Grillo attacca la magistratura: “Io come Berlusconi? No,ho più processi di lui”
Pubblicato il 16 febbraio 2013 20.44 | Ultimo aggiornamento: 16 febbraio 2013 20.45
ROMA – “La magistratura fa paura”. Beppe Grillo lo ha detto il 15 febbraio, per poi dichiarare di avere sulle spalle 86 processi. Un “record” se confrontato conSilvio Berlusconi, che ne ha 22. La replica di Berlusconi non è mancata, scrive il Fatto Quotidiano: “Non dica sciocchezze, ho 2700 udienze sulle spalle. Nessuno più di me”. Una sfida singolare, se di sfida si può parlare, che accomuna i leader del Pdl e del Movimento 5 Stelle. Entrambi attaccano la magistratura, pur essendo “agli opposti”, come sottolinea Antonello Caporale sul quotidiano.
Il Fatto Quotidiano scrive:
“Certo i due sono agli opposti e magari la prosa grillina, così densa di approssimazioni, era diretta a contestare questo modello di Stato, implacabile con i deboli ma distratto con i forti. Magari il comico spesso tramortisce anche oltre la propria volontà. Gli accade in ogni comizio, per via di un utilizzo smodato dell’iperbole. Grillo pratica la disinibizione verbale al punto di mettersi fuori anche dalla logica delle cose. Attacca la magistratura allo stesso modo di coloro che dice di combattere. È solo una coincidenza, ma c’è e da sola basta a far presagire un futuro pericoloso corto circuito”.
Il fenomeno Grillo travolge con lo Tsunami Tour che va in scena nelle piazze italiane, scrive il Fatto:
“Il ciak dalle piazze è già impressionante: a est come ad ovest è tutto un fuggi fuggi. Corrono da quale disgrazia? E soprattutto verso quale approdo? Sembra pacifico: fuggono via da uno Stato esattore e corrotto, sentono il peso dello spreco e dell’ingiustizia sociale come una bomba ambientale che mina la loro vita e quella delle proprie famiglie. Contestano l’immoralità della classe politica. È il peso dell’illegalità a condurli verso Grillo. Invece ieri il leader del Movimento 5 Stelle riposiziona il suo popolo e lo mette in marcia contro i palazzi di Giustizia”.
Poi Caporale parla del dopo voto e del nuovo scenario che verrà nella politica italiana, dei nuovi volti.
“L’ingresso di tanti cittadini senza potere nel palazzo del Potere promuove un cambio d’aria benefico per la democrazia, perchè trova persone libere e non già soggiogate dagli apparati e dalle gerarchie. Serviranno però idee da coniugare alla libertà e soprattutto servirà che il leader non eletto (Grillo ha scelto di non candidarsi) abbia chiaro che il suo potere già ora è tale da avergli cambiato i connotati sociali: da uomo comune, benché famoso, a potente. E ieri, magari sovrappensiero, ha appunto fatto un discorso tipico della famiglia allargata dei potenti: guarda che ci sono anch’io, e non permetterti di toccarmi…”.
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