Il blog di Grillo attacca il Fatto Quotidiano: "Articoli di basso livello e mediocri"
Sul blog del comico genovese sono volate, oggi, accuse pesanti nei confronti del giornale di Travaglio e Padellaro, in un post firmato da Tinazzi. Il post esordisce così:
Possente campagna sul Fatto Quotidiano, che ha sostituito l’Unità come organo del PD (menoelle, ndr), ricca di battute e insulti contro Beppe Grillo (nuovo leghista…) e parte della rete M5S che non si prostra alle gonnelle piddine e all’ipocrisia del momento sul tema immigrazione
Prima di affrontare i contenuti della polemica, sarà bene specificare chi è tale Tinazzi, alias Ernesto Leone. Una buona descrizione del personaggio la fornisce Andrea Palladino su Il Manifesto di ieri: “Da tempo il gruppo 878 – con a capo l’ex manager di multinazionali Ernesto Leone – si è assunto il ruolo di “manganellatore” all’interno del M5S. Non ha una veste ufficiale e riconosciuta, ma un peso molto forte sulla rete, dove riesce a agglutinare quella base informe nata e cresciuta attorno al blog di Beppe Grillo. Gente che ha una fede assoluta e incrollabile nelle teorie cospirazioniste del signoraggio, che mal sopporta l’intera sinistra, vero obiettivo da abbattere, spesso antieuropeista. L’elenco dei 511 attivisti è blindato e accessibile solo a chi entra nel circolo”
Forse i grillini dovrebbero interrogarsi sui motivi che spingono la loro pravada (beppegrillo.it) a dare tanto spazio ad un ex manager delle multinazionali, antieuropesista, ammiratore del partito britannico anti-immigrazione Uikp e capo di un gruppetto complottista (che beneficia di uno “statuto speciale” tra le fila del movimento). Ma lasciamo stare questo aspetto e cerchiamo di capire meglio il perché dell’improvviso livore nato nei confronti de Il Fatto.
Prosegue Tinazzi nel suo post odierno:
Con articoli ricchi di insulti, velate porcate e accuse di xenofobia, borghezio oriented e invito a mandare a fare in culo i garanti dell’M5S, nonchè sobillare i nostri senatori e deputati. Inutile linkare, potete andare a leggere sul loro sito. Sempre vero: meglio nemici diretti, che falsi amici. Posso solo non acquistare il fatto quotidiano; piu’ serio comprare l’Unità o nulla (come faccio da tempo), giornale di partito non mascherato che non ti prende per il culo
Insomma il giornale più letto dai militanti del movimento, considerato vicino alle sue istanze, diventa improvvisamente mediocre e di basso livello. Addirittura L’Unità risulta meno ipocrita.
La strategia di Casaleggio appare chiara: procedere a colpi di scomuniche, “buttare merda” su tutti, cercare la rissa. Il conflitto, lo scontro (sul nulla) evidentemente paga. Si riempiono le pagine dei giornali, si “costringe” l’opinione pubblica a schierarsi (sul nulla), si alimenta “la logica del perseguitato Grillo”, tipica della setta. Da una parte “i puri” intorno alla figura del leader carismatico, dall’altra i miscredenti, i corrotti e i venduti.
La strategia di Casaleggio appare chiara: procedere a colpi di scomuniche, “buttare merda” su tutti, cercare la rissa. Il conflitto, lo scontro (sul nulla) evidentemente paga. Si riempiono le pagine dei giornali, si “costringe” l’opinione pubblica a schierarsi (sul nulla), si alimenta “la logica del perseguitato Grillo”, tipica della setta. Da una parte “i puri” intorno alla figura del leader carismatico, dall’altra i miscredenti, i corrotti e i venduti.
Perché tanto astio poi nei confronti de Il Fatto? In parte per alcune critiche arrivate in seguito alla sconfessione dell’emendamento sul reato di clandestinità da parte del blog.
Poveri, ingenui Grillo e Caseleggio, verrebbe da dire… proprio non se l’aspettavano che si alzasse un polverone, quantomeno sulle modalità con cui sono intervenuti contro i loro stessi parlamentari.
Poveri, ingenui Grillo e Caseleggio, verrebbe da dire… proprio non se l’aspettavano che si alzasse un polverone, quantomeno sulle modalità con cui sono intervenuti contro i loro stessi parlamentari.
Inoltre a fare infuriare così tanto, guru e paraguru, sono state le dichiarazioni del giornalista de Il Fatto: Andrea Scanzi. Noto Grillologo della prima ora, autore di Ve lo do io Beppe Grillo, ha battuto un record di presenze nei salotti televisivi dopo il sorprendente successo dei 5telle alle elezioni. Sembrava che di mestiere, più che il giornalista, facesse il docente di ermeneutica grillina. Scanzi non è stato mai inviso ai simpatizzanti del movimento, anche se si è sempre presentato come indipendente e critico nei confronti del fenomeno Grillo.
In questi giorni anche lui è finito nella black list di Casaleggio, a causa di un corsivo dal titolo “Il post disastroso di Grillo & Casaleggio“. Ivi si ricordava una candidatura dell’esperto di comunicazione virale in una lista vicina al centrodestra.
Scanzi, per la verità, ha semplificato un po’ la vicenda, facendo intendere che Casaleggio si fosse candidato proprio nel partito di Berlusconi.
Scanzi, per la verità, ha semplificato un po’ la vicenda, facendo intendere che Casaleggio si fosse candidato proprio nel partito di Berlusconi.
Casaleggio ha risposto piccato al giornalista dal profilo Twitter di Grillo “Non mi sono mai candidato in Forza Italia. Andrea Scanzi dice il falso“. Il giornalista, a sua volta, ha controreplicato con un un lungo post su Facebook, che termina in questo modo:
Chiedo scusa per la gravissima semplificazione: mi autopunirò guardando in loop un video qualsiasi su Gaia. Casaleggio si candidò però in una lista civica, nel 2004, a Settimo Vittone nel Canavese. Quella lista, “Per Settimo”, era capeggiata da Vito Groccia, “politico calabrese vicino a Forza Italia”. Ops. Casaleggio partecipò alla stesura del programma, si impegnò in prima persona e ottenne un risultato rutilante: sei voti e niente elezione. Sarò felice di parlarne con lui. Chissà, magari in una intervista. Quella stessa intervista che, da mesi, Casaleggio rifiuta al Fatto.
1 commento:
Grillini incredibilmente asini e incompetenti.
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