questo solo per citare gli importi più significativi (leggi il documento integrale).
13 GIORNALI COINVOLTI. Il dipartimento per l'Editoria, diretta emanazione della presidenza del Consiglio, ha infatti annullato i contributi pubblici, o una parte di essi, erogati a 13 testate giornalistiche in un arco di tempo che va dal 1998 al 2011, e ha dato mandato all'avvocatura dello Stato di avviare le azioni necessarie a recuperare i crediti: i giornali non erano in possesso dei requisiti necessari per ricevere i finanziamenti o sono accusati di aver violato le norme di legge che regolano il sostegno all'editoria.
La decisione è stata presa in seguito agli accertamenti svolti dalla guardia di finanza che ha scandagliato bilanci e documenti delle testate sottoposte al controllo, rilevando numerose irregolarità.
64 MILIONI INDEBITAMENTE PERCEPITI. In tutto, si parla di un tesoretto di oltre 64 milioni di euro (64.347.348,53), che però lo Stato italiano potrebbe non riuscire a recuperare per intero.
Innanzitutto perché, con alcuni dei giornali coinvolti, i contenziosi giuridici sono ancora in corso.
Libero, Roma, Linea, La provincia quotidiano hanno infatti presentato ricorso contro il provvedimento di annullamento dei contributi emanato dal dipartimento e fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva - Palazzo Chigi potrebbe a sua volta impugnare una eventuale sentenza di primo grado favorevole ai giornali coinvolti - non si sa se e quanto deve essere restituito allo Stato.
LA RESTITUZIONE IN FORSE. In secondo luogo perché molte delle società editoriali sottoposte ai raggi X dalle Fiamme gialle hanno bilanci in rosso che rendono improbabile la restituzione di somme così ingenti o sono al centro di complicate indagini giudiziarie.
I fondi distribuiti con minimi controlli ex ante: le verifiche 10 anni dopo
È il caso, per esempio, della società editrice de L'Avanti, International Press.
A novembre del 2012, la guardia di finanza di Napoli ha sequestrato due immobili intestati all'ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio: secondo i magistrati che indagano sui fondi indebitamente percepiti dal quotidiano fra il 1997 e il 2009, De Gregorio era di fatto il socio di Lavitola nella cooperativa che editava il giornale.
13 MILIONI PERSI PER SEMPRE? Nove milioni di euro sono meno di un terzo del totale della somma che L'Avanti, secondo gli accertamenti del dipartimento, dovrebbe restituire allo Stato.
Se le responsabilità penali di Lavitola e soci dovessero essere confermate da una sentenza, chi pagherebbe i restanti circa 13 milioni?
«La magistratura dispone dei sequestri conservativi, ma si possono fare su beni esistenti non su beni che non ci sono», è la risposta laconica del dipartimento per l'Editoria. Come dire: se i soldi non si trovano, lo Stato non li recupererà.
I CONTROLLI IN RITARDO DI ANNI. Eppure L'Avanti, come molti altri giornali, riceveva contributi dal 1998. E la presunta truffa è venuta a galla solo ora. Come mai?
«Il protocollo con la guardia di finanza per le verifiche sui contributi all'editoria esiste a partire dal 2007», ha spiegato a Lettera43.it Ferruccio Sepe, capo del dipartimento.
Per richiedere i contributi le testate devono attestare di essere in possesso dei requisiti necessari per averli. «Ma è una verifica ex ante, un controllo formale», ha chiarito Sepe. «Poi ci sono i controlli ex post, che noi disponiamo e la guardia di finanza effettua. Le verifiche che abbiamo fatto e i cui risultati hanno portato alla delibera di annullamento dei contributi per quelle 13 testate non interessano solo un anno, ma sono state fatte su un arco di tempo che va dal 1998 a oggi», ha concluso il funzionario.
