Lettera aperta al PD pavese. In questi giorni in molti si stanno affannando a impartire lezioni sui problemi di Pavia, ma ben pochi si preoccupano di costruire le soluzioni assieme alla città.
Noi siamo invece interessati a capire la città, consapevoli che, per il Partito Democratico, ciò significa tornare a coltivare la curiosità e l’attenzione per un mondo ben più vasto dei propri iscritti ed elettori e continuare a interrogarsi su come costruire il futuro della città che amiamo, anche e soprattutto insieme a chi, da tempo, ha deciso di non votare più per nessuno.
Si parla tanto, anche a livello nazionale, di sigle, di etichette e di ricette per unificare un “ideale” popolo di sinistra, ma nessuno lavora per far sì che ricominci a partecipare alla democrazia attiva chi ha deciso di tirarsene fuori.
Siamo convinti che a livello locale come nazionale, sia tempo di smettere di appiccicare etichette di ieri ai problemi di oggi per praticare la competenza e non solo parlare di appartenenza.
Sentiamo l’esigenza di sottoscrivere insieme questa lettera perché, pur avendo aderito a diverse mozioni nel PD, pur essendo in parte laici e in parte cattolici, pensiamo che queste distinzioni non abbiano alcun senso nell’amministrazione locale, dove invece i problemi sono di tutti, ma le soluzioni possono essere davvero di destra o di sinistra, conservatrici o progressiste.
Ora chiediamo a tutti che si pratichi la competenza e l’ascolto, perché ci sono tantissime persone in città che animano, dentro e fuori il Partito Democratico, dentro e fuori l’amministrazione comunale, una politica progressista, pronta a partecipare senza impartire lezioni, per trovare insieme, nei due anni ancora a disposizione dell’amministrazione Depaoli, gli spazi per costruire quel che è utile al bene e al futuro di Pavia.
Noi siamo invece interessati a capire la città, consapevoli che, per il Partito Democratico, ciò significa tornare a coltivare la curiosità e l’attenzione per un mondo ben più vasto dei propri iscritti ed elettori e continuare a interrogarsi su come costruire il futuro della città che amiamo, anche e soprattutto insieme a chi, da tempo, ha deciso di non votare più per nessuno.
Si parla tanto, anche a livello nazionale, di sigle, di etichette e di ricette per unificare un “ideale” popolo di sinistra, ma nessuno lavora per far sì che ricominci a partecipare alla democrazia attiva chi ha deciso di tirarsene fuori.
Siamo convinti che a livello locale come nazionale, sia tempo di smettere di appiccicare etichette di ieri ai problemi di oggi per praticare la competenza e non solo parlare di appartenenza.
Sentiamo l’esigenza di sottoscrivere insieme questa lettera perché, pur avendo aderito a diverse mozioni nel PD, pur essendo in parte laici e in parte cattolici, pensiamo che queste distinzioni non abbiano alcun senso nell’amministrazione locale, dove invece i problemi sono di tutti, ma le soluzioni possono essere davvero di destra o di sinistra, conservatrici o progressiste.
Ora chiediamo a tutti che si pratichi la competenza e l’ascolto, perché ci sono tantissime persone in città che animano, dentro e fuori il Partito Democratico, dentro e fuori l’amministrazione comunale, una politica progressista, pronta a partecipare senza impartire lezioni, per trovare insieme, nei due anni ancora a disposizione dell’amministrazione Depaoli, gli spazi per costruire quel che è utile al bene e al futuro di Pavia.
Alessandro Confetti
Emanuela Marchiafava
Emanuele Corrado Macca Disavoia
Francesco Olezza
Ottavio Giulio Rizzo
Salvatore Primiceri
Silvia Grossi
Stefano Ramat
Emanuela Marchiafava
Emanuele Corrado Macca Disavoia
Francesco Olezza
Ottavio Giulio Rizzo
Salvatore Primiceri
Silvia Grossi
Stefano Ramat
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