Il caffè di Berlusconi
L’importante, infatti, e Berlusconi lo sa benissimo, adesso non è convincere “dati alla mano”, ma dare la percezione di volersi prendere l’impegno su alcuni punti importanti del programma, tanto cari allo stomaco debole dei cittadini. E con i conti in ordine – il merito adesso è di Monti – magari il Cavaliere spera di poter razziare un po’ qui e un po’ là, nella convinzione che tanto – dopo di lui – qualcun’altro metterà in ordine di nuovo le disastrate casse dello Stato. Per tacer del debito, ovviamente, che tanto – si sa – quello aumenta sempre: e poi in caso di emergenza c’è l’Europa. Ha salvato la Grecia, salverà anche l’Italia.
Quella di Berlusconi, dunque, è una campagna elettorale di ipotesi, di dichiarazioni buone per un titolo, è il one man show che deve conquistare l’applauso del momento, con un livello di soddisfazione che sia bastevole da qui ai prossimi quindici giorni. Da consumarsi entro il 24-25 febbraio 2013.
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