RECUPERATI 8 MILIONI DEL 2010. Sul sito del dipartimento, a metà novembre, è stato pubblicato anche un documento con i contributi pubblici all'editoria erogati nel 2010, ma poi recuperati dallo Stato.
Sono 8,7 milioni di euro, chiesti indietro a 239 testate alle quali erano stati elargiti finanziamenti per importi superiori a quanto spettava loro: tra gli altri, 388.582 euro all'Unità,336.771 a Italia Oggi, 220.196 a Il Foglio, 211.919 a Europa, 251.273 a La Padania e 239.625 al Manifesto (leggi il dettaglio nel documento).
I CONTRIBUTI REDISTRIBUITI. «Questi soldi sono risorse che abbiamo recuperato e subito redistribuito tra le testate che ne avevano diritto», ha spiegato Sepe.
Una operazione tecnicamente possibile perché dal 2010 i contributi non sono più erogati secondo il diritto soggettivo - cioè alle singole legittime richieste - ma su un meccanismo proporzionale in base ai fondi complessivamente disponibili e alle richieste.
A novembre del 2012, la guardia di finanza di Napoli ha sequestrato due immobili intestati all'ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio: secondo i magistrati che indagano sui fondi indebitamente percepiti dal quotidiano fra il 1997 e il 2009, De Gregorio era di fatto il socio di Lavitola nella cooperativa che editava il giornale.
13 MILIONI PERSI PER SEMPRE? Nove milioni di euro sono meno di un terzo del totale della somma che L'Avanti, secondo gli accertamenti del dipartimento, dovrebbe restituire allo Stato.
Se le responsabilità penali di Lavitola e soci dovessero essere confermate da una sentenza, chi pagherebbe i restanti circa 13 milioni?
«La magistratura dispone dei sequestri conservativi, ma si possono fare su beni esistenti non su beni che non ci sono», è la risposta laconica del dipartimento per l'Editoria. Come dire: se i soldi non si trovano, lo Stato non li recupererà.
I CONTROLLI IN RITARDO DI ANNI. Eppure L'Avanti, come molti altri giornali, riceveva contributi dal 1998. E la presunta truffa è venuta a galla solo ora. Come mai?
«Il protocollo con la guardia di finanza per le verifiche sui contributi all'editoria esiste a partire dal 2007», ha spiegato a Lettera43.it Ferruccio Sepe, capo del dipartimento.
Per richiedere i contributi le testate devono attestare di essere in possesso dei requisiti necessari per averli. «Ma è una verifica ex ante, un controllo formale», ha chiarito Sepe. «Poi ci sono i controlli ex post, che noi disponiamo e la guardia di finanza effettua. Le verifiche che abbiamo fatto e i cui risultati hanno portato alla delibera di annullamento dei contributi per quelle 13 testate non interessano solo un anno, ma sono state fatte su un arco di tempo che va dal 1998 a oggi», ha concluso il funzionario.
RECUPERATI 8 MILIONI DEL 2010. Sul sito del dipartimento, a metà novembre, è stato pubblicato anche un documento con i contributi pubblici all'editoria erogati nel 2010, ma poi recuperati dallo Stato.
Sono 8,7 milioni di euro, chiesti indietro a 239 testate alle quali erano stati elargiti finanziamenti per importi superiori a quanto spettava loro: tra gli altri, 388.582 euro all'Unità,336.771 a Italia Oggi, 220.196 a Il Foglio, 211.919 a Europa, 251.273 a La Padania e 239.625 al Manifesto (leggi il dettaglio nel documento).
I CONTRIBUTI REDISTRIBUITI. «Questi soldi sono risorse che abbiamo recuperato e subito redistribuito tra le testate che ne avevano diritto», ha spiegato Sepe.
Una operazione tecnicamente possibile perché dal 2010 i contributi non sono più erogati secondo il diritto soggettivo - cioè alle singole legittime richieste - ma su un meccanismo proporzionale in base ai fondi complessivamente disponibili e alle richieste.
Lunedì, 18 Novembre 2013
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