Legge di stabilità. Guglielmo Epifani media. Ma il guru renziano Yoram Gutgeld boccia: "Inesistente..."
Pubblicato: 16/10/2013 18:04 CEST | Aggiornato: 16/10/2013 18:04 CEST
“Apprezzabile ma da migliorare in Parlamento e l’anno prossimo”. In conferenza stampa al Nazareno, Guglielmo Epifani snocciola davanti ai giornalisti i suoi giudizi sulla legge di stabilità varata dal governo Letta e assume un approccio di mediazione, diciamo così. Perché nel Pd il clima generale sulla manovra non è di soddisfazione. Anzi. Su twitter scorrono i malumori dei cuperliani: “Dieci miliardi in tre anni sul cuneo fiscale non servono a niente. Usiamoli meglio, creiamo lavoro", dice per esempio Matteo Orfini. Soprattutto però della legge di stabilità non sono per niente contenti i renziani, cioè le truppe del (con tutta probabilità) prossimo segretario del Pd. I fedelissimi del sindaco di Firenze sono pronti a bocciare il testo licenziato dal consiglio dei ministri. “Talmente soffice che è come se non esistesse”, ci dice il guru renziano per l’economia Goram Gutgeld, esponente della commissione Bilancio della Camera.
Parole forti, destinate a pesare nel dibattito sulla legge di stabilità, ora che approderà in Parlamento. “Vedremo se sarà emendabile...”, azzarda Gutgeld. Ma il punto per lui, autore del programma economico di Renzi, è che nel decreto governativo “c’è una programmazione che lascia tutto così com’è, invece in Italia servirebbe una rivoluzione”. Dunque c’è poco da emendare. E c’è poco da stare allegri anche del mancato taglio alle spese sulla sanità, sbandierato a Palazzo Chigi come una vittoria. “Sembra una barzelletta – ci dice Gutgeld – può essere giusto non ridurre i costi ma bisogna lavorarci sulla sanità, mica si può lasciare tutto così com’è. Bisognerebbe scardinare il sistema delle nomine politiche, valorizzare i background manageriali, per fare solo qualche esempio. E in ogni caso, la sforbiciata mancata alla sanità ha prodotto un taglio al cuneo fiscale più ridotto e così non serve…”. Insomma, “i titoli sono buoni, ma sotto non c’è nulla. Invece dovremmo mettere in piedi norme di contrasto vero dell’evasione fiscale, di riduzione della spesa, di totale riforma degli investimenti: di tutto questo non c’è traccia”. Unica concessione a Letta: “Può anche darsi che questi problemi vengano affrontati in provvedimenti diversi dalla legge di stabilità. Vedremo. Il punto non sono le leggi ma un governo che faccia le cose e inizi cambiamenti che producano risultati nel tempo…”.
Perché, come spiega il veltronian-renziano Antonio Funiciello: “La legge di stabilità si scrive tutto l'anno, non solo in ottobre. Non avendo il governo avviato nei mesi scorsi un piano di recupero di risorse pubbliche da investire in driver di sviluppo, era ovvio che si arrivasse a una manovra del genere. Certo, non ci sono nuove tasse. E ci mancherebbe. Ma il merito del riequilibrio dei conti va ascritto ancora al governo Monti. Speriamo almeno non ci sia il solito assalto alla diligenza...". Per ora, dunque, non si annunciano rese dei conti in Parlamento. Ma, come dice Gutgeld, si vedrà e non è escluso che i renziani presentino emendamenti propri in sede di dibattito parlamentare. Gutgeld dice che presto avrà un confronto con lo stesso Renzi sul tema specifico della legge di stabilità. Per il momento, per i renziani, l’importante è tenere il punto, a meno di due mesi dall’elezione del sindaco di Firenze alla segreteria del Pd. Come sull’amnistia e poi la legge elettorale, ora la prossima sfida si chiama legge di stabilità.