venerdì 8 febbraio 2013

Ma quante ne spara anche Giuseppe Generale Pound. Tra lui e Berlusconi ci vuole il ballometro: lo strumento che misura le balle dette.


RILLO: "I FIGLI DELLA FORNERO A LAVORARE NEI CALL CENTER". LA CATEGORIA INSORGE

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Venerdì 08 Febbraio 2013 - 19:22
BELLUNO - «Il lavoro in Italia toglie spazio all'esistenza, per come è organizzato e regolato dalle leggi ci vadano i figli della Fornero nei call center, noi abbiamo un'altra idea, un altro progetto». Lo ha detto stasera Beppe Grillo nel corso di un convegno a Belluno, tappa del suo 'tsunami tour' elettorale. Sono circa un migliaio le persone accorse ad ascoltare in Piazza Piloni il leader del movimento 5 Stelle. Grillo ha tracciato un quadro drammatico del lavoro in Italia, come quello - ha detto - «che fanno a mille metri sotto terra gli operai del Sulcis, pagato 1.200 euro al mese, per morire di silicosi a 50 anni». O, ancora, ha rivolto il pensiero a quelle famiglie che «fanno laureare i figli, magari gli fanno prendere anche un master, per poi vederli andare a finire in un call center a 400 euro al mese. In questi posti ci vadano i figli della Fornero».

LA RABBIA DEI CALL CENTER: "CI SCREDITA"  «Sui call center fa gravi affermazioni che screditano il settore» afferma Luca D'Ambrosio, Presidente di Assoconctat, replicando alle frasi dette dal leader del Movimento 5 Stelle a Belluno. «Lo seguo da un pò di tempo incuriosito dal suo percorso politico - prosegue D'Ambrosio - e, onestamente, ho sempre avuto il dubbio che 'utilizzasse' i problemi del nostro Paese per costruirsi un'immagine da paladino, un paladino che difende i deboli e gli oppressi». Ma poi il presidente dell'Assocontact dice di aver maturato la convinzione che Grillo abbia «come unico obiettivo il gioco al massacro, le sue parole taglienti non sono volte al cambiamento, ma sono originate da una falsa rabbia che usa con tutto quello che gli viene a tiro, senza un ordine logico, pura propaganda». Per D'Ambrosio «è molto grave dire che quello del call center non è un lavoro, è offensivo nei riguardi delle 80.000 famiglie che vivono di questo. È offensivo della serietà e della competenza che i lavoratori mettono a disposizione dei cittadini che, quando hanno un problema chiamano e magari se la prendono anche con chi risponde al telefono».

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