Davvero la Lega nord non c'entra nulla con l'ascesa di Giuseppe Orsi ai vertici di Finmeccanica? Non proprio. La nomina infatti sarebbe il prodotto di un incontro ristretto tra i leghisti Roberto Maroni, Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli e l'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip nei confronti del numero uno di Finmeccanica. Il passaggio chiave è quello della testimonianza di Luciano Zampini, amministratore delegato di Ansaldo Energia, allora in corsa per il posto che andò a Orsi stesso. Una testimonianza da valutare con attenzione perché Zampini riferisce di essere a conoscenza di questi fatti tramite il presunto intermediario svizzero Guido Hascke.
Zampini rivela ai pm: "La retrocessione che mi è stata richiesta magari serviva a Orsi per ricompensare la Lega". E spiega: "Le faccio presente che la stampa di quei giorni dava risalto al sostegno che Orsi aveva avuto dalla Lega". E sottolinea: "Mi è stato riferito da Guarguaglini e Borgogni che all'incontro che aveva preceduto la nomina di Orsi avevano partecipato Maroni, Giorgietti, Calderoli e Letta. I leghisti avevano fatto prevalere il nome di Orsi". Zampini poi dice: "Guarguaglini mi aveva detto che Letta e Berlusconi erano per la mia nomina, Tremonti non era in disaccordo, solo la Lega spingeva per Orsi".
Intanto il segretario della Lega, Maroni, nega il coinvolgimento del suo partito nell'indicazione di Orsi. L'ad di Finmeccanica "era stato indicato dal Consiglio dei ministri", spiega l'ex ministro degli Interni, e non dal Carroccio.
Il primo a parlare di questo aspetto era stato Lorenzo Borgogni, ex direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, con i pm di Napoli: a suo dire, dal contratto per gli elicotteri all'India sarebbe stata ricavata una tangente da 10 milioni che sarebbe stata girata alla Lega e a Comunione e Liberazione, ma soprattutto al Carroccio, proprio per favorire la nomina di Orsi ad amministratore delegato di Finmeccanica, come poi avvenuto.
Le pressioni di Orsi su Squinzi perché intervenga sul Sole. Orsi chiese e ottenne dal numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, un 'intervento' sui giornalisti del Sole 24 ore in merito al suo coinvolgimento nell'inchiesta della vendita dei 12 elicotteri. E' quanto risulta dalle carte dell'inchiesta. E' il 24 novembre 2012 e Orsi chiama Squinzi per lamentarsi degli articoli comparsi sul giornale di Confindustria.
Ecco la conversazione riportata nell'ordinanza di arresto: Orsi: "Allora ascolta, io volevo dirti una cosa, non l'ho fatto...". Squinzi: "Sì". Orsi: "In tutti questi giorni però oggi mi sembra che abbia superato il limite, cioè il giornale che mi attacca di più è Il Sole (...). Ho veramente fatto fatica e non te ne avevo voluto parlare". Squinzi: "No, oddio, per la verità io, forse sono un po' distratto, ma non me ne sono accorto". Orsi: "Guarda, se tu leggi...". Squinzi: "Comunque interveniamo subito, eh". Orsi fa il nome del giornalista i cui articoli lo infastidiscono, Dragoni, colpevolizzandolo di scrivere in tutti i pezzi a fianco del suo nome la parola "indagato". Squinzi cerca di rassicurarlo: "Sai con quei giornalisti... coi giornalisti è sempre un problema, non gli puoi dire niente (...) Però intervengo sul direttore, glielo dico".
I presunti favori agli amici. In un passaggio dell'interrogatorio reso da Lorenzo Borgogni, vengono alla luce anche presunti favori di Orsi ad alcuni amici. Ecco i contenuti delle carte. Borgogni" Credo abbia rapporti anche con il senatore La Torre che ha assunto il figlio appunto... qualche anno fa, diciamo" Pm1: "In che società?" Borgogni: "L'Augusta". Poi più avanti si legge: Borgognoni: "Sì...chiaramente la Lega, glil'ho detto, ha - inc. - assunzione al figlio di Giorgetti, assunzione al figlio... - inc. - la figlia di Ponzellini".
La difesa dei legali di Orsi. "Un provvedimento irragionevole per una vicenda oggetto di indagini da quasi due anni e tuttora priva dei tasselli più importanti che ne dovrebbero accreditare l'esistenza almeno sul piano indiziario". Lo spiega in una nota il legale di Orsi, il professor Ennio Amodio secondo il quale "tanto più ingiustificata appare la misura cautelare se si pensa che non c'è traccia del benché minimo profitto conseguito dall'ing.Orsi o da terzi nella fornitura dei 12 elicotteri Agusta all'India".
Per l'avvocato, "è stata infatti archiviata l'ipotesi di un cospicuo finanziamento alla Lega, per lungo tempo alimentata dalle calunniose dichiarazioni di un ex manager. Sono rimasti privi di qualsiasi eco nell'ordinanza del Gip di Busto Arsizio gli insistiti richiami della stessa fonte a ritorni economici a favore di chi si è interessato della commessa". Amodio poi osserva che è "tutto l'impianto accusatorio ad apparire inconsistente. La gara in India è ricostruita dagli inquirenti sulla base di fuorvianti dichiarazioni di persone che ignorano ciò che è effettivamente avvenuto nel confronto tra i diversi competitor internazionali. Tanto poco viziato è stato l'iter dell'aggiudicazione che le autorità, dopo accurate inchieste, hanno più volte confermato l'assoluta regolarità della gara".
Secondo il legale, inoltre, "è davvero inconcepibile addebitare a Giuseppe Orsi di aver cercato compiacenze da parte dei diversi organi di stampa. Come se non fosse giustificato impegnarsi a difendere la propria immagine nei media per far emergere la verità dei fatti". E aggiunge: "Non si può certo condividere infine il rilievo dato nell'ordinanza cautelare a presunte manovre in ambiente giudiziario. Si tratta di un evidente equivoco perché in tutto lo svolgimento dell'attività investigativa l'ing. Orsi e la sua difesa hanno fornito la massima collaborazione agli inquirenti".
La posizione del Csm. "Allo stato non risulta nessun coinvolgimento di consiglieri o magistrati del Consiglio Superiore della Magistratura nella vicenda relativa alla misura cautelare emessa dall'autorità giudiziaria di Busto Arsizio nei confronti di Giuseppe Orsi". Questa la posizione del Csm sul caso Finmeccanica