In Italia i manager durano fino a quando pensano a godersi l'auto blu e magari a leggere quei fumetti di "Topolino" che alcuni di loro s'erano fatti mettere nella mazzetta nell'era di Giancarlo Cimoli. E tornano subito a casa appena azzardano a mettere becco nell'operato del sindacato, sotto la cui gestione la compagnia s'è trasformata in una bettola (copyright di Piero Fassino).
Si chiama ARAN. E' un'agenzia che rappresenta lo stato ("quello stato che hanno difeso Falcone, Borsellino e Dalla Chiesa sacrificando la loro vita"). E dovrebbero essere la controparte di GCIL, CISL e UIL nelle trattative per il pubblico impiego. Solo che al suo vertice siedono cinque uomini tutti molto vicini ai sindacati. Così, alla fine gli accordi sembrano scritti da Totò e Peppino.
Tutto questo mentre in Germania, paese civilissimo, i sindacati non entrano neanche per una visita didattica nella scuola. In Germania non è stato fatto neanche una sola ora di sciopero perché i dipendenti pubblici non hanno avuto la sfortuna di avere sindacati come i nostri che godono a creare conflitti per fare nuove tessere. Gli insegnanti sono dipendenti pubblici come lo eravamo noi in Italia prima della "contrattazione"che tanto bene ha fatto ai lavoratori.
In realtà un docente in Germania viene pagato 5400 euro al mese. In Italia a quella cifra non ci arriva neanche il più anziano dei dirigenti scolastici.
In Germania non vi è apparato burocratico. In Italia non ci facciamo mancare niente. Oltre ai distacchi dei sindacalisti pagati da tutti i contribuenti abbiamo tutti i dirigenti degli uffici scolastici regionali nominati per spoil sistem.
In Germania la parola spoil sistem non esiste. In quel civilissimo paese vale solo il merito. Non conta essere iscritto ad un partito o ad un sindacato e neanche essere segretario di ministro o di assessore regionale alla istruzione.
Eppure a ben pensarci se i docenti tedeschi prendono il doppio dei dirigenti italiani, come ribadisce Ichino, a che servono i sindacati della triplice italiana?
Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
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